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I 5 film orientali da non perdere

Scopriamo insieme alcune tra le più interessanti produzioni cinematografiche girate in Asia.

Qualche settimana fa siamo partiti verso l’Asia – almeno metaforicamente parlando – , alla scoperta di nuove serie tv da vedere assolutamente (dorama, kdrama e drammi cinesi): ora è arrivato il momento di esplorare la categoria film, altrettanto affascinante e piena di prodotti interessanti.

Ammetto di non essere così tanto esperta come la categoria serie tv, però posso affermare di aver visto qualche ottima pellicola e sono qui per suggerirvela. Scopriamo insieme i 5 film asiatici da non perdere assolutamente (per ora!).

5 film asiatici: ne rimarrà solo uno con Battle Royale

 

Il primo film che voglio suggerirvi è anche uno dei primissimi film di stampo asiatico che abbia mai visto: Battle Royale. Si tratta di una pellicola giapponese dei primi anni del 2000 diretta da Kinji Fukasaku ed ispirata all’omonimo romanzo di Koushun Takami.

Ci troviamo in un futuro prossimo, in un Giappone distopico in cui l’autorità della popolazione adulta è drasticamente diminuita con il tempo: ormai gli adulti non controllano più la società e non sono in grado di trasmettere validi insegnamenti ai giovani.

Questo sfocia successivamente in un aumento della criminalità giovanile.

Per evitare che questa però continui ad aumentare ulteriormente, le autorità decidono di approvare una particolare legge, la Millennium Educational Reform Act. Questa legge consiste nell’estrarre a sorte un gruppo di studenti del liceo che dovrà poi partecipare al Battle Royale, un orribile gioco di sopravvivenza.

Qui i ragazzi, trasportati su un’isola deserta, avranno un solo compito: uccidersi a vicenda e riuscire a sopravvivere per difendere a tutti i costi la propria incolumità, per poi tornare a casa. Solo il più forte, ovvero l’ultimo rimasto in gara, potrà ottenere un riconoscimento tale.

Se al termine dei giorni prestabiliti rimarranno in vita più studenti, il comitato li ucciderà tutti attraverso un collare elettronico che essi portano al collo. Chi rimarrà in vita?

Intraprendere questo viaggio nel mondo dei film asiatici è stato tanto illuminante quanto particolare. La prima volta che vidi questo film rimasi totalmente a bocca aperta, stupita da ciò che i miei occhi stavano effettivamente vedendo.

Hunger Games viene molto dopo. E, a confronto, sembra un titolo per educande. Il tema è simile ma in chiave molto più violenta e cruda, quasi senza sentimenti umani. Il film è vecchio quindi lo streaming che utilizzai al tempo non era dei migliori ma, nonostante ciò, riuscii comunque ad avere un nodo alla gola per tutta la durata del film.

Battle-Royale-5-film-asiatici-Tech-PrincessLe ambientazioni sono tetre, quasi sporche e le uniche note di colore si vedono con gli schizzi di sangue che incorniceranno la scena quando meno ce lo aspettiamo. I colori non sono belli ed accesi, fin dall’inizio vi è una prevalenza di colori tenui, spenti, che vanno un po’ ad anticipare gli eventi del film.

Ciò che probabilmente trasmette più inquietudine, oltre all’argomento principale del film, è il cambiamento radicale che alcuni personaggi subiscono: in fin dei conti sono adolescenti, catapultati in una realtà che non avrebbero mai immaginato di vivere.

Alcuni sono più deboli e cercano rifugio nel suicidio: meglio morire per mano mia, piuttosto che uccidere ed essere ucciso. Altri, invece, scopriranno un lato nascosto di loro stessi, unito al malsano gusto di uccidere per divertimento. Nessuno è più amico, sono tutti nemici.

Il regista mette in luce una società che ha perso la retta via, in cui gli errori degli adulti ricadono poi necessariamente sui figli, costringendoli ad atti orribili, inimmaginabili.

Sapevate che è proprio grazie a questa pellicola che sono state create le modalità battle royale dei videogiochi? Questa modalità, come ben sappiamo, possiede due caratteristiche principali: l’esplorazione e la sopravvivenza. Il giocatore successivamente sarà costretto a combattere, in una determinata zona, contro centinaia di giocatori e dovrà riuscire a sopravvivere.

Anche qui, come nel film, ne dovrà rimanere solo uno in grado di aggiudicarsi la vittoria.

Dalla pellicola è stato ripreso anche l’elemento equipaggiamento: i personaggi del film, come i personaggi dei videogiochi, inizieranno la loro avventura con un equipaggiamento molto basico. Nel corso della partita potranno esplorare la mappa e trovare ulteriori risorse, tra cui armi, munizioni e tutto ciò di cui hanno bisogno.

Ed è proprio da questo film che è nata l’ormai celebre modalità battle royale che tanto hanno avuto successo in alcuni tra i Videogiochi più famosi degli ultimi anni, tra cui Fortnite, Call of Duty Warzone ed Apex Legends.

Si tratta di una modalità che ai nostri occhi risulta molto divertente, specialmente perché ci regala un particolare senso di onnipotenza quando si riesce a raggiungere la vetta finale. In realtà, però, è bene ricordare che questa idea è stata presa da un romanzo e film crudo, senza pudore o sentimenti, totalmente privo di umanità e che, nonostante ciò, rimane comunque una delle pellicole migliori che abbia mai visto.

Vi troverete tutto all’interno ed è bene che voi lo vediate. Inoltre il finale, dopo quello che avete potuto vedere dai primi minuti del film, riuscirà a stupirvi intensamente.

5 film asiatici: Old Boy, il film che Tarantino “avrebbe voluto realizzare”

Il secondo film che voglio suggerirvi è anch’esso molto particolare ed è Old Boy e si tratta di una pellicola coreana del 2003 diretta da Park Chan-wook. Il protagonista è Oh Dae-su, un uomo normale che viene rapito il giorno del quarto compleanno di sua figlia. L’uomo si risveglia successivamente in una cella piccola, da cui non può fuggire: qui ha tutto il “necessario” per passare le giornate in tranquillità, letto, bagno e una tv con qualche canale.

Un giorno, mentre guardava un telegiornale, apprende che sua moglie è morta e che le autorità attribuiscono a lui il suo omicidio. Dae-su è distrutto dalla notizia e nel corso della sua lunga prigionia, tenta il suicidio ma viene salvato ogni volta da coloro che lo hanno rapito.

Gli anni continuano a passare e Dae-su cerca di fare del suo meglio per non impazzire totalmente. Inoltre non riesce a smettere di pensare al motivo per cui è stato rapito o a chi possa essere l’artefice di un gesto così orribile. Quindi anni dopo, improvvisamente, Dae-su viene liberato dai suoi rapitori…

Old Boy mi ha lasciata ancora più stupita di quanto abbia fatto Battle Royale. Si tratta di una delle pellicole più crude e agghiaccianti che abbia mai visto. La trama è unica nel suo genere, non è per niente banale ed è caratterizzata da colpi di scena inaspettati e intensi.

Finito di vedere questo film, la mia faccia era abbastanza sconvolta. Non riuscivo a credere a ciò che avevo appena visto.

Si tratta di un film basato sulla vendetta (e se vi piacerà Old Boy, vi invito a vedere tutta l’indimenticabile e celebratissima Trilogia della vendetta dello stesso regista) e sulla violenza, spesso e volentieri gratuita. Il modo in cui il regista riesce a trasportare lo spettatore all’interno della sua personale visione del mondo è inquietante ed affascinante allo stesso tempo.

È un film in grado di inquietare, disorientare e a volte anche schifare lo spettatore, ma tutto ciò è avvolto da un’atmosfera di fascino quasi folgorante che vi terrà incollati allo schermo per tutta la durata della pellicola. Avrete la pelle d’oca, ne sono quasi certa.

Si tratta di una di quelle esperienze che non possono essere descritte fino a che non si provano in prima persona. Io, ancora oggi, rimango stupefatta dal ciò che il regista è stato in grado di creare.

Tune in for Love, un fiore che tarda a sbocciare

Il prossimo film è Tune in for Love e già dal titolo potete dedurre che si tratta di un prodotto differente rispetto a quelli precedenti. E’ una pellicola sudcoreana del 2019 diretta da Jung Ji-woo e che potete tranquillamente vedere su Netflix.

La pellicola è ambientata a Seoul negli anni ’90 e riflette sulla crisi finanziaria asiatica che ha colpito il Paese intorno al 1997. Protagonisti di questa nuova pellicola targata Netflix sono due giovani ragazzi, così diversi eppure simili che si incontrano nel 1995: da lì in poi le loro strade, nonostante gli ostacoli della vita, finiranno sempre per incrociarsi.

I due si ricordano e ripensano con piacere, nonostante il passare degli anni e gli imprevisti che gli impediscono di stare insieme. I protagonisti Hyun-woo e Mi-soo, nel corso degli anni, matureranno e cresceranno. Circa 10 anni dopo i due sono ormai giovani adulti che lavorano e vivono una vita particolare.

Il destino ci metterà nuovamente lo zampino e li farà incontrare nuovamente: riusciranno i due a mettere da parte i problemi passati della loro vita e ad aprirsi l’uno con l’altra?

Ormai mi conoscete e sapete che senza pellicole romantiche non posso vivere. Ciò che però caratterizza quelle asiatiche è il peso dei sentimenti, la dolcezza con cui essi vengono rappresentati e la tenerezza che accomuna i protagonisti nei momenti più intensi della loro vita. Il tutto è così delicato ed intenso che, personalmente, non posso fare a meno di commuovermi e sognare ad occhi aperti.

Tutte le migliori storie d’amore sono travagliate: in fin dei conti, che senso avrebbe una storia perfetta e piatta, senza un po’ di avventura? Questo è ciò che viene rappresentato in Tune in for Love, insieme al famoso detto: se due persone sono destinate a stare insieme, non importa il tempo e gli ostacoli, finiranno sempre per ritrovarsi.

I coreani, si sa, quando devono rappresentare storie d’amore struggenti ed intense, sono sempre in prima fila e lo fanno egregiamente. La trama è interessante e per due ore di visione vi farà totalmente viaggiare con la mente. Si tratta di una di quelle storie pure, genuine, un piccolo fiore primaverile che però, a causa di alcuni ostacoli, tarda a sbocciare: ciò però non significa che non lo farà.

Inoltre troverete una colonna sonora davvero molto bella. Se avete bisogno di qualcosa che vi rianimi d’amore dopo i primi due film asiatici consigliati, questo fa al caso vostro.

5 film asiatici: The Host e Madre, due piccole perle del regista Bong Joon-ho

Gli ultimi due film che ho intenzione di suggerirvi sono entrambi stati realizzati da Bong Joon-ho, regista di Parasite. Prima di questo film da Oscar, il regista ha lavorato ad altre pellicole, in particolare queste due di cui ora vi parlerò.

La prima è The Host, pellicola ambientata nella Corea del Sud negli anni 2000 e disponibile su Netflix. In un obitorio un anatomopatologo americano dice al suo assistente coreano di gettare nello scarico del lavandino della formaldeide, poiché scaduta. Nonostante fosse contrario, l’assistente esegue gli ordini inquinando il fiume Han con litri e litri di sostanza chimica.

Gli anni passano e all’interno del fiume vi è una strana creatura anfibia: dopo essere stata avvistata, il caos è pronto a regnare. La creatura è enorme, di aspetto strano e aggredisce i passanti per poi nascondersi nelle profondità del fiume, portando con sé le vittime.

La notizia viene diffusa per tutta la Corea in cui viene dichiarato lo stato di allerta, con l’esercito che si prepara per difendere i suoi cittadini.

La trama potrà sembrare banale, già vista e conosciuta ma fidatevi di me: nel corso del film, vi renderete conto che ciò che state osservando non è altro che un piccolo capolavoro. L’abilità del regista si nota fin da subito, riesce a rendere il film malleabile e a passare dalla commedia alla tragedia e all’action in poche scene, senza sfigurare il prodotto.

La colonna sonora è spiazzante, nel senso più positivo del termine, e il cast scelto (in cui troviamo Bae Doo-na, protagonista di Sense8) sembra venuto al mondo principalmente per realizzare questo film. Gli attori sono azzeccati e perfetti per il loro ruolo. Il film è complesso e tremendamente ben realizzato. La maestria di Bong Joon-ho c’è e si sente.

Un film più movimentato rispetto ai precedenti ma pur sempre interessante ed accattivante.

L’ultimo film asiatico, anch’esso realizzato da Bong Joon-ho, si chiama Madre ed è una pellicola del 2009. Il protagonista è Yoon Do-joon, un ragazzo con un deficit mentale che vive con la madre in cittadina della Corea del Sud.

Un giorno viene ritrovato su una terrazza, in una posizione molto strana, il corpo di una studentessa: il Paese improvvisamente ne rimase scandalizzato. Le prove sono poche e incomprensibili ma tutte conducono a Do-joon, il quale viene immediatamente accusato di omicidio poiché non possiede nemmeno un alibi.

La madre però sa che suo figlio è innocente e farà tutto ciò che può per smascherare il vero colpevole.

Fin da subito si respira un’intensa atmosfera di mistero e violenza che, con il passare dei minuti, si farà sempre più pungente e concreta. Anche qui il regista ci mette in luce personaggi fuori dal comune, all’apparenza deboli, e che hanno sempre dovuto fare quello sforzo in più rispetto agli altri.

Il personaggio della madre è apparentemente dolce, innocuo ma in realtà racchiude in sé forza e determinazione per scoprire la verità: niente può mettersi sul cammino di una madre disposta a tutto per il proprio figlio. Questa determinazione però rischierà, il più delle volte, di diventare pura ossessione.

Si tratta di una pellicola forte, interessante e che non può mancare nella vostra lista di film asiatici. La particolarità che si nasconde in questa categoria di film è unica nel suo genere e merita di essere conosciuta da tutto il mondo. Osate ed immergetevi in questo mondo lontano ma affascinante.

Non fatevi spaventare dai sottotitoli e fate come ha detto il nostro Bong Joon-ho: “una volta superata la barriera dei sottotitoli alti un pollice, verrete introdotti a molti altri incredibili film.”

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