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Il tiktoker Peter Ace morto in un incidente stradale. La bufala della settimana

Lo stesso influencer ha smentito

Per gli artisti, si sa, non c’è nulla che garantisca la fama come una morte prematura.

Ci permettiamo un inizio così gotico perché la bufala di questa settimana ha per argomento proprio la scomparsa di un giovane creator. E se ci possiamo permettere un simile inizio è proprio perché, appunto, si tratta di una fake news, e il personaggio in questione è vivo e vegeto (anche se è dovuto intervenire egli stesso per confermarlo).

Stiamo parlando del tiktoker noto col nome d’arte di Peter Ace, dato per morto in un incidente stradale.

Vediamo cos’è successo, partendo dalla notizia-bufala e arrivando alla smentita del diretto interessato.

Peter Ace morto in un incidente stradale

Giuriamo che poi vi diremo anche chi sia Peter Ace. Ora dobbiamo dirvi com’è, o meglio come sarebbe, morto.

La notizia ha fatto il giro del web nella giornata di domenica 5 febbraio. Il tiktoker diciannovenne sarebbe stato vittima di un incidente stradale letale a Torino.

Ed è proprio su TikTok che la pseudonotizia è più abbondantemente girata. Si sono anche mostrati spezzoni di un presunto servizio del Tg1 che avrebbe parlato dell’incidente. Ma lo spezzone è così breve e generico che potrebbe essere riferito a qualunque ragazzo. Infatti le uniche parole che si sentono, pronunciate da chi sta annunciando le notizie, sono: “La terribile vicenda che arriva da Torino dove un giovane di soli diciannove anni si è…”, dopo di che il video sfuma.

In altri brevi video è comparsa anche un’immagine dello stesso Peter Ace, non morto ma indubbiamente ricoverato in un ospedale (benché con gli occhi ben aperti e vispi).

Quindi, è girata la notizia di un influencer diciannovenne romano scomparso in un incidente a Torino, ma fotografato vivo in un ospedale. Troppo poco perché la bufala si diffondesse?

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La dinamica dei social

Nemmeno per idea. Per ventiquattr’ore circa, prima di un intervento chiarificatore dello stesso giovane, pur tra mille incertezze e senza nessuna fonte che ufficializzasse l’accaduto, Peter Ace è… morto.

Non uno che si sia preso la briga di verificare se la notizia fosse riportata anche dagli organi di stampa, ma tutti a commentare e condividere.

È la dinamica dei social, su cui ci siamo soffermati chissà quante volte. L’emotività e il bisogno di essere parte di una notizia clamorosa chiudono ogni possibile via alla razionalità e a ciò che dovrebbe sempre precedere ogni divulgazione di notizie: il controllo della loro veridicità.

Per fortuna che ci ha pensato lo stesso influencer.

La smentita

All’indomani della divulgazione della fake news, ovvero domenica 6 gennaio, ecco intervenire Peter Ace con un breve video sui social.

Il video inizia con un sarcastico: “Sono morto?”, e prosegue con un ragionamento di una logica stringente: se fossi morto, spiega il ragazzo, non sarei qua.

Peter Ace si lamenta delle moltissime notizie fasulle circolate sul suo conto: “non è stata una bellissima esperienza e spero che non ricapiti più”. Anche perché, aggiunge, “non si scherza su queste cose”. Il tiktoker ha poi spiegato che sia a lui che a sua madre sono giunti messaggi e telefonate di amici, conoscenti e fan in grande quantità (“migliaia”).

Il giovane spiega quindi che il brevissimo spezzone del Tg1 si riferiva a un diciannovenne torinese (“mentre io sono di Roma”), e che la sua foto in ospedale risale a tre mese fa.

Dopo di che, da scafato comunicatore, chiude la comunicazione invitando i suoi follower a seguirlo sui consueti canali.

Chi è Peter Ace

Ma chi è, dunque, Peter Ace?

Si tratta, come già detto, di un creator romano di diciannove anni, attivo sulle piattaforme social (in primis su TikTok). È attivo dal 2015 e si chiama così per caso: cercava un nickname, si è imbattuto in ice (ghiaccio) e poi ha preferito ace (asso).

Non fa sapere molto di sé e della sua vita privata. Pubblica contenuti in cui, come direbbero i giovani, cazzeggia un po’, ma non disdegna di parlare di argomenti di interesse comune, come il fatto di essere stato vittima di episodi di bullismo.

È forse questa sua non eccezionalità a far sì che i suoi milioni di giovanissimi follower si rispecchino in lui.

Una bufala… da influencer

Stavolta dietro la fake news sulla presunta morte del tiktoker Peter Ace non sembrano nascondersi complottismi di chissà quale natura.

Qui, piuttosto, siamo semplicemente nel mondo degli influencer, composto da giovanotti e ragazzine spesso privi di talenti particolari, che si ritrovano a gestire una fama (e, con essa, un conto in banca) piovuta dal cielo. E nell’avanzare di questo carrozzone festoso, talvolta capitano battute d’arresto o piccoli incidenti di percorso, magari a opera di coetanei invidiosi. Di follower, insomma, che sognavano di fare gli influencer.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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