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WhatsApp limita la funzione inoltro, per arginare le fake news

Dopo che la prima limitazione si è dimostrata efficace, Whatsapp rincara la dose

WhatsApp dovrebbe essere un’app per chiedere ad amici e parenti “come va?”. È per quello che si chiama così. Eppure viene sempre più usata per diffondere informazioni di dubbia provenienza, se non vere e proprie fake news. Per limitare questo problema, il team di sviluppo di WhatsApp ha limitato ulteriormente la funzione di inoltro messaggi.

Perché questo limite combatte le fake news su WhatsApp?

Da circa sei mesi, WhatApp limita il numero di persone a cui è possibile inoltrare messaggi e contenuti multimediali. Ma cosa c’entra con le fake news?

A differenza di quanto accade su altri social gestiti da Facebook, non è possibile controllare tutti i messaggi che vengono inoltrati. E meno male: WhatsApp è criptato end-to-end, quindi nessuno in Facebook può leggere quello che scrivo e quello che ricevo. Tuttavia, ci sono delle soluzioni che WhatsApp sta mettendo in campo: dalle etichette per i messaggi inoltrati (la doppia freccia), fino al progetto pilota per il fact-checking lanciato pochi giorni fa.

Tuttavia, nessuno di questi metodi può arrivare ad ogni notizia, ogni immagine, ogni video. La cosa migliore è quindi quella di limitare la circolazione delle fake news, visto quanto è difficile controllare che siano effettivamente “fake” ogni volta.

Whatsapp inoltro fake newsQual è il nuovo limite per l’inoltro di messaggi in WhatsApp

Come testimoniano nel loro blog, il team di WhatsApp ha effettivamente visto il numero di inoltri globale calare del 25%. Ovviamente, si rendono conto che non tutte i messaggi e i media inoltrati sono fake news, ma avendo ricevuto un feedback positivo da parte degli utenti si sentono in dovere di continuare su questa strada.

Quindi la nuova versione WhatsApp permetterà l’inoltro ad un massimo di 5 chat alla volta. Questo dovrebbe invitare gli utenti a inoltrare solo ai propri cari e ai propri amici. Ai quali non si vogliono certo mandare notizie false. O che, perlomeno, ci conoscono abbastanza da avvisarci quando stiamo propagando una bufala.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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