Google ha annunciato il suo Secure AI Framework (SAIF), un modello concettuale che renderebbe più sicuri i sistemi d’intelligenza artificiale, soprattutto quelli generativi. L’obiettivo è stabilire degli standard di sicurezza chiari per il settore.
Google Secure AI Framework (SAIF), per rendere sicuro l’AI
SAIF vuole esporre alcune delle migliori pratiche di sicurezza già esistenti nel settore. Che vanno dal controllo degli sviluppatori alla fase di test e revisione finale prima del lancio di soluzioni AI avanzate. Un modello di questo tipo serve a garantire che gli attori proteggano la tecnologia e non si lascino andare all’eccesso. Insomma, un modo per evitare di correre rischi in questo mercato in rapida evoluzione.
Il framework si basa su sei principi:
- Costruire una solida infrastruttura di sicurezza fin dall’inizio e per default, e sviluppare le competenze necessarie per aggiornare le protezioni in base ai cambiamenti dell’IA e dei suoi modelli
- Considerare l’IA come una potenziale fonte di rischio per un’organizzazione, e dotarsi di strumenti e personale adeguati per monitorare e intervenire
- Usare l’IA per automatizzare le difese e contrastare le minacce attuali e future, sfruttando le ultime innovazioni dell’IA per migliorare la portata e la velocità della risposta agli incidenti di sicurezza
- Armonizzare i controlli per assicurare una sicurezza omogenea, creando maggiore coerenza tra i framework di controllo per mitigare i rischi dell’IA
- Adattare i controlli per regolare le mitigazioni e creare cicli di feedback più veloci per l’implementazione dell’IA
- Contestualizzare i rischi dei sistemi IA nei processi aziendali, effettuando valutazioni dei rischi con cautela
Google è consapevole dei rischi che l’intelligenza artificiale (IA) può comportare e per questo si impegna a condividere le sue scoperte con altri team specializzati nella sicurezza informatica, come Mandiant e TAG. Inoltre, Google vuole incentivare i programmi di ricerca di vulnerabilità nelle IA, con partner come GitLab e Cohesity.
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