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ChatGPT passa (per poco) gli esami all’università

Dei professori l'hanno testato su corsi di Legge ed Economia

Molte scuole temono che ChatGPT di OpenAI possa aiutare gli studenti a imbrogliare nei test, ma che voto prenderebbe il chatbot se facesse un esame all’università? Non aspettetavi la lode, ma l’intelligenza artificiale saprebbe laurearsi in Legge ed Economia. Almeno secondo due studi indipendenti fatti da professori universitari, che hanno promosso il bot agli esami.

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ChatGPT passerebbe gli esami all’università, ma senza lode

In uno studio appena pubblicato, i professori di giurisprudenza dell’Università del Minnesota hanno sottoposto ChatGPT agli esami di quattro corsi della loro facoltà. L’intelligenza artificiale li ha superati tutti e quattro, ma con un voto medio di C+. Che non è male: moltissimi studenti firmerebbero per un voto di 24-25 trentesimi. Ma non è la risposta geniale che ci si aspetta dall’intelligenza artificiale.

In un altro studio recente, il professore della Wharton School of Business Christian Terwiesch ha scoperto che ChatGPT ha superato un esame di gestione aziendale con un voto da B a B-. Un 27-28 che invece farebbe contenti la maggior parte dei genitori apprensivi. Ma ancora molto lontano dalla lode.

Sebbene diversi utenti abbiano utilizzato ChatGPT per creare “fidanzate virtuali”, scrivere canzoni in stile Nick Cave, moltissimi hanno parlato del rischio di studenti che passavano verifiche ed esami con l’AI. Ma sembra che al massimo ChatGPT possa aiutare a non essere bocciati, piuttosto che togliere le borse di studio agli studenti più brillanti.

Troppo incostante

ChatGPT lavoratori

I ricercatori hanno notato che lo strumento di OpenAI non risulta abbastanza consistente nelle risposte, non per superare esami di livello universatorio. I professori in Minnesota hanno spiegato che ChatGPT è stato bravo nell’affrontare le “regole legali di base” e nel riassumere le dottrine a livello teorico. L’AI ha però fallito quando ha cercato di individuare le questioni rilevanti per un caso specifico. Conosce la teoria, ma non riesce a metterla in pratica.

Terwiesch ha invece affermato che il generatore è stato “sorprendente” con semplici domande sulla gestione delle operazioni e sull’analisi dei processi. Tuttavia, restava vago e poco preciso sulle domande riguardo processi avanzati. Ha persino commesso errori con la matematica che gli studenti delle medie saprebbero gestire.

Insomma, lo studente robotico è bravo, ma dovrebbe applicarsi di più. I professori del Minnesota hanno affermato che gli studenti potessero ottenere risultati migliori con personalizzando gli input, fornendo più dati a ChatGPT delle sole domande. Con l’aiuto di uno studente capace di inquadrare meglio la questione, potrebbero prendere voti migliori. A Wharton, Terwiesch spiega che il bot ha saputo modificare le risposte in risposta al coaching umano. Quindi non potrebbe superare un esame o scrivere un saggio da solo, ma uno studente potrebbe utilizzarlo per rispondere in maniera generale e poi affinare le risposte.

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Creare esami che gli AI non sanno superare

Se è vero che l’AI non può da solo fare meglio degli studenti da 30 e lode, sembra comprovato che possa superare degli esami universitari. Almeno per come sono strutturati ora. Infatti, entrambe le facoltà hanno sconsigliato di provare a limitare l’uso della tecnologia controllando che nessuno studenti possa usare lo smartphone. Piuttosto, i professori dovrebbero creare esami a prova di AI.

ue intelligenza artificiale

Modificare le domande potrebbe scoraggiare l’uso dell’IA: per esempio concentrarsi sull’analisi piuttosto che sul recitare regole. Più pratica, quindi, e meno teoria. Questo incentiverebbe lo studio delle “abilità fondamentali” piuttosto che appoggiarsi a un robot per chiedere aiuto, spiega l’Università del Minnesota.

Entrambe le scuole pensato tuttavia che ChatGPT non dovrebbe essere bandito dalla classe, anzi. I professori potrebbero insegnare agli alunni come fare affidamento sull’intelligenza artificiale sul posto di lavoro o persino usarla per scrivere e valutare gli esami. La tecnologia potrebbe far risparmiare tempo che potrebbe essere speso per gli studenti, spiega Terwiesch. Per esempio, alimentando le discussioni in aula e trovando più tempo per gli incontri con gli studenti.

L’invito è quello di non diffidare del tutto né affidarsi completamente alla tecnologia. Considerando ChatGPT come uno strumento – non come il sostituto di uno studente.

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Source
Engadget

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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