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I virtual set manderanno in pensione il green screen?

Una nuova tecnologia sta prendendo il posto del classico telo verde, ma probabilmente la convivenza è destinata a durare

Il green screen, nato nel mondo del cinema e delle serie tv e ormai diffuso anche a youtuber e streamer, deve scontrarsi con un nuovo contendente, ovvero il virtual set. Queste tecnologia permette, con un muro di LED, di ricreare qualunque scenografia in tempo reale. Ma basterà per spodestare il classico telo verde?

Virtual set VS green screen

virtual set green screen avengers esempioPartiamo descrivendo un po’ meglio in cosa consiste questa tecnica, confrontandola proprio con quella del green (o a volte blue) screen. In questo ultimo caso la scenografia, gli sfondi e in generale gli elementi che si vogliono aggiungere in post-produzione sono quasi totalmente composti da oggetti, appunti, verdi o blu. In questo modo diventa molto semplice per un computer rimuovere solo i pixel di quel colore e sostituirli con qualcos’altro. Questo diventa particolarmente utile per girare una scena all’aperto in un ambiente chiuso, visto che basta avere uno sfondo in green screen per sostituirlo con ciò che si vuole.

virtual set esempioI virtual set ribaltano questo concetto e, invece di aggiungere lo sfondo virtuale in post-produzione, lo portano all’interno della ripresa stessa, grazie ad un muro di LED modulare a quasi 360°. Il risultato, oltre ad essere visivamente spettacolare, presenta dei vantaggi molto interessanti a livello di produzione.

Si tratta innanzitutto di un modo molto più naturale di riprendere una scena, in quanto simile visivamente ad un set reale. Sia gli attori che il regista hanno chiaro il contesto scenico nel quale si muovono muove, con la possibilità di revisionare subito ogni ripresa con già tutti gli elementi al loro posto. Si mantiene però anche la flessibilità di uno schermo, con quindi la possibilità di modificare in tempo reale gli elementi in scena e di provare diverse opzioni. Lo sfondo non è infatti un’immagine statica, ma si tratta di una vera e propria ricostruzione 3D fatta con un motore grafico, in grado di spostarsi a livello di prospettiva in accordo con la cinepresa.

Ma il più grande vantaggio diventa evidente considerando una delle più popolari produzioni recenti ad aver utilizzato questa tecnologia, ovvero The Mandalorian. I virtual set permettono infatti di ottenere una illuminazione più naturale dei soggetti, evitando anche di dover rimuovere in post-produzione eventuali riflessi verdi o blu. Questo è stato particolarmente importante nella serie di Disney+, dove il protagonista è praticamente sempre ricoperto da un’armatura scintillante.

C’è ancora della strada da fare

I virtual set hanno comunque un paio svantaggi rispetto al green screen che rendono la loro diffusione ancora limitata. Il primo è il costo, decisamente superiore almeno nella fase iniziale di acquisto dei pannelli. Questo fattore probabilmente renderà nell’immediato futuro la tecnologia inaccessibile a piccole produzioni, youtuber e streamer, ma può invece essere ribaltato per le grandi produzioni. Vista l’estrema riduzione del lavoro di post-produzione e dello spazio necessario a girare una determinata scena, infatti, per grossi lavori come The Mandalorian un virtual set può addirittura essere più economico di un green screen.

virtual set the mandalorian blue screen

Anche in questi casi, però, rimane un altro svantaggio, ovvero la fragilità di questi pannelli. Per scene con esplosioni, ad esempio, anche The Mandalorian ha preferito utilizzare un blue screen per non danneggiare gli schermi. Il green screen rimane inoltre indispensabile per eliminare oggetti (o parte di essi) dalla scena, colorandoli di verde o blu e rimuovendoli in post-produzione.

La convivenza di queste tecnologie sembra quindi, almeno per ora, destinata a durare. Le produzioni, però, sembrano pronte ad abbracciare sempre di più questa rivoluzionaria tecnica, promettendoci così contenuti sempre più vicini a quanto immaginato dagli artisti che lavorano dietro le quinte.

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Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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