Quest’anno al Salone di Francoforte l’attenzione è rivolta alla mobilità sostenibile. Moltissimi modelli presentati alla kermesse tedesca, infatti, sono elettrici o elettrificati. Tra le tante novità “di serie”, come ad ogni Salone dell’Auto che si rispetti sono anche presenti alcune auto molto particolari, con linee futuristiche e soluzioni uniche, a volte quasi impraticabili. Sono le Concept Car, prototipi con cui i designer e progettisti delle varie Case provano nuove soluzioni di stile, sperimentano nuove features e, spesso, anticipano le linee dei prossimi modelli di serie.
Ecco qui una selezione dei quattro concept più interessanti che abbiamo visto a Francoforte!
Cupra Tavascan: SUV-Coupè elettrico per la giovane Casa spagnola
Cupra (sigla che unisce le due parole Cup e Racer) è un marchio relativamente giovane nel panorama automobilistico mondiale.
Nato un anno e mezzo fa dalla sorella SEAT, in seno alla quale è nato come reparto sportivo della Casa spagnola, ha il compito di portare su strada le versioni più sportive e ricercate della Casa di Martorell.
Per ora, l’unico modello in commercio del marchio spagnolo è la Cupra Ateca, versione vitaminizzata del C-SUV di casa Seat, seguito a Ginevra dalla Concept Car Formentor, SUV sportivo ibrido-Plug In.
Cupra, oltre a questi due modelli, ha un primato all’interno del Gruppo Volkswagen. È stata infatti la prima Casa del Gruppo a presentare un’auto da corsa 100% elettrica, la Cupra e-Racer.
Questa versione BEV della Leon Cupra TCR è stato il primo modello a batterie della giovane Casa spagnola, che a Francoforte ha raddoppiato.
Proprio al Salone tedesco, infatti, ha fatto il suo debutto la prima Cupra stradale Full Electric: la Concept Car Tavascan.
È il primo modello al di fuori del marchio Volkswagen ad utilizzare la nuova piattaforma MEB, sviluppata specificatamente per le auto elettriche.
La Cupra e-Racer, infatti, si basava sulla piattaforma MQB, la diffusissima base di partenza di gran parte dei modelli del Gruppo, tra Volkswagen, Skoda, Seat e Audi.
Come da tradizione SEAT, inoltre, il nome Tavascan deriva da una città spagnola. In questo caso, da un paesino di un centinaio di anime immerso nei Pirenei.
Cupra Tavascan: l’estetica
La Tavascan è stretta parente della Volkswagen ID. Crozz, di cui riprende pianale e (presumibilmente) meccanica, andando però ad esasperare le linee sportive tipiche del marchio Cupra.
Sulla Tavascan, infatti, i designer Cupra hanno calcato moltissimo la mano sulla sportività, regalando alla Concept Car spagnola un look davvero minaccioso. L’enorme griglia frontale e il logo Cupra illuminato danno alla Tavascan una grande aggressività, impreziosita da fari Full LED e da scalfiture tese e spigolose su tutta la carrozzeria.
L’aggressività si ritrova anche al posteriore, dove la linea discendente da SUV-Coupè, lanciata da BMW con X6 nel 2008, trova posto in un look complessivo teso, sportivo e molto movimentato.
Sul retro troviamo anche il logo Tavascan nell’ormai tipico colore bronzo, un retronebbia centrale che ricorda le monoposto e l’immancabile luce posteriore a tutta larghezza.
All’interno ritroviamo la sportività degli esterni, con una presenza molto importante della fibra di carbonio e un’impostazione generale molto raccolta e sportiva.
La tecnologia, ovviamente, non viene trascurata.
L’impostazione è piuttosto razionale, con un enorme schermo dell’infotainment centrale da oltre 13 pollici, posto a sbalzo sulla plancia, accompagnato da un quadro strumenti digitale da 12,3 pollici.
La meccanica del SUV Coupè spagnolo
Dal punto di vista meccanico, invece, oltre alla già citata piattaforma MEB troviamo due motori elettrici, uno per ogni asse, che donano alla Cupra Tavascan la trazione integrale e una potenza di 306 CV.
Le batterie agli ioni di litio sono da 77 kWh, e, secondo le dichiarazioni di Cupra, permettono un’autonomia di oltre 450 km.
La Cupra Tavascan è la meno estrema delle Concept Car delle 4 che andremo a vedere insieme. La sua impostazione meccanica ed estetica è molto spinta, ma piuttosto razionale, e probabilmente vedremo il modello di serie nei prossimi due anni, anche se da questo punto di vista non arrivano conferme ufficiali.
Audi AI:Trail, un fuoristrada futuristico, con droni e amache!
Se Cupra ha presentato una Concept Car molto vicina alla produzione di serie, lo stesso non si può dire di Audi.
La Casa dei Quattro Anelli, infatti, ha portato a Francoforte un prototipo di fuoristrada elettrico con guida autonoma che ribalta completamente il concetto di fuoristrada e guida off-road, la AI:Trail.
L’estetica della Concept Car tedesca
Esagerata, futuristica, assurda. Sono tutte parole che ben si sposano alla AI:Trail.
Ricorda nell’estetica le Dune Buggy, le famose auto da spiaggia, spesso basate sul Maggiolino, celebri anche in Italia negli anni ’70 (qualcuno ha detto Bud Spencer e Terence Hill?).
Come i Dune Buggy, infatti, la Concept Car tedesca ha ruote quasi scoperte, altezza da terra importante e un abitacolo ampio e molto rialzato. Le linee della carrozzeria sono spigolose e movimentate, ma è oggettivamente difficile parlare di carrozzeria, visto che la AI:Trail ha superfici vetrate enormi.
Ultimo aspetto assurdo dell’estetica di questo concept è l’assenza totale di fari anteriori. Questi, infatti, sono sostituiti da cinque droni montati sul tetto dell’auto.
Quando fa buio, questi droni (o una parte di questi) volano davanti all’auto e illuminano automaticamente la strada davanti alla AI:Trail, con la possibilità di essere anche controllati dal guidatore.
Quando non necessari, ritornano sui loro supporti sul tetto, e illuminano l’interno attraverso l’enorme tetto in vetro.
Gli interni di Audi AI:Trail: amache? Cosa?
Gli stessi interni sono stati completamente reinventati dai designer Audi.
Gli specchietti sono stati sostituiti da telecamere collegate a due piccoli schermi, come tutte le Concept Car prese in esame.
La prima particolarità di questa Concept Car è però l’assenza totale di schermi, al di fuori di quelli per gli “specchietti”.
È una scelta sorprendente, soprattutto considerando il periodo in cui ci troviamo, dove più l’auto ha grandi schermi, più viene apprezzata.
L’interno, in questo modo, è dominato dalle amplissime superfici vetrate, che, come detto in precedenza, compongono la maggior parte della carrozzeria.
Audi dichiara di aver scelto questo approccio per “permettere al guidatore di avere un controllo totale su strada ma soprattutto fuoristrada, e per dare agli occupanti una sensazione di immersione e connessione totale con l’ambiente circostante”.
Non è presente neanche un quadro strumenti, sostituito da una docking station dove porre il proprio smartphone, che dal momento in cui viene montato diventa l’interfaccia dell’auto con il guidatore.
Un’altra scelta particolare è quella riguardante i sedili posteriori. I sedili anteriori, infatti, sono “classici” sedili, per quanto estremizzati nelle forme.
Quelli posteriori, invece, sono stati sostituiti da una coppia di amache, che possono essere montate sull’auto o smontate e legate tra due alberi, per godersi appieno la natura.
La meccanica e i sistemi di guida autonoma
Per quanto riguarda la guida, la AI:Trail è dotata di guida autonoma di livello 4, ovvero totalmente autonomatizzata, che non necessita di alcun controllo da parte del guidatore.
Questa possibilità, però, è disponibile (al momento) solo in autostrada. Per questo, è presente all’interno dell’auto un volante con i classici pedali, per poter guidare la Concept Car degli Anelli in percorsi fuoristrada.
Dal punto di vista meccanico, la Audi AI:Trail dispone di quattro motori elettrici, uno per ogni ruota, capaci di una potenza combinata di 435 CV.
È lunga poco più di 4 metri, larga più di due e ha un passo di 310 cm, davvero abbondante. Il peso è di 1750 kg, mentre la capacità della batteria non è stata rivelata. Audi però ha dichiarato che la AI:Trail ha un’autonomia di circa 500 km.
BMW 4 Concept: antipasto di Serie 4?
BMW ha portato numerosi modelli a Francoforte.
La nuova Serie 1 ha fatto il suo debutto ad un Salone dell’Auto, abbiamo visto l’anteprima mondiale della nuova X6, e la Casa dell’Elica ci ha mostrato il suo concetto di auto sportiva del futuro.
Insieme a tutte queste novità, di cui vi avevamo già parlato, la Casa di Monaco ha presentato anche un’altra, inattesa, Concept Car.
Stiamo parlando della BMW 4 Concept, l’auto che con ogni probabilità anticipa le linee della prossima Serie 4.
L’estetica della prossima coupè dell’Elica
Come da tradizione, dopo l’uscita della nuova Serie 3, BMW si mette a lavoro per portarci la nuova Serie 4.
Erede della iconica Serie 3 Coupè, presente in tutte le serie del fortunato modello tedesco fin dal 1975 (anzi, la prima serie, la E21, era disponibile solo come coupè a due porte!), dal 2012 ha cambiato nome.
Si è, infatti, uniformata al resto della gamma BMW, dove il modello con numerazione dispari è disponibile in versione berlina e station wagon, mentre il modello con numerazione pari è disponibile in versione coupè o cabrio (come, ad esempio Serie 5 e Serie 6).
La prima BMW Serie 4, la F32, ha avuto un ottimo successo grazie ad un’estetica riuscitissima e a contenuti, come da tradizione, di rilievo.
La nuova 4 dovrà riuscire a ripetere quel successo, e la 4 Concept è l’anticipazione di cosa vedremo presto.
Il prototipo bavarese ricorre a linee morbide, simili a quelle della precedente.
La 4 Concept, infatti, è molto affusolata, larga e bassa, dimensioni capaci di donarle un look molto sportivo. Al posteriore, l’accenno di alettone “a coda d’anatra” è ben riuscito, e la distingue dalla berlina.
La fiancata della Concept Car tedesca continua il discorso di sinuosità e sportività, contornata da enormi cerchi e dal classico Gomito di Hoffmeister, sempre presente a chiudere la linea dei finestrini posteriori.
Ciò che, invece, lascia perplessi molti, è la soluzione scelta per il classico doppio rene, la mascherina tipica di ogni BMW.
Questo, infatti, segue il trend degli ultimi due anni, dove questo particolare estetico è cresciuto sempre di più in dimensioni, ottenendo pareri decisamente contrastanti.
Sulla 4 Concept BMW, se possibile, estremizza ancora di più il concetto, arrivando a creare una mascherina che riempie in altezza l’intero paraurti, andando persino ad inglobare la targa.
Questa scelta dona grande aggressività al frontale, ma non è che forse BMW stia esagerando un po’ con le dimensioni del suo iconico doppio rene?
La meccanica
Su questo aspetto BMW è stata un po’ avara di informazioni… non ce ne ha proprio date! La meccanica, così come gli interni, sono rimasti nascosti, così da circondare con un alone di mistero questo modello.
Dovremo aspettare ancora qualche mese per saperne di più!
Hyundai 45: una coupè che riprende la storia del marchio coreano
Per ultima, ma non meno importante, abbiamo la Concept Car proposta da Hyundai al Salone di Francoforte.
La Casa coreana ha portato una novità molto interessante per noi europei alla fiera tedesca: la nuova i10.
Insieme alla piccola citycar, la Casa di Seoul ha presentato anche una Concept Car che riporta la mente al 1974: la Hyundai 45.
La genesi di Hyundai: la Pony
Il nome parla chiaro: questa coupè omaggia la storia di Hyundai, iniziata 45 anni fa al Salone di Torino.
Nel 1974, infatti, ha fatto il suo debutto internazionale un piccolo marchio coreano, Hyundai, che per la prima volta smetteva i panni di produttore su licenza di Ford Cortina.
Infatti, la Casa di Seoul ha reclutato tra le sue fila 5 tra i più capaci ingegneri inglesi, la fornitura di motori Mitsubishi e l’aiuto del celebre designer italiano Giorgetto Giugiaro.
Con queste premesse, finalmente è nata la prima auto coreana, la Hyundai Pony.
Al salone di Torino ha debuttato come berlina 4 porte con coda tronca, seguita poi da versioni Station Wagon, pick-up e Coupè, a cui questa 45 si ispira.
Le vendite iniziarono nel 1975 in Corea del Sud, per poi espandersi in tutta l’Asia e arrivare, nei primi anni ’80, in Canada e in Europa. In questi Paesi la Pony ebbe un discreto successo, giocando un ruolo fondamentale nella scalata di Hyundai da marchio “low cost” a realtà consolidata nel panorama automobilistico mondiale.
La Hyundai 45: esercizio di stile e di soluzioni nuove
Come per la BMW 4 Concept, Hyundai non ha rilasciato specifiche tecniche di nessun genere.
Al contrario della tedesca, però, la coreana è un puro esercizio di stile.
È cioè, un display delle idee e delle innovazioni che designer e ingegneri hanno ideato.
Forse le vedremo in prodotti di serie, o che forse rimarranno solo delle idee innovative.
Dal punto di vista del design, l’estetica retrò è un chiaro rimando alla Pony del 1974, con la coda tronca e delle proporzioni un po’ tozze che non siamo più abituati a vedere.
Molto d’impatto i fari anteriori a LED che vanno a riprendere idealmente i 4 fari tondi della Pony, così come di grande effetto sono le quattro porte che scorrono verso le due estremità della vettura, dando un accesso molto ampio all’abitacolo.
Abitacolo che, seguendo i trend dei concept di auto con guida autonoma di livello 4, sono completamente riconfigurabili. Infatti, i sedili anteriori sono vere e proprie poltrone, che possono ruotare di 180°, andandosi a posizionare diretti verso il divano posteriore, andando a creare un ambiente lounge dove conversare, mentre l’auto porta gli occupanti a destinazione.
L’affascinante mondo delle Concept Car visto a Francoforte
Termina qui l’affascinante viaggio all’interno del mondo delle Concept Car, molto spesso le star di un Salone dell’Auto come quello di Francoforte.
Come abbiamo potuto vedere, il mondo delle Concept è molto vario: si va da modelli quasi pronti per la produzione a puri esercizi di stile, volti a mostrare le idee di un costruttore e anticipare il corso stilistico degli anni successivi.
Speriamo che questo viaggio insieme a noi vi sia piaciuto, non vediamo l’ora di portarvi a conoscere le Concept Car del prossimo Salone!
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