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Arriva lo strumento italiano per capire se un testo l’ha scritto l’AI

ChatGPT II: La vendetta dei professori

Questo articolo lo ha scritto una persona oppure l’intelligenza artificiale? Per quanto possiamo giurare e spergiurare, non abbiamo modo di confermare l’autenticità di quello che stiamo per scrivere. O almeno, non l’avevamo fino a oggi. Infatti, sul sito Noplagio.it arriva il Detector AI, che permette di capire se un testo l’hanno scritto ChatGPT, Google Gemini — oppure persone in carne e ossa.

Detector AI, lo strumento italiano per capire chi ha scritto un testo

Come capire se un testo è originale, oppure plagiato usando l’AI? Una domanda che si sono fatti sia studenti e professori in classe, ma anche ricercatori, giornalisti, scrittori. Se trarre ispirazione o informazioni da un testo è legittimo (noi, per esempio, abbiamo scoperto questo strumento grazie al report di HDBlog.it), usare l’AI per modificare “quanto basta” una fonte, senza citarla, non è eticamente corretto.

Per smaschera chi copia il lavoro altrui usando l’AI, Noplagio.it ha lanciato un rilevatore d’intelligenza artificiale chiamato Detector AI. Lo strumento serve a riconoscere testi in lingua italiana, con un livello di precisione che si avvicina al 100% — almeno secondo quanto spiega lo stesso sito.

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Secondo quanto riporta Chorst Klaus, co-fondatore di Noplagio.it, identificare l’origine dei testi diventa fondamentale. Qualcosa che va oltre un esercizio di pensiero critico: gli strumenti IA spesso forniscono informazioni false o fuorvianti che devono essere controllate in anticipo per evitare un’ulteriore diffusione“. Lo stesso vale per il mondo dell’istruzione: se valutiamo gli studenti sui testi scritti, dobbiamo perlomeno sapere se hanno usato o meno ChatGPT.

Basta l’AI per smascherare ChatGPT?

Sul sito ufficiale di Noplagio.it, i creatori spiegano che il Detector AI utilizza, a sua volta, degli algoritmi e tecniche di apprendimento automatico. In altre parole, utilizza l’AI per smascherare l’AI. Il sito mostra anche come un testo preso ad esempio può avere stili diversi in base al tipo di AI utilizzato. Mostra persino una percentuale di quanto un testo sia originale oppure creato dall’AI.

La grande novità riguarda il fatto che non sia, come molti altri strumenti, solamente in inglese. Infatti, può analizzare oltre lingue locali come italiano, francese, spagnolo, inglese, tedesco e lituano. E secondo i dati, riportati dalla stessa azienda, ha una precisione straordinaria del 99,7%. Un numero difficile da contestare: servirebbe un’analisi approfondita da parte di un ente terzo, come un’università. Noi eviteremmo di utilizzarlo come strumento definitivo — ma potrebbe essere un inizio.

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L’idea è quella di analizzare un testo che non siamo sicuri arrivi dall’AI, per capire se prestare o meno attenzione a quello che c’è scritto. Quindi, se il Detector AI smaschera l’uso di ChatGPT in un articolo, forse è meglio cercare quella notizia online e valutare altre fonti. E se un professore svela l’uso dell’AI in un compito, può fare qualche domanda agli studenti per capire se conoscono davvero l’argomento. Anche perché sarebbe ironico determinare se un testo l’ha scritto l’AI, utilizzando solamente l’AI.

Lo strumento di Noplagio.it ha anche altre funzionalità, come la possibilità di controllare il valore SEO di un testo (quanto sia ottimizzato affinché Google lo trovi e lo proponga come risultato di una ricerca online) e altro ancora. Insomma, uno strumento utile — come ChatGPT o Google Gemini. E come loro, va usato con intelligenza (umana).

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Via
HDBlog
Source
Noplagio.it

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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