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Il gippino sulla Luna (che dimostrerebbe come l’allunaggio non sia mai avvenuto). La bufala della settimana

Una nuova versione di un grande classico

La fantasia dei dispensatori di bufale è pressoché sconfinata (e lo testimonia il fatto che per questa rubrica settimanale abbiamo sempre nuovi contenuti da proporvi).

Tuttavia ci sono tormentoni, ormai diventati grandi classici, che periodicamente tornano. Magari da prospettive diverse, ma proponendo in fondo sempre i medesimi contenuti.

Un esempio di grande classico delle fake news è senza dubbio quello delle scie chimiche.

Uno ancor più antico e radicato vorrebbe che l’allunaggio non fosse mai avvenuto. Ce ne siamo occupati in un articolo di questa rubrica uscito nel mese di aprile.

Ricordiamo brevemente che questa bufala, secondo cui l’allunaggio del 1969 sarebbe stato negli studi di Hollywood, nasce nel 1976, con la pubblicazione del volume Non siamo mai stati sulla Luna. E ha avuto terreno fertile negli anni della Guerra fredda, quando la tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica era alimentata anche dalla cosiddetta corsa allo Spazio.

moon vehicle astronaut space travel moon buggy

Cosa ci fa un gippino sulla Luna?

Di solito, si dice che l’allunaggio non ci sia mai stato e che le finte riprese siano state girate da Stanley Kubrick (perché quando gli americani fanno qualcosa, lo fanno in grande stile).

Stavolta spunta un nuovo – si fa per dire – elemento, che farebbe dubitare del fatto che il 20 luglio 1969 Neil Armstrong sia stato il primo uomo ad aver messo un piede sulla superficie lunare.

E l’elemento sarebbe un gippino. Che sulla Luna, proprio, non c’entrerebbe nulla. Vediamo come è stata presentata, e come rapidamente si è diffusa, questa notizia sui social.

La fotografia incriminata

In un’immagine che ha fatto il giro delle piattaforme social, si vede un tizio inequivocabilmente vestito da astronauta a bordo di un veicolo. E che sembra proprio trovarsi sulla superficie lunare.

Ecco, senza mezzi termini, con quale didascalia l’immagine ha fatto il giro dei social.

“1969 Sbarco sulla luna, in pratica atterrano con la navicella di alluminio (mentre quella del Musk è esplosa in aria). La gente accende la Tv con il tubo catodico. Ecco i nostri eroi stanno scendendo, anche se ci sono solo 300° di escursione termica, il cameramen è appostato, ed inquadra il primo uomo che scende dalla navicella, evviva! Eccolo il primo uomo sulla luna, applausi, poi fanno anche la telefonatina al Presidente, siamo arrivati, che bello, ‘Sì tutto bene Presidente adesso facciamo un giro anche con il gippino’ (che non si sa dove c**** era sulla navicella). Forse tornano nel 2024 perché avevano perso la tecnologia per realizzare le tute spaziali.”

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Con qualche piccola variazione, e con la parolaccia scritta senza censura, è questo il messaggio lanciato sui social da chi nega che l’allunaggio sia mai avvenuto.

L’interpretazione (fantasiosa) dell’immagine

Chiariamolo subito: l’immagine è autentica. È la sua interpretazione a essere fantasiosa.

Cosa non si fa quando si pretende che la propria tesi sia quella autentica. E così il “gippino”, incongruo sulla Luna, avrebbe senso se si fosse trovato negli studi hollywoodiani.

Siamo proprio sicuri? Un veicolo del genere a Hollywood? Guidato poi da un attore travestito da astronauta? Davvero questa seconda spiegazione sarebbe più plausibile della prima?

La verità

L’ambiguità dell’immagine, e la teoria complottistica che ne deriva, hanno come “colpevole” proprio l’allunaggio del 1969, e l’inevitabile eco planetaria che ne è derivata.

Al punto da aver oscurato i successivi allunaggi. Quanti di noi sanno, ad esempio, che sei missioni hanno portato l’uomo sulla Luna, e che ben dodici astronauti hanno toccato il suolo lunare?

Ultima delle sei missioni è stata Apollo 17. Uno dei suoi membri, Eugene Cernan, è stato l’ultimo uomo ad abbandonare la Luna. Ed è lui ritratto nel cosiddetto “gippino”. Che in realtà è un rover lunare. Era la prima delle ultime tre passeggiate dell’uomo sul satellite naturale: l’ultimissima sarebbe avvenuta l’11 dicembre 1972.

Il rover lunare in questione era un veicolo elettrico pieghevole, che si agganciava lateralmente al modulo lunare. Era progettato per operare nel vuoto a bassa gravità, e soprattutto per essere in grado di attraversare la superficie lunare.

Il gusto di saperla più lunga degli altri

Ma come mai ancora oggi attecchiscono le teoria del complotto lunare?

Evidentemente siamo in ritardo di decenni, per quanto riguarda la Guerra fredda.

Tuttavia, se sono venuti meno i motivi politici, resta una fascinazione eterna, alla base di tutte le più o meno strampalate teorie complottistiche. Ovvero il gusto di detenere informazioni segrete, che l’ufficialità ha celato al resto della popolazione (ma, non si capisce per quale privilegio, noi ne siamo venuti a conoscenza).

È, per dirla semplice semplice, l’antico gusto di saperla più lunga degli altri.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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