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Truth, il social di Donald Trump, in arrivo a febbraio

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Lo scorso ottobre una notizia dai contorni paradossali aveva fatto il giro del mondo.

Donald Trump, l’ex presidente americano bandito (ancora oggi) da Facebook e Twitter, aveva annunciato la verità. O meglio, aveva annunciato che avrebbe dato vita a un proprio social network. Il cui nome sarebbe stato, appunto, Truth (Verità).

Nel comunicato stampa Trump aveva dichiarato che avrebbe lanciato il social Truth per “oppormi alla tirannia di Big Tech”.

E ora il social della Trump Media and Technology Group è pronto per essere scaricato dall’App Store. La data prevista per il rilascio è il 21 febbraio prossimo. Stavolta sembra tutto pronto, a differenza di quanto è successo lo scorso novembre, la prima presunta data di lancio, poi bucata.

Per adesso solo gli utenti americani possono preordinare il social trumpiano sull’App Store.

Il social Truth al via

Ma cosa sappiamo di Truth, la piattaforma social di Donald Trump, dal nome decisamente impegnativo?

Quasi nulla. Sarà un social gratuito, che almeno in un primo momento funzionerà solo su invito. Si ignora se e quando verranno rilasciate anche le versioni per Android e per il web.

Inoltre, dai pochi screenshot disponibili sembra che Truth copierà molto da Twitter, l’ex social preferito da Trump. Almeno prima che il suo account fosse stato bandito.

Simili sembrano il profilo utente e la timeline, e anche su Truth compariranno i pulsanti Preferito e quello per il retweet.

Trump Media and Technology Group

Qualcosa in più sappiamo invece su Trump Media and Technology Group, l’azienda che ha realizzato l’app. E che ha a capo lo stesso Trump, ma che non ha un amministratore delegato.

Trump Media and Technology Group dovrebbe presto fondersi con la Digital World Acquisition Corp, una Spac.

Spac, sigla che sta per Special Purpose Acquisition Companies, identifica i veicoli di investimento collettivo. La Digital World Acquisition Corp dovrebbe aiutare il nascituro gruppo. L’obiettivo delle due società è quello di unirsi, quotarsi in Borsa e raccogliere almeno 1,25 miliardi di dollari di investimenti.

Da Capitol Hill al social Truth: come tutto ha avuto inizio

Washington DC, 6 gennaio 2021. I sostenitori dell’ex presidente Donald Trump assaltano il Campidoglio, per protestare contro Joe Biden, che rifiutano di accettare come nuovo inquilino della Casa Bianca. L’accusa sarebbe quella di non meglio definiti brogli elettorali.

All’indomani del violento attacco a Capitol Hill, che ha provocato cinque morti e svariati feriti, con un’azione congiunta e clamorosa i maggiori social (Facebook, Instagram e Twitter) bloccano nientemeno che gli account di Donald Trump. L’ex presidente Usa aveva infatti tenuto un atteggiamento quanto meno ambiguo (quando non palesemente favorevole) nei confronti degli assalitori.

Trump e l’idea di Truth, il social personale

Diversi mesi prima dell’annuncio di Truth, ovvero lo scorso marzo, Donald Trump stava già pensando a come reagire alla sospensione dei suoi account sulle principali piattaforme social.

Lo aveva dichiarato a Fox News il consulente di Trump, Jason Miller. Che aveva preannunciato “una nuova piattaforma enorme, che porterà milioni e milioni, decine di milioni di persone”.

La breve vita del blog di Trump

Un’altra (brevissima) fase della querelle si è consumata tra maggio e giugno scorsi.

A maggio Donald Trump apre “From the Desk of Donald J. Trump”, una sezione del suo sito del tutto simile a un blog. Ma il successo non arriverà, e il blog trumpiano chiuderà mestamente a distanza di poche settimane, all’inizio di giugno.

Un luglio bollente

Sembra davvero schizofrenica la parabola di Trump sui social in questi ultimi mesi.

L’ex inquilino della Casa Bianca, a inizio luglio, in un sol colpo denuncia (con ragioni ben poco solide) i social che lo hanno oscurato. E apre Gettr, piattaforma social della destra americana. O meglio: non è stato Trump, bensì il già citato Jason Miller, a fondare la piattaforma. E anche qui, guarda caso, le somiglianze estetiche con Twitter sono notevoli.

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Da ottobre a oggi

Il resto è storia recente e recentissima.

A ottobre Donald Trump ha annunciato alla stampa la nascita di Truth (che subito è decollata in Borsa). E lo ha fatto con il suo solito linguaggio: “Viviamo in un mondo in cui i talebani hanno libertà di parola su Twitter ma mettete a tacere il vostro presidente americano preferito. Questo è inaccettabile! Sono entusiasta di condividere presto i miei pensieri su Truth Social e di combattere contro Big Tech”.

Dopo di che, Trump ha bucato l’uscita di Truth, prevista per novembre. Ed ecco che l’ha riproposta, adesso più realisticamente, per il prossimo 21 febbraio.

L’operazione è ancora segreta, mentre è piuttosto chiaro come tutta questa urgenza sia collegabile alle elezioni presidenziali del 2024.

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