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Boris 4: come sono i primi due episodi della nuova stagione della serie

La quarta stagione di Boris debutterà il 26 ottobre su Disney+.

Dopo 11 anni di assenza dai nostri schermi e dai set più sgangherati dalla penisola, René Ferretti torna insieme alla sua folle troupe con Boris 4, nuova attesissima stagione di una delle più celebri e amate serie televisive italiane. Per il panorama dell’intrattenimento è passata praticamente un’era geologica dal debutto su Fox Italia nel 2007 e dal passaggio al cinema nel 2011 con Boris – Il film. La quarta stagione dello show trasloca dunque su Disney+, grazie a cui abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima i primi due episodi, in attesa dell’arrivo in catalogo di tutte le 8 puntate di questo ciclo, fissato per il 26 ottobre.

Dopo aver riversato la sua esilarante e feroce satira sul panorama televisivo italiano (in particolare sulle fiction Rai) e sul mondo del cinema (con il già citato Boris – Il film), Boris si dedica al mondo in costante evoluzione delle piattaforme streaming. Un passaggio coerente, dal momento che Boris ha sempre fatto ironia sullo stesso media all’interno del quale era distribuito. Come anticipato dal materiale promozionale, l’input per una vera e propria reunion della troupe dell’orribile fiction Gli occhi del cuore arriva da un progetto fortemente voluto dal sempre più mitomane Stanis La Rochelle, che con la sua casa di produzione SNIP (So Not Italian Production) e con la collaborazione di Corinna Negri (diventata nel frattempo sua moglie) vuole girare una serie intitolata Vita di Gesù, ovviamente tenendosi la parte del protagonista nonostante i suoi 50 anni suonati.

Il supporto e la discutibile professionalità degli amici di sempre però non bastano: il panorama seriale è radicalmente cambiato, e per trovare i fondi serve coinvolgere una piattaforma streaming. Ottenere il Lock (cioè il via libera) però non è semplice: serve infatti aderire a un rigido codice etico e soprattutto soddisfare le richieste dell’Algoritmo.

Boris 4: il ritorno della fuoriserie italiana

Boris 4

Fin dall’annuncio di Boris 4, i fan di lunga data dello show e quelli che lo hanno scoperto recentemente grazie alla distribuzione in streaming affiancata da lunghi periodi di isolamento hanno provato un misto di felicità e timore. Felicità per l’opportunità di assistere alla nuova vita di una serie geniale e rivoluzionaria, capace di raccontare le miserie e lo squallore dell’ambiente lavorativo italiano medio attraverso l’incompetenza e la noncuranza regnanti all’interno di un set televisivo; timore perché era tutt’altro che semplice riuscire ad assestarsi nuovamente su livelli di scrittura così elevati, soprattutto dopo la scomparsa del compianto Mattia Torre, mente dello show insieme ai ritrovati Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo.

Anche se due episodi non sono sufficienti per dare un giudizio completo e definitivo, ci sentiamo di rassicurarvi in questo senso: questo nuovo ciclo di episodi è Boris al 100%. I personaggi che ritroviamo non sono pallide imitazioni di quelli che avevamo lasciato, e l’inevitabile ricorso ai tormentoni della serie è sempre giustificato da fini narrativi, in certi casi esilaranti (come l’ormai iconico “Dai, dai, dai!” di René scambiato per una minaccia di morte dalla responsabile europea della piattaforma). Qualcuno ha migliorato la propria posizione (come Alessandro, ora pezzo grosso della piattaforma), altri non ci sono più (la Itala di Roberta Fiorentini, a cui è dedicato un toccante omaggio), altri ancora se la passano tutt’altro che bene (Sergio, finito in carcere).

Ma una volta sul set le dinamiche sono quelle di sempre: un ficcante ed efficace umorismo, adattato alla serialità contemporanea e basato sulle soluzioni registiche e di scrittura necessarie a soddisfare il misterioso Algoritmo, da cui passa il destino di uno show.

Il ricordo di Mattia Torre

Boris 4

Fra le piazzate di Stanis, le sfuriate di Corinna, la rassegnazione di René e la volgarità di Biascia, emergono la creatività e soprattutto la sfrenata voglia di ozio degli sceneggiatori, interpretati ancora da Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti. Nel corso degli episodi, diventa evidente che è proprio su questi personaggi che è stato proiettato il ricordo di Mattia Torre, vero e proprio autore di Boris 4 anche se purtroppo non è più fisicamente con noi. Una presenza/assenza che grazie a una brillante e allo stesso tempo commovente soluzione narrativa diventa al tempo stesso emozionante omaggio e inedita dinamica narrativa per questo nuovo ciclo di episodi.

Fra goliardia e malinconia, risalta anche il palpabile senso di inadeguatezza dei protagonisti, che negli anni si sono trasformati in veri e propri boomer fondamentalmente estranei alle dinamiche delle piattaforme. Il linguaggio inclusivo diventa così uno scoglio pressoché insuperabile per Biascica, gli inglesismi si trasformano in terreno fertile per equivoci e fraintendimenti, l’input di rappresentare le minoranze e inserire precise tipologie di sottotrame è un perfetto assist per la cialtroneria degli sceneggiatori. Come sottolineato dallo stesso cast durante la conferenza stampa di presentazione, in Boris 4 è tutto cambiato perché non cambiasse nulla dal punto di vista della qualità e dell’intrattenimento. E questo è un pregio tutt’altro che scontato.

Boris 4 non delude le attese

Le prime due puntate di Boris 4 ci mettono però di fronte a due potenziali debolezze di questo revival. Il primo è di natura puramente produttiva: anche se il materiale promozionale sottolinea più volte la volontà da parte dello show di fare satira sull’intero panorama delle piattaforme, è abbastanza evidente che al centro del mirino ci sia Netflix, cioè il servizio streaming a cui è spesso associato (in maniera negativa e impropria) il generico termine di “algoritmo”, nonché l’unico a distribuire una quantità di contenuti tale da imporre precisi standard narrativi e produttivi, su cui ricade l’umorismo della serie. L’umorismo a riguardo è sempre calzante e incisivo, ma è doveroso ricordare che arriva da una diretta concorrente della piattaforma amabilmente sbertucciata.

Da evidenziare inoltre il fatto che Boris 4 per il momento sembra concentrarsi solo sul microcosmo delle piattaforme e della produzione seriale, mettendo in secondo piano uno dei punti di forza delle precedenti stagioni, ovvero l’evidente parallelismo fra la sciatteria della troupe de Gli occhi del cuore e quella che alberga in buona parte del mondo del lavoro italiano. Piccole pecche ampiamente riparabili nel prosieguo della stagione, che non inficiano sulla riuscita di questo revival.

«Come si sta all’inferno?», si chiede un personaggio di Boris 4, sentendosi rispondere «Mah, ti dirò, manco male. So’ tutte quarte stagioni». A dispetto di quanto in molti temevano, questa quarta stagione è tutt’altro che un inferno.

Gli 8 episodi di Boris 4 arriveranno nel catalogo di Disney+ il 26 ottobre.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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