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Quel ballo indimenticabile all’Overlook Hotel

Il 4 luglio è una data importante per la storia di uno degli horror più amati di sempre

Tra i mille ricordi legati al 4 luglio, festa dell’Indipendenza negli Stati Uniti, ve n’è uno a cui siamo particolarmente legati. Fu un’occasione molto particolare, che risale a oltre 90 anni fa.

Ci riferiamo al ballo di gala del 4 luglio 1921 all’Overlook Hotel.

Noi vi abbiamo partecipato davvero. O forse no?

Un 4 luglio davvero speciale all’Overlook Hotel

Prima di iniziare il nostro viaggio, invitiamo i passeggeri che hanno mai visto Shining a lasciare la carrozza. Stiamo infatti entrando a pieno nel finale di questa pellicola diventata culto. Se quindi non siete preparati sul tema, potete scendere a questa stazione, correre su servizi di streaming (come Infinity TV o Rakuten TV) e tornare qui di corsa. Per tutti gli altri, siamo pronti a partire.

4 luglio overlook hotel shining

Overlook Hotel, ballo del 4 luglio 1921“. È su questa scritta che si chiude il film di Kubrick, impressa su una fotografia in bianco e nero tra le sale dell’inquietante albergo. Una conclusione entrata nella storia, lenta, in controtendenza con quello che ci si può aspettare dal mondo dell’horror. Eppure è proprio lì che Shining ti lascia il segno, con quel cambio di passo e soprattutto quella eccezionale ambiguità.

In tanti si sono chiesti cosa significasse quel finale. Chi è Jack Torrance? Perché è in una foto del 1921? È lui davvero? È vivo, è morto, è un fantasma o che altro? Quella sequenza, quel lento avanzare verso una sequenza di scatti fino a giungere a quello più misterioso, contiene in nuce tutto il film. Nello specifico, il suo essere chiaro e ambiguo al contempo.

Perché la storia di Shining in superficie, è piuttosto lineare: un uomo impazzisce per l’isolamento e cerca di uccidere moglie e figlio, che scappano in tempo. Il punto però è che non si ferma qui, ma fa un passo in avanti e ci invita a scavare sempre più nel profondo.

Che dici, ci riesci, Lloyd? Non è che hai troppo da fare?

4 luglio overlook hotel shining

Prima dicevamo che questa pellicola è “diventata” un cult e non si tratta di un termine scelto a caso. Sebbene il risultato commerciale fosse stato buono fin dall’inizio, la critica non fu ugualmente benevola. Quello che oggi è considerato uno dei migliori horror di sempre fu contestato da alcuni all’uscita, tanto da ottenere due candidature ai Razzie Awards (una sorta di Oscar al contrario) di cui uno alla regia di Kubrick. Impensabile a vederlo oggi.

Questo perché Shining rivela la sua forza dirompente soprattutto sul lungo periodo. È nei momenti in cui ti fermi a pensare, a chiederti cosa si nasconda dentro questa storia, che capisci. O meglio, non capisci e proprio per questo resti a bocca aperta.

Ci si può ad esempio arrovellare per ore alla ricerca di un significato dietro ai fantasmi che popolano l’Overlook Hotel. Potremmo prenderli come vere presenze misteriose dall’aldilà, oppure considerarle proiezioni della mente di Jack, una metafora del suo incedere nella follia. Dopotutto, le apparizioni aumentano di numero e forza nel corso del tempo, parallelamente all’esaurimento del protagonista.

E questo da cosa nasce, davvero? Potrebbe essere l’isolamento certo, oppure la frustrazione per il suo blocco dello scrittore. O ancora, è qualcosa che ha sempre covato in sé o che comunque è nato già prima dell’arrivo all’Overlook Hotel. Magari è una combinazione di tutto questo o magari ci sono ancora tante altre interpretazioni. Perché Shining di Stanley Kubrick narrativamente è questo: una storia che possiamo leggere in mille modi diversi, ma che non rinuncia a una chiarezza superficiale. Arrivati al finale del film abbiamo un’idea di ciò che è successo e solo dopo inizieremo a metterlo in dubbio.

4 luglio, Overlook Hotel, una chiave che apre 237 porte

4 luglio overlook hotel shining

Quel ballo all’Overlook Hotel, quello di quel 4 luglio 1921 diventa la metafora perfetta di tutto questo. Da quella foto si possono sviluppare tutte le possibili ramificazioni di analisi di Shining. Basta guardarla per porsi tantissime domande e scoprire quanto sia ampio il panorama di interpretazioni.

Cosa ci fa Jack in una foto del 1921? Ma poi, è davvero lui? È una presenza fissa dell’Overlook Hotel, sin da quel 4 luglio? Oppure lo è diventato dopo questi eventi? È morto congelato nel labirinto dopotutto, forse è diventato un fantasma, come accaduto a Delbert Grady, il custode precedente. Oppure quell’immagine ci dice semplicemente che ha trovato la pace? Che si trova in una grande festa, finalmente sorridente? A meno che… Siamo sicuri esista davvero quella foto? E se stessimo semplicemente esplorando metaforicamente i pensieri di Jack in punto di morte? E poi, come si incastra tutto questo con il cimitero indiano, la luccicanza, Halloran, la pallina da tennis e…?

Esplorare tutte le strade, seguire il flusso di pensiero che nasce concentrandosi su Shining è affascinante e disorientante. Ci si trova davanti a innumerevoli opzioni, tutte a loro volta con biforcazioni multiple, tutte da seguire per divertirsi a perdercisi dentro per ore e ore, come in un labirinto. E probabilmente non è un caso.

Ora però il gioco dell’interpretazione deve finire. È tempo di tirare fuori lo smoking dall’armadio, rinfrescare le proprie doti nel charleston e prepararsi alla festa di stasera. 4 luglio, 1921, Overlook Hotel. Ci vediamo lì.

Ah, due suggerimenti: evitate la stanza 237. E se sentite bussare non rispondete.

Wendy, tesoro? Vuoi aprire questa cazzo di porta?

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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