Chiamate indesiderate, boom di segnalazioni. Ma il Registro delle opposizioni funziona?

Sembrava che il 27 luglio fosse una data discriminante per gli italiani. Da allora, anche i possessori di telefoni mobili avrebbero potuto iscrivere la propria utenza al Registro delle opposizioni. E far smettere lo stillicidio di chiamate indesiderate che, nel migliore dei casi, ci disturba durante l’orario lavorativo. E nei peggiori mette a serio repentaglio la nostra tenuta nervosa.

Cosa è successo, dunque, dallo scorso 27 luglio? Tutti noi abbiamo amici felicissimi del fatto di non ricevere più mezza chiamata molesta. E altri che si accaniscono sui social urlando ai quattro venti che, iscrizione o meno al Registro delle opposizioni, non è cambiato alcunché.

Insomma: a poco meno di due mesi dall’estensione della possibilità di iscrivere al Registro anche i numeri di telefonia mobile, è tempo di bilanci.

Cosa è accaduto, cosa sta accadendo? Le segnalazioni sono aumentate? E l’iscrizione funziona o no?

Numeri (e problemi) iniziali

In un articolo dello scorso 2 agosto vi avevamo dato conto di ciò che era successo nelle prime giornate dall’apertura anche ai cellulari del Registro.

Ed era un resoconto agrodolce. Ad esempio, nella sola giornata di lunedì 1 agosto c’erano state più di un milione e duecentomila richieste. D’altro canto, tra numeri telefonici (inesistenti) da contattare e blocchi informatici vari, non era davvero facile iscriversi.

Ora che i problemi tecnici di iscrizione pare siano stati sanati, si può forse fare un bilancio più ampio e disteso.

Il boom di iscrizioni e segnalazioni al Garante

La possibilità di iscrivere anche i telefoni mobili al Registro delle opposizioni ha fatto schizzare le richieste totali. Il 13 settembre eravamo a 2,6 milioni di utenti iscritti.

Nel primo mese a mezzo a partire dal 27 luglio, poi, sono triplicate le segnalazioni al Garante rispetto al 2021: se ne sono contate circa 1.700.

Ricordiamo che il Garante per la protezione dei dati personali va interpellato quando si continuano a ricevere chiamate indesiderate nonostante l’iscrizione al Registro.

L’indagine del Codacons

Arriviamo al cuore della questione, al punto che più interessa i consumatori. Insomma: le telefonate moleste arrivano anche dopo l’iscrizione al Registro, o no?

Un’indagine del Codacons ci dice che, addirittura, circa la metà degli scritti continua a ricevere telefonate indesiderate.

Perché? I problemi sembrano almeno due. Il primo: un funzionamento ancora parziale dello stesso Registro.

Il secondo problema è più subdolo, e riguarda i tentativi da parte delle aziende di aggirare l’ostacolo. Ad esempio tramite call center con sede all’estero, oppure non iscrivendosi al registro, o con software che generano numeri non rintracciabili.

I dati dell’Unione nazionale consumatori

Inoltre, l’Unione nazionale consumatori ha stilato un dossier sulle segnalazioni pervenute al Garante della Privacy.

Ebbene: il 30% dei reclami riguarda lamentele di iscritti al Registro delle opposizioni che continuano a ricevere chiamate indesiderate dalle compagnie telefoniche. Il 29,2% viene molestato da società di luce e gas, e il 25% dalle società di online.

Ma l’iscrizione quali telefonate blocca?

Attenzione però, perché c’è un terzo aspetto, che viene sottovalutato da molti.

L’iscrizione al Registro delle opposizioni blocca tutte ma proprio tutte le chiamate indesiderate? Ebbene: no. Iscrivendosi al Registro si arginano solo le telefonate di telemarketing per cui si ha rilasciato un consenso in precedenza. E si impedisce la cessione dei propri dati a terzi.

Tuttavia, continueranno le chiamate da parte di aziende a cui è stato fornito il consenso nell’atto della sottoscrizione di un contratto (attivo o cessato da non oltre 30 giorni) e quelle autorizzate dopo l’iscrizione al Registro. Per far cessare le prime, bisogna rivolgersi alle aziende stesse, mentre per le chiamate autorizzate dopo l’iscrizione, ci si può riscrivere (gratuitamente) al Registro.

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Come tutelarsi

Se le chiamate indesiderate proseguono anche dopo la corretta iscrizione al Registro delle opposizioni, dunque, dicevamo che occorre inviare un reclamo al Garante della privacy.

Bisognerà indicare le telefonate ricevute e la prova dell’avvenuto esercizio dei diritti. Ovvero del preventivo invio del modulo (scaricabile dal sito del Garante) all’operatore telefonico che ha effettuato la chiamata molesta, se l’operatore non ha risposto entro 30 giorni.

Il reclamo al Garante è inviabile tramite tre canali:

• via fax al numero 06.69677.3785;
• via e-mail all’indirizzo protocollo@gpdp.it oppure, solo per le Pec, a protocollo@pec.gpdp.it;
• raccomandata indirizzata al Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 – 00187 Roma.

Le aziende che trasgrediscono subiranno sanzioni salate, che possono arrivare fino a 20 milioni di euro o, per le imprese, fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente.

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