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La recensione di Heyup Boxe: il proiettore portatile che sembra un Minion

Heyup Boxe sembra un Minion ma in realtà è un proiettore portatile, uno di quelli che potete facilmente trasportare sia in giro per strada sia fuori dalle mura domestiche. A caratterizzarlo troviamo l’estrema facilità d’uso, una comoda batteria interna e il supporto al Full HD. Ma come si comporta sul campo? Ve lo raccontiamo in questa recensione.

La recensione di Heyup Boxe

Heyup Boxe ha un look decisamente poco convenzionale. O meglio, ad essere poco convenzionale è la colorazione. Heyup, che è un’azienda cinese, ha puntato su questo giallo Minion che ci è piaciuto fin da subito. Probabilmente se fosse stato nero o grigio non avrebbe avuto lo stesso impatto.
Questa tonalità lo aiuta a distinguersi subito ma, allo stesso tempo, potrebbe essere un ostacolo per coloro che cercano un proiettore discreto e capace di mimetizzarsi con l’ambiente circostante..

La scocca è in plastica ma l’assemblaggio è ottimo. Non avrete mai la sensazione di avere tra le mani un prodotto poco rifinito o magari fragile. Anzi, è molto curato e ben progettato.
Sulla parte frontale abbiamo la lente e una griglia per la dissipazione del calore. Ne abbiamo una anche dietro e, sempre dietro, troviamo il tasto di accensione, un connettore USB-C per la ricarica, una porta USB classica, un HDMI e l’uscita audio da 3,5 mm. Sui lati troviamo due speaker da 3 watt mentre sopra c’è una piccola ghiera per la messa a fuoco, che non è automatica. Sulla parte inferiore infine abbiamo 4 piedini gommati e l’ingresso da ¼ di pollice per un eventuale treppiede.

heyup boxe recensione connessione

Autonomia

Heyup Boxe pesa 2,3 kg che, in realtà, non sono molti. Questo vi permette di trasportarlo senza troppe difficoltà. Facilita il trasporto anche la scelta di alimentarlo con un classicissimo caricabatterie USB-C. Prima di tutto perché è compatto e poi perché è facilmente sostituibile. Quando vi dimenticate quello incluso nella confezione, potete usare quello di uno smartphone o di un portatile.
Naturalmente potete usarlo anche senza alimentatore. Ha una sua batteria da 7.800 mAh che garantisce circa 90 minuti di utilizzo. Avremmo sicuramente preferito arrivasse a 90 minuti ma, onestamente, abbiamo sempre cercato di usarlo insieme al suo alimentatore.

La dotazione hardware

heyup boxe design

Heyup Boxe si presenta con una luminosità di 1500 ANSI lumen. Non tantissimi ma sufficienti in ambiente buio. Può proiettare immagini che vanno da 40 pollici a 120 pollici. Ovviamente la dimensione dipende dalla distanza dalla parete: più è vicino più l’immagine è piccola, più è lontano più l’immagine è grande.
Vi suggeriamo di non esagerare. La risoluzione è FullHD che, di per sé, è un’ottima notizia visto che ci sono una marea di proiettori che si fermano ai 720p quindi all’HD standard. Qui arriviamo ai 1080p che però, spalmati su 120 pollici, non sono tantissimi. Su 40,50,60 pollici invece hanno ancora il loro perché.

Sotto la scocca abbiamo un processore Amlogic T972, 2 GB di RAM e 8 GB di memoria interna, che anima il sistema operativo proprietario FengOS, basato su Android.
Naturalmente abbiamo anche la connettività Wi-Fi e quella Bluetooth, che vi consente eventualmente di collegare uno speaker esterno. In alternativa potete connetterne uno via cavo o usare i suoi speaker. La qualità del suono non è affatto male: il volume è alto e ha una buona resa delle frequenze alte e medie mentre scarseggia sui bassi. Un risultato comprensibile considerando anche le piccole dimensioni del prodotto.
Detto questo, potete godervi un film anche senza collegare altoparlanti esterni. Se però volete l’effetto cinema, ne avrete probabilmente bisogno.

Heyup Boxe recensione: come si vede?

Heyup Boxe recensione qualita immagine

A noi Heyup Boxe è piaciuto. Ha una buona resa dei colori, le immagini sono nitide e avete un po’ di impostazioni che vi permettono di adattare l’immagine ai vostri gusti e al contenuto.
Come molti proiettore, quando non è alimentato entra in modalità Eco e abbassa la luminosità. Ecco perché l’abbiamo usato spesso e volentieri collegato alla corrente, così da ottenere la migliore esperienza possibile.

Il sistema operativo FengOS

heyup boxe recensione fengos

Non ci ha invece entusiasmato il sistema operativo.
FengOS è veloce, intuitivo e permette di trovare subito tutte le impostazioni di cui avete bisogno.
Quindi perché non ci ha entusiasmato?
Prima di tutto perché abbiamo Aptoide a bordo, che è uno store alternativo rispetto al Play Store di Google. Teoricamente ci trovate tutte le app ma, mancando i servizi di Google, non è detto che partano. Ad esempio, noi non siamo in alcun modo riusciti a far partire Netflix.

FengOS supporta il mirroring da Android e iOS ma, anche qui, abbiamo avuto delle divergenze. Ogni tanto infatti ci ha abbandonati, decidendo di non funzionare o di funzionare unicamente in verticale.

Il telecomando

heyup boxe recensione telecomando

Concludiamo con il telecomando che è incluso nella confezione con le relative batterie. È molto essenziale, sia nello stile che come numero di tasti. Però ci fate tutto e ha un buon range. Questo significa che non dovrete rimanere vicinissimi al proiettore per farlo funzionare.

Vi segnaliamo infine la presenza del tasto dedicato al microfono che dovrebbe richiamare gli assistenti vocali, funzionalità che per il momento non è ancora supportata.

La recensione di Heyup Boxe: conclusione

heyup boxe recensione come si vede

Qual è il prezzo di Heyup Boxe? Al momento questo tenero proiettore portatile è disponibile sul sito ufficiale al costo di 299 dollari, circa 270 euro.

A nostro avviso è una cifra assolutamente adeguata e non solo perché somiglia ad un minion. È compatto, trasportabile, con una buona qualità dell’immagine, una discreta autonomia e varie opzioni di connessione. Tutto sommato quindi riuscite a guardare quello che volete senza troppe difficoltà.

PRO

  • Design originale
  • Ottima qualità costruttiva
  • Immagini in FullHD
  • Buona resa audio
  • Buon range del telecomando

CONTRO

  • Sistema operativo migliorabile
  • Tutti i limiti di Aptoide

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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