Ammettiamolo, quando si è utilizzatori assidui di un social, è sempre un dispiacere vedere calare drasticamente il numero di coloro che ci seguono. A quanto pare, però, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha preso la sua recente perdita di follower su Twitter molto seriamente, tanto da voler incontrare il CEO del social Jack Dorsey presso la Casa Bianca il 23 aprile.
Donald Trump e Twitter: il social accusato di essere fazioso
Ufficialmente, come dichiarato dallo stesso Trump, l’incontro si è tenuto per discutere della piattaforma e del mondo dei social media in generale. Sembra, però, che il presidente abbia colto l’occasione per chiedere spiegazioni a Dorsey sul perché ultimamente abbia perso 204000 follower. Solo poche ore prima, Trump aveva accusato il social di avere un atteggiamento discriminatorio nei suoi confronti perché Repubblicano.
“The best thing ever to happen to Twitter is Donald Trump.” @MariaBartiromo So true, but they don’t treat me well as a Republican. Very discriminatory, hard for people to sign on. Constantly taking people off list. Big complaints from many people. Different names-over 100 M…..
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) April 23, 2019
…..But should be much higher than that if Twitter wasn’t playing their political games. No wonder Congress wants to get involved – and they should. Must be more, and fairer, companies to get out the WORD!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) April 23, 2019
Il CEO di Twitter ha fortemente smentito queste dichiarazioni, controbattendo che la perdita di seguaci è stata causata dalla cancellazione di account spam e fraudolenti e ha colpito indiscriminatamente tutti gli iscritti alla piattaforma, compreso Dorsey stesso. In seguito al colloquio nello Studio Ovale, Dorsey ha scritto “[…] Twitter è qui per servire tutto il dialogo pubblico e intendiamo renderlo più sano e civile. […]“.
Shadowban nei confronti dei conservatori?
Non è la prima volta che Trump lancia accuse di questo tipo ai colossi di internet, come era già accaduto con Facebook e Google. Secondo lui infatti, i siti in questione operano una censura nei confronti di tutti i politici conservatori, tanto da aver minacciato più volte di voler agire per bloccare questo “shadowban“. A questo proposito è intervenuto al Senato Carlos Monje, il direttore delle politiche pubbliche di Twitter, dichiarando che il social “non usa punti di vista, prospettive o affiliazioni politiche per prendere alcuna decisione, che sia relativa all’indicizzazione automatica dei contenuti sul nostro servizio o a come sviluppiamo o rafforziamo le nostre regole“.
In merito alle minacce di regolamentazione dell’operato dei social network si è espressa anche Mazie Hirono, senatrice democratica: “Non possiamo permettere che il partito Democratico infastidisca le compagnie tech per indebolire le politiche di moderazione dei contenuti, che già non riescono a rimuovere contenuti pieni di odio, pericolosi e ingannevoli.“
Questo incontro avrà migliorato il rapporto tra Trump e i colossi del web? Come si suol dire, solo il tempo ci darà la risposta.
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