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Cos’è il fediverso (e perché potrebbe cambiare i social network)

In questi giorni molti utenti dei social network stanno parlando di Threads di Meta, il sito di microblogging, e anche del fatto che faccia parte del fediverso. Ma cosa significa “fediverso” e come funziona?

Cosa è il fediverso e come potrebbe cambiare i social

Se avete installato Threads (magari seguendo la nostra breve guida), avete forse notato il riferimento di Meta al fediverso, che l’app definisce “una forma innovativa di social media che consente agli individui di interagire su diverse piattaforme”. Andando a spulciare il sito di supporto di Instagram, potete scoprire che si basa sul protocollo ActivityPub, che questo comporta diverse possibilità e che il tutto avviene su una “rete decentralizzata”. Ma cosa comporta esattamente questa novità?

Cosa significa fediverso

Il fediverso, una parola composta dalle radici “federazione” e “universo“, rappresenta una rete di server decentralizzati che operano su standard open source. Questo significa che il vostro profilo e il vostro nome utente permettono di accedere a diversi servizi di social media e social networking. Se tutti i social ne facessero parte (ma non è così), potremmo pubblicare un tweet anche su Facebook o Snapchat, potremmo mettere mi piace ai Reel su Instagram e ai video su TikTok.

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Il concetto ricorda quello delle e-mail. Ci sono vari servizi di posta elettronica come Gmail e Outlook, diversi domini. Ma gli utenti possono comunicare tra loro indipendentemente dal servizio utilizzato: potete accedere a diversi domini dalla stessa app e comunicare con chiunque abbia un indirizzo valido, indipendente da chi glielo abbia fornito. I social media decentralizzati funzionano in modo simile, scambiando messaggi brevi o contenuti come immagini, Mi piace e risposte, tra diverse piattaforme e istanze.

L’obiettivo principale del fediverso è consentire agli utenti di comunicare e interagire su diverse piattaforme e server mantenendo il controllo sui propri dati e la propria identità. Senza affidarli a un’unica azienda. Un concetto molto diverso dai social “classici”: su Facebook o Twitter, il vostro nome utente e i dati sono collegati e utilizzabili solo in quel contesto. Potete cancellarli e rimuovere il vostro account, ma non potete portare la vostra identità digitale su un altro social.

Dove nasce questo concetto

Molti valutano che il fediverso sia nato già nel 2008, quando Evan Prodromou ha fondato identi.ca, un social network distribuito simile a Twitter. Gli utenti potevano installare il software sui propri server e comunicare direttamente con gli utenti, che avevano installato il software sui propri computer o server.

Ma il relativo successo della tecnologia arriva con Mastodon nel 2017, ideato dallo sviluppatore tedesco Eugen Rochko. Gruppi ristretti o singoli gestiscono comunità indipendenti, o “istanze“, su propri server, definendo i propri termini di servizio e regole di moderazione. Quindi gli utenti si iscrivono alle istanze principali, ma possono seguire i post anche di altre istanze di Mastodon, che hanno altre regole e si trovano su altri server. Nel 2018, l’organizzazione W3C (World Wide Web Consortium) ha avviato il Social Web Working Group, presieduto da Prodromou, per definire uno standard moderno per i social network distribuiti, come Mastodon.

Prodromou ha lavorato con altri esperti per sviluppare ActivityPub, il protocollo aperto e decentralizzato che utilizza anche Threads.

Una rete decentralizzata: cosa significa per la privacy

Quando ci immergiamo nelle piattaforme tradizionali come Instagram o TikTok, troviamo spesso contenuti di account non seguiti. Questi social network utilizzano algoritmi per presentarti contenuti basati sulle vostre interazioni e dati raccolti.

In sostanza, consentite alle piattaforme l’accesso ai vostri dati di navigazione, per avere in cambio contenuti suggeriti e personalizzati. Solitamente, le aziende che gestiscono i social utilizzano i vostri dati per mostrarvi pubblicità basate sui vostri interessi: questo, in linea di massima, è il loro business principale. Ci sono altre possibilità, come gli abbonamenti tipo X Premium o quelli per Instagram e Facebook. Ma non bastano neanche lontanamente a coprire i costi delle piattaforme.

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Questa cosa è totalmente diversa nel fediverso. Mastodon, per esempio, mostra i contenuti delle persone e delle istanze che seguite in ordine cronologico. Perché non raccoglie i dati sugli utenti, quindi non ha modo di alimentare gli algoritmi che suggeriscono contenuti con i vostri dati. Ma non può nemmeno fornire pubblicità mirata.

Evan Prodromou sostiene che “non c’è un’entità centralizzata per l’acquisizione dei dati“, grazie al controllo distribuito che offre il fediverso. Questo garantisce un maggiore controllo sui dati e sull’esperienza utente.

La gestione dei server del Fediverso comporta comunque costi, ma il loro sostentamento non dipende principalmente dalla pubblicità. Gli individui e i gruppi utilizzano diverse metodologie, tra cui quote di abbonamento o donazioni. Anche se va detto che c’è una differenza di scala: parliamo di 12 milioni di utenti per l’intero fediverso, contro i tre miliardi mensili di Facebook, con Instagram e TikTok sopra il miliardo.

Cosa è il fediverso: social più personalizzati, fra possibilità e rischi

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La personalizzazione è un’altra grande possibilità del fediverso. Nei social classici, ricevete consigli mirati grazie agli algoritmi che analizzano i vostri dati. Ma restano piattaforme per miliardi di utenti, con regole valide per tutti, con funzioni simili e trend trasversali.

Invece, nel fediverso gli utenti possono seguire o creare le proprie istanze in base a interessi e valori personali. Non solo potete decidere ciò che volete vedere, ma anche le regole che preferite accettare e le funzioni che vi interessano. Per esempio, potete decidere di non tollerare contenuti la disinformazione o l’incitamento all’odio, senza sottostare alle decisioni di chi gestisce il social.

Tuttavia, questa personalizzazione può anche condurre a camere dell’eco, rafforzando le prospettive preesistenti. Se la disinformazione e l’odio non fanno mai bene, potreste rischiare di finire in istanze molto autoreferenziali. Per questo diventa importante seguire anche altri server e altri social, per confrontarsi con idee diverse dalle nostre.

Cosa c’entra Threads nel fediverso?

Seguendo i discorsi fatti finora, potrebbe sembrare strano che Threads, l’app di microblogging di Instagram, faccia parte del fediverso. Non solo Meta (ex Facebook) ha fatto della pubblicità il proprio modello di business vincente, con un controllo centrale dei dati. Ma sorprende anche la proporzione: Threads ha superato il numero di utenti dell’intero fediverso in cinque giorni dopo il lancio, solo negli Stati Uniti.

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L’impatto di Meta nel fediverso è oggetto di dibattito. Alcuni pensano sia la consacrazione definitiva di questo nuovo modo di intendere i social. Un nome utente per tutti i nostri servizi, come nelle email. Meta spiega che “il tuo profilo Threads può seguire ed essere seguito da persone che usano diversi server del fediverso“, anche se quelli di voi che scelgono un profilo privato dovranno accettare le richieste di collegamento prima che sia possibile. I server di Threads resteranno controllati da Meta, ma potrete anche seguire server diversi e pubblicare su Mastodon, per esempio.

Per il momento, tuttavia, non avverrà il contrario: non potrebbe pubblicare un post su Mastodon e vederlo apparire anche in Threads. Ma sembra che in futuro Threads implementerà anche questa funzione. Inoltre, al momento non sappiamo quali altri servizi integrerà in futuro. Ma secondo molti commentatori, questo è pur sempre un inizio.

Anche se non tutti sono felici di questa novità. Alcuni utenti di Mastodon hanno avviato un “patto anti-Meta Fedi“, impegnandosi a bloccare qualsiasi istanza di proprietà di Meta, temendo possibili ripercussioni negative sul fediverso.

Fediverso: un’alternativa praticabile?

Finora, il fediverso faceva da alternativa ai social media tradizionali solo per un ristretto numero utenti, che davano molta importanza alla decentralizzazione e al maggior controllo dei propri dati. Tuttavia, l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk e i tumulti che ne sono seguiti hanno spinto molti, soprattutto Oltreoceano, ha dare a Mastodon e servizi simili una possibilità. L’ingresso di Meta potrebbe portare cambiamenti significativi nel fediverso, consacrandolo come nuovo standard.

Se così dovesse essere, potremo immaginarci un futuro dove il nostro nome utente social funziona come il nostro indirizzo email. Potremo usarlo per comunicare con tutti gli altri, non importa che app stiamo usando o a quale servizio siamo abbonati. Ma resta l’incognita del modello di business: se aprire un piccolo server per un’istanza ha costi tutto sommato ridotti, le grandi aziende social dovranno capire come integrare il fediverso e continuare a fatturare miliardi. E al momento, quello di Threads resta solo un interessante test. Vedremo come proseguirà: in base ai risultati, il panorama dei social potrebbe cambiare del tutto, o per niente.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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