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Rapiniamo il Duce: com’è il film Netflix con Pietro Castellitto e Matilda De Angelis

Rapiniamo il Duce sarà disponibile su Netflix a partire dal 26 ottobre.

Uno scalcagnato manipolo di antieroi, capitanati da Pietro Castellitto, alle prese con l’organizzazione di un durissimo colpo al regime. Le macerie dell’Italia sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Un umorismo verace e disincantato, venato di sfumature pop. No, non è Freaks Out di Gabriele Mainetti, ma Rapiniamo il Duce di Renato De Maria, film originale Netflix che dopo la presentazione nel corso della Festa del Cinema di Roma 2022 arriverà nel catalogo della piattaforma a partire dal 26 ottobre.

Ci troviamo a Milano, nell’aprile del 1945. La guerra volge verso la conclusione, ma la macchina del regime fascista è più viva che mai. Uno dei suoi ingranaggi più temibili è sicuramente Borsalino (Filippo Timi), pericoloso torturatore, marito dell’attrice decaduta Nora Cavalieri (Isabella Ferrari) e amante della cantante di un locale notturno Yvonne (Matilda De Angelis). Quest’ultima è però la fidanzata clandestina di Pietro (Pietro Castellitto), che con il nome d’arte di Isola cerca di sopravvivere fra le varie fazioni in lotta gestendo un mercato nero di armi. Insieme alla sua sgangherata squadra, Pietro si avventura in un’impresa ai limiti del possibile: rubare lo sconfinato tesoro che Mussolini e i suoi custodiscono nella temibile Zona Nera.

Rapiniamo il Duce: cinema di genere con tanti pregi

Rapiniamo il Duce 2
Cr. Sara Petraglia/Netflix © 2022

Nonostante i punti di contatto evidenziati poc’anzi, sarebbe ingeneroso ridurre Rapiniamo il Duce a una mera copia di Freaks Out. Renato De Maria mette infatti in scena un collage di suggestioni e atmosfere che ha come espliciti punti di riferimento I soliti ignoti di Mario Monicelli e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, in cui convivono l’heist movie, il noir, il melodramma sentimentale e la commedia all’italiana. Un vero e proprio frullato narrativo, su cui il regista riversa tutta la sua passione per il pop, che va dal fumetto (e non poteva essere altrimenti per chi ha diretto Paz!) alla musica nostrana, omaggiata da alcuni notevoli anacronismi canori come Se bruciasse la città, Amandoti e Tutto nero, tutte successive alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale (altro collegamento a Freaks Out, che analogamente utilizzava Sweet Child O’ Mine e Creep).

Rapiniamo il Duce mostra il meglio del cinema italiano odierno: quello che guarda con passione e impegno al genere, con una qualità tecnica e produttiva impeccabile (ottima la ricostruzione di Milano durante il conflitto bellico) e che si appoggia con coraggio e fiducia ai migliori talenti nostrani. Fra questi, spiccano indubbiamente un Pietro Castellitto insolitamente controllato e una strepitosa Matilda De Angelis, che riesce a essere al tempo stesso sensuale anti-femme fatale (sempre vittima e mai carnefice), dolce compagna e sorprendente cantante, centrando interpretazioni che ricordano la Anya Taylor-Joy di Ultima notte a Soho. Da non sottovalutare inoltre l’apporto di punti fermi del nostro cinema, come il feroce e fumettistico Filippo Timi, una Isabella Ferrari in versione Gloria Swanson e l’irresistibile Maccio Capatonda, che conferisce a Rapiniamo il Duce il suo caratteristico carico di comicità demenziale.

… ma anche alcuni difetti

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Cr. Sara Petraglia/Netflix © 2022

Non tutto però gira alla perfezione. La dimensione fumettistica del racconto, evidente in ogni dettaglio, porta a una certa superficialità del racconto, accompagnata da alcuni inserti animati non particolarmente convincenti. L’intento ucronico e squisitamente citazionista alla Quentin Tarantino non riverbera nei dialoghi, che al contrario di quelli a cui ci ha abituato il maestro statunitense sono spesso fiacchi, poco ispirati o volti a sottolineare l’ovvio. Nonostante la lodevole ambizione registica, spiace inoltre riscontrare una messa in scena abbastanza confusionaria nel corso dell’immancabile inseguimento finale, che comunque non deve farci dimenticare quanto di buono visto in precedenza. Lo stesso contesto della Seconda Guerra Mondiale, che Tarantino usa per redimere la storia attraverso il cinema, diventa in questo caso un semplice sfondo, mai davvero al centro del discorso e del racconto.

La natura di racconto corale di Rapiniamo il Duce impone poi una riflessione sui membri dell’improvvisata squadra del colpo su cui è incentrato il racconto. Detto di Pietro Castellitto e Matilda De Angelis, che dimostrano una notevole chimica e un carisma tale da proiettarli verso lo status di futuri divi del nostro cinema, duole evidenziare la scarsa caratterizzazione di alcuni personaggi secondari, come quelli di Luigi Fedele e di Coco Rebecca Edogamhe (già vista in Summertime), che nonostante la bravura degli interpreti sembrano sempre oggetti alieni all’interno della narrazione. Per un’opera molto parlata come questa, è paradossale che a funzionare meglio fra i personaggi di contorno sia quello di Maccio Capatonda, che con il suo inconfondibile umorismo (esilarante la sua intromissione in un momento estremamente romantico) risulta perfettamente coerente con il mix di generi a cui dà vita Renato De Maria.

Rapiniamo il Duce: il fumettistico heist movie all’italiana che guarda a Tarantino

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Cr. Sara Petraglia/Netflix © 2022

Quando nel 2015 (proprio nella cornice della Festa del Cinema di Roma) abbiamo acclamato Lo chiamavano Jeeg Robot come piccolo capolavoro in grado di riportare un moderno cinema di genere al centro della produzione italiana, abbiamo implicitamente accettato di incontrare nel percorso opere non del tutto riuscite ma ugualmente importanti per muovere pubblico e industria in questa direzione. Sette anni dopo, la più diffusa piattaforma mondiale di streaming investe in Italia per una produzione costosa e ambiziosa, ambientata in un momento cruciale della nostra storia.

Anche se l’impatto non è tanto convincente quanto quello della memorabile opera prima di Gabriele Mainetti, non possiamo che celebrare questo traguardo, auspicando una piccola correzione di rotta per il futuro. Il finale di Rapiniamo il Duce lascia infatti la porta aperta a un possibile sequel: la guerra è finita, ma forse Isola e la sua banda hanno ancora qualcosa da dire e qualche missione improbabile a cui dedicarsi.

Rapiniamo il Duce sarà disponibile su Netflix a partire dal 26 ottobre.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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