fbpx
CulturaDentro la canzoneMusicaRubriche

Dentro la Canzone – Debussy, il primo caso di influencer con Danse Sacrée et Danse Profane

Claude Debussy è stato il primo influencer della storia, dimostrando che le polemiche sulla "musica commerciale" sono sterili e insensate

C’è sempre qualcuno che, parlando di un artista più o meno popolare, pone sul tavolo della discussione la frase “è musica commerciale”. Un modo semplice per derubricare come di scarso valore artistico una determinata proposta, spesso contemporanea. La grande verità è un’altra, più difficile da accettare per chi ha bisogno di fare le inutili classifiche tra artisti. La grande verità è che la musica commerciale non esiste, perchè la musica è tutta commerciale. Per dimostrarlo vi raccontiamo la storia di Danse Sacrée et Danse Profane, composizione di Claude Debussy, che ben prima dell’avvento dei social divenne il primo influencer della storia della musica.

Un episodio di Dentro la Canzone atipico quindi, che però ci aiuterà a capire come mai non ha mai senso fare i conti in tasca agli artisti.

Debussy diventa il primo influencer della storia con Danse Sacrée et Danse Profane

La nostra storia comincia nel 1904, quando Claude Debussy – uno dei più importanti compositori della storia – realizza (oggi diremmo pubblica) due spettacolari opere conosciute come Danse Sacrée et Danse Profane. Le due composizioni hanno una peculiarità: la parte di arpa. E non è propriamente una scelta artistica.

Per capirne di più dobbiamo fare un ulteriore salto indietro nel tempo, ma solo di pochi mesi. Nell’estate del 1903 la ditta di strumenti musicali Pleyel stava per lanciare sul mercato un innovativo modello di arpa: l’arpa cromatica. La grande rivoluzione consisteva nel fatto che lo strumento permetteva al musicista di suonare tutti e 12 i semitoni, senza l’ausilio di pedali, utilizzando un sistema di corde intrecciate. Uno strumento concettualmente diverso dalla più canonica arpa diatonica (che invece utilizzava un sistema a pedali per le alterazioni).

Pleyel si ritrova così a diventare competitor principale della Érard, ditta di strumenti musicali particolarmente apprezzata proprio per la sua arpa diatonica. Pensate all’eterna rivalità tra Fender e Gibson per le chitarre elettriche, ma sulle arpe di inizio ‘900.

Insomma, per farla breve, Pleyel doveva pubblicizzare il suo nuovo strumento. E siccome all’epoca non c’erano gli influencer, il direttore Gustave Lyon chiese a Claude Debussy di realizzare un’opera che mettesse in risalto le infinite potenzialità della nuova arpa cromatica.

Nascono così le Danze Sacre e Profane. Si, una delle opere più caratterizzanti di Claude Debussy era frutto di una mera campagna pubblicitaria. Lo avreste mai detto? Debussy faceva “musica commerciale”.

La musica commerciale non esiste. La musica è tutta commerciale

Questa storia ci ribadisce una realtà che è sempre esistita, e di cui tendiamo a dimenticarci quando parliamo di musica contemporanea. Del resto Michelangelo dipinse la Volta della Cappella Sistina su commissione di papa Giulio II. Ma in realtà basterebbe aprire un qualsiasi libro di storia dell’arte per renderci conto che l’arte è sempre stata parte del commercio. Dalle committenze ecclesiastiche ai mecenati privati. Dai Beatles ai One Direction.

Torna alla mente quella frase che chiude The Dark Side of The Moon dei Pink Floyd – tra i dischi più riusciti a livello commerciale della storia – quando al termine di Eclipse si sente la voce di Gerry O’Driscoll che afferma: “Non esiste nessun lato oscuro della luna. La luna è tutta oscura”. È esattamente così per la musica: non esiste la musica commerciale, perché tutta la musica lo è.

Lo sanno bene i Pink Floyd stessi, dato che l’unico singolo proprio di The Dark Side of The Moon fu Money, una critica feroce al sistema capitalista. Ironia della sorte fu uno dei brani che gli fece guadagnare più soldi.

Se non ci fosse il commercio della musica, probabilmente non avremmo mai avuto modo di scoprire le canzoni che amiamo, quelle che ci fanno piangere. Se non ci fosse il commercio, probabilmente, alcuni dei più grandi artisti della storia avrebbero smesso di fare la musica che amiamo per trovarsi un lavoro “vero”. Ve lo immaginate (verbo immaginare usato non a caso) John Lennon servire ai tavoli di un pub di Liverpool? E invece no, il fatto che la sua musica avesse un mercato gli ha permesso di continuare a dedicarsi alla creazione.

Certo, c’è chi accetta compromessi svilenti e chi meno, ma tutti sono parte del commercio. Chi parla in modo denigratorio di musica commerciale sta solo ribadendo la propria personale urgenza nel sentirsi superiore culturalmente agli altri.

La musica è bella tutta, ed è tutta commerciale. Anche quella di Claude Debussy.

Echo Dot (5ª generazione, modello 2022) | Altoparlante...
  • IL NOSTRO ECHO DOT CON IL MIGLIORE AUDIO DI SEMPRE - Goditi un’esperienza audio migliorata rispetto ai precedenti Echo...
  • LA TUA MUSICA E I TUOI CONTENUTI PREFERITI - Ascolta musica, audiolibri e podcast da Amazon Music, Apple Music, Spotify,...
  • ALEXA È SEMPRE PRONTA AD AIUTARTI - Chiedi ad Alexa le previsioni del tempo e imposta dei timer con la voce, ricevi...

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🍎Nuovi iPad e accessori: cosa aspettarsi dall’evento Apple del 7 maggio
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button