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Universo podcast: intervista a Francesco Tassi di VOIS

Chiacchierata con il Ceo dell’azienda

Cari lettori, eccoci alla quarta puntata di una rubrica preterintenzionale, in cui chiacchieriamo con i protagonisti del mondo podcast in Italia. Dopo Rossella Pivanti, Francesco Baschieri e Andrea Ciraolo è la volta di Francesco Tassi, Ceo di VOIS.

Ovvero di un ingegnere industriale, ballerino di break dance e chitarrista che nella vita si è ritrovato a fare tutt’altro. O meglio: forse tutt’altro negli esiti, ma certamente qualcosa in cui il suo background, all’insegna in parte della razionalità in parte della creatività, evidentemente ha giocato un ruolo decisivo.

La chiacchierata comincia con la nostra richiesta di farci raccontare come tutto ha avuto inizio.

Francesco Tassi Keynote

Francesco Tassi prima di VOIS

Il ruolo di project manager ha portato Francesco tre anni in Russia e di seguito, dal 2015 al 2018, negli Stati Uniti.

Sono stati, quelli, anni decisivi per il podcasting made in Usa. Ed è allora che Francesco Tassi si è innamorato del podcast. Ne ha fruito compulsivamente e ne ha scoperto il magnetismo, che nasce dalla sua essenzialità: una voce che racconta una storia.

ForTune

Tornato in Italia invaghito di questi nuovi contenuti audio, Francesco Tassi ha fondato ForTune, che fungeva sostanzialmente come una radio personalizzata (audio discovery platform, per chi non può fare a meno dell’inglese). La grande novità era che nel flusso audio continuo comparivano non solo brani musicali ma anche, per l’appunto, podcast.

Nel 2019, però, i risultati sono stati altalenanti, la sede è passata da Milano a Reggio Emilia e un inatteso stop a un progetto già avviato (da parte di una nota azienda automobilistica tedesca) ha gettato nello sconforto il team.

Una pizza e VOIS

È davanti a una pizza (guai a chi sottostima le virtù dei carboidrati) che avviene la svolta.

Francesco Tassi e i suoi decidono di puntare in maniera più decisa sui contenuti, e soprattutto su podcast e branded podcast.

Vengono subito premiati da un progetto – di branded podcast, appunto – con MINI, che Apple valuta tra i migliori 25 podcast dell’anno.

Il 2020 è l’anno del rilancio e della consacrazione. Con un’operazione di rebranding, ForTune diventa VOIS, una podcast creators company, come ci dice Francesco.

Da appassionati di enigmistica e calembour, gongoliamo alla spiegazione del nuovo nome. Che gioca sul fatto che vois non è solo la pronuncia dell’inglese voice, ma anche il verbo francese vedere.

Stavolta è la voce, infatti, a rubare la scena a microfono e cuffie, a irrompere al centro della comunicazione della neonata azienda, come mostra anche il nuovo logo.

L’idea di VOIS è chiara: proporre, promuovere e finanziare progetti di podcast forti, incisivi, capaci di veicolare contenuti che rispecchino i tre obiettivi del marchio. Ovvero intrattenere, far riflettere e approfondire.

VOIS Logo Navy

La voce prima di tutto

Sfiorando il tema della centralità della voce, Francesco Tassi previene una nostra domanda. Quella sul fatto che oggi troppi podcast, come soffrendo di un complesso di inferiorità nei confronti dei social, chiedono aiuto al video, per acquistare visibilità e autorevolezza.

L’opinione di Tassi è, in questo senso, salomonica. Ovvero: ben venga il video come materiale di supporto all’audio. Ma è il contenuto audio stesso che, anzitutto, deve essere capace di stare in piedi con le proprie gambe.

I numeri

Puntando sui podcast di qualità, VOIS è decollata. Negli ultimi 12 mesi, ci spiega Francesco Tassi, i contenuti veicolati dall’azienda hanno ottenuto oltre 25 milioni di ascolti, più di 3 milioni al mese.

A questo punto, memore dello scetticismo espresso in questo senso da Andrea Ciraolo, una domanda viene quasi da sé: ma di podcast, in Italia, oggi è possibile campare?

I professionisti del podcast

La risposta di Tassi è un sì convinto. Che poggia su un dato incontrovertibile: negli ultimi 6 mesi VOIS ha distribuito più di 150.000 euro ai “suoi” podcaster.

Ma c’è un punto fondamentale, aggiunge Francesco. Perché quello del podcaster diventi un mestiere, è impensabile un atteggiamento dopolavoristico. È il creatore di contenuti che, per primo, deve investire tempo ed energie nel progetto.

L’esempio di Cose molto umane

E qui cade l’esempio di Cose molto umane, il podcast di Gianpiero Kesten. Che attualmente gira su una media di oltre 1.000.000 di ascolti al mese. Ma che già prima, durante la pandemia, grazie all’impegno e alla costanza del suo ideatore è arrivato a ottimi numeri.

Buone notizie, dunque: anche nell’universo podcast, i buoni contenuti e l’assidua dedizione sono premiati.

Nel futuro prossimo

La domanda finale, forse scontata ma ineludibile, è sempre la stessa. Cosa c’è nel futuro prossimo di VOIS?

Francesco mi dice che VOIS sarà sempre orientata ad abilitare i creators di domani che vogliono fare del podcast il proprio canale espressivo. Partiranno numerose iniziative volte ai cretaori di contenuti, per supportare la creazione e il lancio di nuovi progetti. A breve ne vedrete – anzi sentirete – delle belle.

Cominciate a radunare le idee.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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