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Come creare un podcast: guida completa agli strumenti e alle piattaforme

Come creare un podcast? È una domanda che ultimamente ci sentiamo fare spesso. I podcast – questi file audio caricati sul web per essere ascoltati da migliaia di persone – sono ormai molto diffusi e ben si sposano con il periodo che stiamo vivendo. In un mondo che ci obbliga a trascorrere diverse ore alla settimana a bordo di auto, treni, autobus, aerei e metropolitane è vitale trovare un modo per passare il tempo. Sì, è vero, c’è la radio e ci sono i servizi di musica in streaming, ma il podcast offre qualcosa in più: l’opportunità di imparare, allargare i propri orizzonti e capire il mondo che ci circonda, magari guardandolo da un nuovo punto di vista. A questo aggiungete il maggior impatto di audio rispetto al video: il podcast ci obbliga a fare uno sforzo, a dipingere una scena nella nostra testa,

Ma torniamo alla domanda iniziale: come creare un podcast? In realtà sono pochi gli step da compiere per portare sul web i vostri contenuti: bastano una buona idea, un microfono ed un account su Spreaker.

Come creare un podcast: l’idea

come creare un podcast ideaIl podcast, esattamente come i blog nella loro epoca d’ora, hanno un grosso vantaggio: sono democratici. Non avete bisogno di grossi investimenti di denaro, non dovete conoscere la “gente giusta”, non dovete avere particolari competenze tecniche. Questo ovviamente non significa che chiunque dovrebbe aprirne uno. Non è un “posso e lo faccio” fine a se stesso. Serve, prima di tutto, un’idea.

Prima di imbarcarvi in questa avventura dovete capire cosa raccontare. Cosa potete offrire all’umanità? Quale argomento conoscete? Quale stile volete utilizzare? Quale formula è davvero adatta?

Ricordatevi poi che non è un contenuto singolo, ma seriale. Questo significa che dovete avere materiale sufficiente a coprire decine di puntate, o per lo meno 8/10 episodi. Ma anche questa è una scelta che dovete compiere a monte: volete fare qualcosa di breve e circoscritto, qualcosa che ha necessariamente una fine, oppure volete portare avanti il vostro progetto per mesi o, addirittura, anni?

Ricapitolando quindi, ecco cosa dovete definire prima di iniziare:

  • di cosa parlo?
  • lo tengo da solo/a? Trovo un partner? Intervisto persone?
  • a chi mi rivolgo?
  • come lo intitolo?
  • quanto dura una puntata?
  • quale cadenza gli do?
  • quanti episodi voglio realizzare?

Se avete le risposte a queste domande, siete già a buon punto e siete pronti per lo step successivo: la realizzazione.

La realizzazione: i suggerimenti di base

Indipendentemente dallo strumento che utilizzerete per dare vita al vostro primo file audio – e poi a tutti quelli successivi – ricordatevi di considerare due elementi base:

  • la qualità audio deve essere medio-alta
  • lo spazio in cui registrate deve essere silenzioso

A nessuno piace ascoltare un podcast con fastidiosi rumori di fondo o, peggio ancora, con un parlato indecifrabile. La voce dello speaker – o degli speaker, se scegliete di condividere l’esperienza con qualcuno – deve essere sempre chiara e cristallina. SEMPRE. Questo vale anche per chi decide di registrare una puntata su Skype. Se questo è il vostro caso, prendete le adeguate precauzioni: una buona connessione, una registrazione di backup di entrambi e magari un buon software che possa ridurre quella “distanza” tipica delle chiamate via web.

E la stanza? Ovviamente non dovete avere il vostro piccolo studio di registrazione con i pannelli fonoassorbenti. Cercate però di trovare una stanza tranquilla, a meno che la registrazione in luoghi affollati, per strada o all’interno di uno specifico luogo non faccia parte dell’idea iniziale. Esempio: voglio fare un podcast sul caffè e decido di tenerlo in un bar. Chiaro che in questi casi dovrete fare uno sforzo in più per ottenere una qualità audio adeguata.

Creare un podcast con il PC

come creare un podcast microfonoPartiamo dalla situazione più tradizionale: “Voglio registrare un podcast con il PC“. Il primo problema che dovrete affrontare è quello del microfono. Buona parte del risultato infatti dipende dallo strumento utilizzato.

Certo, potreste accontentarvi di quello integrato nel notebook, ma con che risultati? È sufficientemente buono? Non lasciatevi andare a congetture varie ed eventuali. Registratevi per 2 minuti, riascoltatevi e poi, in tutta onestà, rispondete a queste domande: è un audio che ascolterei volentieri? È all’altezza dei podcast che ascolto di solito?

Se la risposta è no – ed è alquanto probabile – dovrete investire qualche soldo per l’acquisto di un buon microfono. Quanto dipende chiaramente da voi, dal vostro budget e dal vostro approccio. Potete, ad esempio, partire con qualcosa di basico per poi fare un secondo acquisto più avanti.

come creare un podcast blue yeti

Al contrario, se siete decisi, determinate e non volete effettuare un secondo investimento a distanza di qualche settimana, potete spendere qualcosa in più e prendere già un microfono di qualità più elevata.

Ma quale? Ecco i 5 microfoni che vi suggeriamo noi:

  • Blue Yeti (quello che usiamo noi);
  • Rode Podcaster;
  • Audio-Technica AT2020;
  • Samson Go Mic.

 

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  • Qualità audio da trasmissione
  • Capsula dinamica da 28mm
  • Risoluzione a 18 bit, campionamento da 8 a 48 kHz
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  • Audio-Technica AT2020 Microfono cardioide a condensatore (connessione XLR) per voce fuori campo, podcasting, streaming e...
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Se siete all’inizio e non volete spendere un capitale difficilmente lo acquisterete. Ma, se il vostro podcast dovesse crescere, potreste iniziare a valutare l’investimento. Di cosa stiamo parlando? Dei pannelli fonoassorbenti portatili. Una soluzione che riduce i rumori ambientali, l’eco e le interferenze acustiche.

Marantz Professional Sound Shield - Schermo Acustico...
  • Schermo acustico leggero e portatile, ideale per registrazioni in studio e dal vivo, al chiuso o all'aperto
  • Riduce notevolmente eco, riflessi e interferenze acustiche ambientali
  • Realizzato con materiali di qualità: 5 pannelli di metallo perforato con superfici fonoassorbenti (di cui due...
Neewer NW-5 Pannello di isolamento vocale portatile...
  • Elimina i rumori estranei: Consentire di ridurre il rumore ambientale, creare una registrazione vocale o dello strumento...
  • Design a 5 pannelli: 3 pannelli centrali fissi e 2 pannelli terminali pieghevoli; Facile da imballare e trasportare
  • Robusta costruzione in alluminio; Schiuma ad alta densità che assorbe il suono; Pulsanti regolabili per stringere il...

Una volta trovate l’hardware adatto, dovrete pensare al software. Con cosa volete registrare ed editare (se necessario) il vostro file audio? Vi proponiamo tre alternative.

Spreaker Studio (Windows, Mac)

come creare un podcast spreaker studioC’è una buona probabilità che il vostro percorso nel mondo dei podcast vi porti su Spreaker (ma il perché ve lo sveliamo dopo). Perché quindi non abbracciarlo fin da subito? Questa piattaforma mette a disposizione un software estremamente semplice per la registrazione delle vostre tracce.  Con pochi click potete catturare la vostra voce, aggiungere nuove tracce ed utilizzare gli effetti sonori disponibili.

Audacity (Windows, Mac, Linux)

Audacity è la Ferrari dei software gratuiti. Non solo perché vi permette di registrare qualsiasi cosa usando più tracce, ma soprattutto perché, una volta premuto Stop, potrete tagliare errori, aggiungere pezzi, inserire effetti sonori e modificare la vostra traccia per eliminare rumori, eco e riverbero. Insomma, qui avete davvero tutto ciò di cui avete bisogno. Certo, è più complesso di Spreaker Studio, ma in realtà sul sito web ufficiale trovate la documentazione necessaria a scoprire tutte le sue funzionalità.

Adobe Audition (Windows, Mac)

come creare un podcast adobe auditionSe cercate la flessibilità totale, dovete spostarvi su un programma a pagamento, proprio come Adobe Audition. Attualmente è il software che utilizziamo noi per l’editing, è indubbiamente complesso e richiede tanta voglia di imparare. Ovviamente non dovrete studiare per mesi prima di modificare una traccia: all’inizio potete sfruttare i numerosi preset che mette a vostra disposizione, così vi basteranno pochi minuti per ottenere una qualità audio davvero ottima.

Quelli elencati non sono gli unici software presenti sul mercato. Con un po’ di sana ricerca potreste trovare qualche altra alternativa. Vi suggeriamo comunque di provarne più di uno per trovare quello che più si adatta alle vostre esigenze e skill.

Creare un podcast con lo smartphone

come creare un podcast con lo smartphone“E se volessi fare tutto con lo smartphone?”

Beh, in realtà cambia relativamente poco. Dovete sempre trovare un buon microfono  – difficilmente quello integrato potrà garantire una qualità accettabile – e qualcosa con cui registrare le vostre tracce.

Ovviamente in questo caso non dovrete cercare ingombranti microfoni USB da collegare al vostro PC, ma qualcosa di portatile e pensato per funzionare al jack da 3,5 mm dello smartphone o del tablet con cui intendete produrre il file audio.

Ne abbiamo selezionati alcuni adatti allo scopo:

  • Rode VideoMic Me;
  • Rode SmartLav+;
  • BOYA BY-MM1;
  • Saramonic Mini SmartMic;
  • Comica CVM-VS08.

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  • La spina TRRS da 3,5 mm può essere collegata direttamente alla presa cuffie di computer e telefoni per una...
  • Dotato di una capsula miniaturizzata da 4,5 mm estremamente discreta, che offre una cattura audio di qualità...

E i software? Beh, in questo caso è necessaria una distinzioni tra app per registrare e software per editare. Per la parte di mero recording vi suggeriamo di utilizzare:

Per l’editing potete sicuramente trovare qualche app dedicata sia su App Store sia su Google Play Store, ma il nostro consiglio è di farlo comunque su PC/Mac. Prima di tutto perché è più facile tagliare micro-errori ed esitazioni su un display più grande ed utilizzando un mouse e, in secondo luogo, perché nessun app mobile vi garantisce la stessa quantità di features offerte invece da Audacity o Audition.

Effetti sì o effetti no? Musica sì o musica no?

Se avete ascoltato i podcast che oggi popolano le diverse piattaforme di streaming, avrete sicuramente notato che le correnti di “pensiero” in questo campo sono due: ci sono i file nudi e crudi, senza effetti e senza musica, e quelli che invece vengono pesantemente elaborati.

“E io cosa faccio? Metto qualcosa? Lascio tutto spoglio?”

Domanda sbagliata. La domanda giusta è: “Il mio file audio ha bisogno di qualcos’altro? Chi lo ascolta può avere bisogno di altro?”

Il nostro podcast – Fjona Cakalli Talks – oggi è privo di effetti audio.  Ed è una scelta. Per il tipo di esperienza che offre abbiamo ritenuto opportuno lasciare il file quasi nella sua versione originale. Pochissimi tagli – quelli indispensabili – e giusto qualche correzione per rendere la traccia piacevole all’ascolto.

Voi però potreste avere in mente alto. Potreste, ad esempio, volere una sigla perché volete un motivetto che lo renda riconoscibile. O ancora, potreste optare per storie più impegnative, come succede ad esempio in Demoni Urbani, dove l’atmosfera è davvero tutto e per crearla serve un editing spinto, fatto dei giusti rumori, di soundtrack studiate con cura, di pause incisive.

Se volete qualcosa di più complesso, se pensate di dover aggiungere qualcosa, sappiate che avrete bisogno di due elementi:

  1. pazienza da vedere, perché il montaggio non è questione di attimi ma di ore;
  2. una buona libreria.

A quest’ultima categoria appartengono Audio Jungle, Epidemic Sound, Freesound, Soundsnap e molti altri ancora.

Come creare un podcast: come lo metto su Apple Podcast e Spotify?

come creare un podcast spreaker Supponiamo a questo punto che abbiate finalmente pronta la prima puntata del vostro podcast. Come condividerlo con il resto del mondo?

Il metodo più semplicemente è indubbiamente l’upload su Spreaker. Vi bastano un account e il piano gratuito per dare vita alla vostra trasmissione audio.  Tutto ciò che dovrete fare è creare un nuovo show (con tanto di logo e descrizione), uploadare l’episodio e premere il tasto Pubblica.

E per le altre piattaforme? Non dovrete assolutamente impazzire. All’interno del Pannello di controllo di Spreaker trovate infatti il tab Distribuzione che vi permette di inviare il podcast anche ad Apple Podcast, Spotify, iHeartRadio, Google Podcast, Castbox, Deezer, Podcast Addict e Podchaser. Tutto questo gratuitamente e con pochi clic.

Ma cosa succede se decido di non volere Spreaker? O se lo spazio gratuito che offre non mi basta? Nel secondo caso potrete sempre passare ad un piano a pagamento per soddisfare le vostre nuove esigenze. Se invece il vostro problema è la dipendenza da una singola piattaforma, sappiate che, volendo, potete caricare su uno spazio web a vostra scelta i diversi file, dopodiché sarà necessario generare un feed RSS che dovrete sottoporre manualmente a tutte le piattaforme. Insomma, non proprio una cosa semplice.

A nostro avviso Spreaker è, ad oggi, la miglior soluzione: è una piattaforma italiana, è gratis, vi offre Spreaker Studio a costo zero e potete sempre ampliare lo spazio ed accedere a funzioni avanzate spendendo poco più di 70 euro l’anno. In più si interfaccia con tutti gli altri servizi, il che vi faciliterà notevolmente la vita.

gopod.me: promuovere il proprio podcast

come creare un podcast gopod.mePotete aspettare che il vostro podcast diventi magicamente virale oppure potete decidere di intervenire e fare della sana promozione. Come? Usando i cari vecchi social network e gopod.me.

Che cos’è gopod.me? Si tratta di una piattaforma che vi consente di creare la vostra personale landing page,  contenente i link a tutte le principali piattaforme di ascolto. A cosa serve? Semplice: ad agevolare la condivisione, sia dell’intero podcast che dei singoli episodi.

Immaginate di voler esortare qualcuno ad ascoltare la vostra creazione. Quale link gli mandate? Solo Apple Podcast? Solo Spotify? Così rischiate di selezionare un servizio che in realtà i vostri amici, conoscenti o qualche sconosciuto su Internet non utilizza.  gopod.me invece vi permette di avere un unico riferimento, lasciando poi agli utenti la scelta finale.

gopod.meMa come utilizzare gopod.me? Prima di tutto la piattaforma utilizza il database di Apple Podcast per raccogliere tutti i podcast esistenti. Questo significa che una volta online, dovrete semplicemente andare sul sito e cercare il vostro. Una volta trovato dovrete cliccare su “Claim this podcast” per registrarvi e avviare la procedura di verifica. Questo consente a gopod.me di assegnare il contenuto solamente al legittimo proprietario. Terminata questa fase preliminare non vi resta che usare il vostro nuovo link per diffondere il verbo.

Volete di più? C’è la versione Pro! Con 4,99 euro al mese potete aggiungere le notifiche – inviate tramite Facebook Messenger -, il form per la raccolta contatti – utile per inviare poi un’eventuale newsletter -, il tracciamento con il Pixel di Facebook e i link ai vostri social. In più potrete aggiungere una descrizione SEO al vostro podcast, aggiungere uno sfondo personalizzato alla vostra pagina e definire l’ordine delle puntate. Un ottimo modo per mettere in evidenza gli episodi più interessanti.

Inutile dirvi che anche noi abbiamo scelto gopod.me, cosa che ci permette – tra l’altro – di embeddare ogni singola puntata all’interno dei relativi articoli.

Qui trovate qualche esempio:

Ricapitolando

Ok, erano un sacco di informazioni ma niente panico. Cerchiamo di fare un breve recap per capire cosa vi serve per fare un podcast:

  • l’idea: è fondamentale perchè spesso definisce anche il format, lo stile e gli strumenti;
  • l’hardware: un buon microfono aiuta ad avere un audio pulito e piacevole da ascoltare;
  • il software: per registrare ed editare, che non significa necessariamente aggiungere musiche e suoni, avete bisogno di un buon compagno di viaggio;
  • la piattaforma: partite da Spreaker per poi raggiungere i servizi di streaming;
  • la promozione: il podcast è fatto per essere ascoltato e gopod.me può aiutarvi a raggiungere più persone facilitando la condivisione.

10 Pro Tips per i podcasters

Avete già padroneggiato le basi? Ecco 10 consigli per affinare ulteriormente la tecnica.

1 – Filtro antipop
Il filtro antipop è un piccolo accessorio che diminuisce l’energia di alcune consonanti, tra cui P e B. Potete trovarlo faiclmente su Amazon ed è facilmente installabile. Attenzione solo alla distanza: dovrebbe stare a 5-10 cm dal microfono.

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  • SUONO PIÙ CHIARO: Si bandiscono i terribili suoni sibilanti e liscianti che si presentano quando si pronuncia la...

2 – Livello del suono
“Alto” e “chiaro” non sono la stessa cosa. Non fate l’errore di alzare digitalmente il volume della registrazione in modo indiscriminato. Rischiate solo di compromettere l’intero file. Meglio un audio più basso ma cristallino che un file gracchiante.

3 – Call To Action
L’intro di un podcast è importante: lo può rendere riconoscibile e lasciare un’impronta indelebile nel cervello di chi vi ascolta, ma anche l’outro è importante. Questo non significa che dovete aggiungere la sigla alla fine, ma piuttosto inserire una Call To Action. Insomma, chiedete qualcosa a chi vi ascolta: “Scrivetemi su Facebook se volete parlare di questo argomento“, “Seguitemi su Instagram“, “Condividete il podcast con gli amici” e così via.

4 – Non sottovalutate l’aspetto grafico
Se sono su Spotify e sto cercando un nuovo podcast, la prima cosa che salta all’occhio è la thumbnail, sia dell’intero show che delle singole puntate. Curate quindi l’aspetto grafico, optando per qualcosa che sia capace di attirare davvero l’attenzione e che sia riconoscibile ovunque. Non siete bravi con Photoshop o Illustrator? Potete sempre cercare qualcosa su Graphicriver, Freepik, Canva o Hatchful. Potete persino cercare un grafico su Fiver.

5 – Puntualità
Uno dei primi parametri che valutano gli utenti quando cercano nuovi podcast è l’affidabilità. Se dichiarate una puntata ogni venerdì, dove rispettare questo programma. Siate puntuali e, se per qualche motivo dovesse saltare un episodio, comunicatelo tempestivamente, così gli utenti saranno preparati.

6 – Spotify for Podcasters
Il vostro podcast è anche su Spotify? Sappiate che la nota piattaforma di streaming mette a vostra disposizione uno strumento di analisi chiamato Spotify for Podcasters. Questo vi permette di accedere ad una serie di statistiche che vi aiutano a capire quali episodi stanno andando meglio e qual è il vostro pubblico.

7- Monetizzazione
Anche in questo caso Spreaker viene in vostro aiuto. La piattaforma infatti vi permette di monetizzare grazie all’inserimento di pubblicità dinamiche che si adattando al vostro pubblico. Insomma, è proprio come AdSense ma in campo audio.

8 – Creare un sito web
Gli ascoltatori devono potervi trovare facilmente. Non solo sulle piattaforme di streaming, ma anche online. Se vogliono sapere chi siete, cosa fate e di cosa parla il vostro podcast ancora prima di ascoltarlo, dovete dargliene la possibilità. Come? Creando un sito web, anche molto basico. Se avete un minimo  di competenze nel settore, potreste valutare l’acquisto di un hosting con Wordpress; in alternativa potete affidarvi a servizi come Wix.com.

9 – Meno statistiche e più community
I podcast difficilmente fanno numeri da record quindi non fissatevi sulle statistiche. Vi consigliamo invece di concentrarvi sugli utenti: coltivate la vostra community, parlateci, interagite.

10  – Non scoraggiatevi
Avete avuto l’idea giusta, avete studiato tutto lo scibile, avete imparato i segreti dell’editing ma il vostro podcast non decolla. NON SCORAGGIATEVI. Se avete all’attivo una manciata di puntate, è normale che le vostre statistiche non siano entusiasmanti. Voi ascoltereste un podcast con solo 2 o 3 puntate?  Date tempo al tempo.

Maaaaaa… voi lo conoscete Fjona Cakalli Talks?

Termina qui il nostro approfondimento sui podcast. Naturalmente potete contattarci sui social in caso di dubbi, domande o perplessità, o anche solo per chiederci di aggiungere qualcosa che, secondo voi, potrebbe tornare utile ai futuri podcaster.

Nel frattempo vi ricordiamo che potete ascoltare la nostra creatura – Fjona Cakalli Talks – su tutti i principali servizi di streaming. Quali? C’è gopod.me che può aiutarvi a scoprirli tutti!

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