Anno nuovo, passioni vecchie! Le buone abitudini non hanno motivo di essere variate, quando si tratta di uno sguardo sulla panoramica delle novità che gli studi indipendenti continuano a offrire al pubblico, per stupirlo e affascinarlo.
Diamo allora uno sguardo a quanto vi è di nuovo su cui mettere le nostre mani fameliche!
1. GRIS
Sono schizzi di acquarelli e costruzioni esotiche in decadimento a esprimere con infinita grazia la storia di GRIS, titolo sfornato dal barcellonese Nomada Studio e distribuito da Devolver Digital per Steam e Nintendo Switch dal 13 dicembre. Tanto sono profonde la storia e la grafica laboriosamente resa in modo delicato ed emotivamente struggente, quanto è basilare il gameplay di questo platform in 2.5D a scorrimento, contornato da alcuni facili elementi puzzle.
Parliamo di una manciata di ore che evidenzia come l’unione tra arte e videogioco sia un amalgama potente, in grado di amplificare enormemente il messaggio inviato dagli sviluppatori, pur in assenza di dialoghi, o forse ancor di più grazie a questo tratto.
Sin dall’inizio siamo proiettati in un mondo dalle fattezze distopiche, frutto dal background emotivo terribilmente reale della protagonista, una ragazza dai corti capelli e di un solo mantello vestita, a coprire un corpo sottilissimo e fragile. Risvegliatasi in una mano protettiva, è lo stesso arto che la lascia cadere roteando nel vuoto immenso della cruda realtà della vita, abbandonandola a se stessa in un saliscendi di scale di edifici abbandonati. Non mancheranno nemmeno lunghe discese a rotta di collo nel mare rosso sangue delle asperità dell’esistenza e venti fortissimi che la respingeranno indietro lungo il percorso, in un mondo fatto di polvere, vento e colori annacquati.
Il grigio iniziale della nostra ragazza dipinge la solitudine e la fatica di vivere, aiutati solo da qualche lucciola che, come stelle, si uniscono per indicare la via e costruire sottili ponti luminosi, come piccole costellazioni che ricompongono e riuniscono i frammenti di una strada altrimenti trasformata in vicolo cieco. Sarà proprio il colore del suo abito a denunciare le abilità che la ragazza acquisisce durante il percorso, permettendole di crescere e affrontare sempre meglio gli eventi, uno dopo l’altro.
Nessuna barra vitale, nessun punto esperienza, nessuna preoccupazione di morire, come a rimarcare il fatto che sia la rappresentazione della vita vera e che di morte ce ne sia solo una e definitiva. Solo musica e un viaggio ininterrotto nel dispiegarsi dell’anima e della vita.
Una vera opera d’arte a tutto tondo, che recupera i toni e i ritmi conosciuti in Journey, Rime, FAR: Lone Sails e altri viaggi narrativi che permettono di dare ampio respiro alla mente dei giocatori, ponendoci dinanzi a un’allegoria della vita: una serie di roccaforti che durano nel tempo, alcune sgretolandosi, altre meno, mentre veniamo trascinati dal vento dei mutamenti e delle difficoltà.
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