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Hybrid workplace, la risposta giusta per lo smart working

Con il 31 marzo abbiamo definitivamente – almeno sulla carta – detto addio allo stato di emergenza causato dal virus SARS-CoV-2. Nei mesi precedenti vi è stato un acceso dibattito su cosa questo avrebbe prodotto a livello lavorativo: tornare in presenza in ufficio o poter continuare a lavorare da casa? Una risposta potrebbe darla l’hybrid workplace

Ma procediamo con ordine.

Una piccola sinossi

hybrid workplace - smart working

Tra il 2020 e il 2021 l’Italia (così come altri Paesi nel mondo) è stata sottoposta a diversi lockdown, resi necessari per contenere i contagi e diminuire la pressione sugli ospedali e sul personale sanitario.

Questo essere rimasti forzatamente rinchiusi fra le mura delle nostre abitazioni ha dato luogo a nuove routine, a nuove abitudini e ha cambiato notevolmente il corso delle vite di ognuno di noi.

Anche l’ambito lavorativo ha subito una rivoluzione totale: lo smart working, parola che fino al 2019 era quasi sconosciuta nel nostro Paese, ha preso piede trasformando il lavoro da statico a flessibile.

Vantaggi dello smart working

L’essere diventati improvvisamente uno smart worker (o “lavoratore agile” in italiano) non è stata propriamente una passeggiata. Milioni di persone in Italia si sono ritrovate dall’oggi al domani a essere proiettati nei propri uffici direttamente dai salotti di casa propria, trovandosi del tutto impreparati all’evenienza.

Ma non solo: anche per le aziende non è stato facile riempire quel buco creatosi dal traslare un ufficio fisico nel mondo del web, così come non tutte le imprese hanno fornito ai propri dipendenti gli strumenti informatici necessari per poter lavorare da casa.

Insomma, il primo approccio non è stato dei migliori, ma col tempo si sono notati diversi vantaggi, testimoniati da diverse ricerche. Le più importanti sono state sicuramente condotte dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.

Lo smart working (lavoro agile in italiano) permette letteralmente di poter lavorare ovunque si voglia e quando lo si ritiene opportuno.

Che sia per otto ore o che sia per quattro, lo smart worker ha a disposizione quel tipo di flessibilità che gli consente di organizzare la giornata lavorativa come meglio crede. L’importante è che riesca a terminare ogni obiettivo affidatogli.

Ecco, lavorare in smart working consente di gestire uno dei beni più preziosi del mondo: il tempo.

Svantaggi dello smart working

La work-life balance, per troppo tempo ignorata dal mondo lavorativo, è essenziale per assicurare un equilibrio psicofisico del lavoratore. Infatti, lavorando da casa, le persone hanno avuto più tempo a disposizione da dedicare a se stessi, ai propri interessi e alla propria famiglia. Una gestione del tempo più a misura d’uomo ha apportato benefici psicologici non indifferenti.

Tuttavia vi è anche l’altro lato della medaglia, ovvero gli aspetti negativi.

Non solo il dover lavorare al computer ha esteso i rischi di incappare in trappole cibernetiche come virus, ma ha anche “isolato” le persone. Le pause caffè con i colleghi sono diventate pause caffè con la televisione come sottofondo.

Orari sballati (perché purtroppo per molti lo smart working si è tradotto in telelavoro) e un eccessivo utilizzo dei dispositivi informatici ha causato quello che viene chiamato “tecnostress”.

E secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working, ben il 28% dei lavoratori italiani ne è stato vittima, mentre il 17% ha sofferto di “over working”.

Tuttavia tornare al classico lavoro d’ufficio non è possibile e a dirlo sono i numeri. Quasi il 90% delle grandi imprese, infatti, manterrà attiva la possibilità di lavorare da casa.

Come poter risolvere, allora, gli aspetti negativi dello smart working, facendo risaltare al meglio quelli positivi?

La risposta è nell’hybrid workplace

hybrid workplace - sala riunioni

L’idea di fondo dell’hybrid workplace è quella di creare, per l’appunto, un mondo lavorativo ibrido.

Sostanzialmente si vuole connettere, in tempo reale, la postazione in ufficio con la postazione da casa, permettendo al lavoratore in sede di poter lavorare assieme al proprio collega in smart working.

In questo caso si viene a creare quella che è una delle esigenze dello smart worker italiano: mantenere un’alternanza tra il lavoro in presenza in azienda e il lavoro in remoto da casa.

L’hybrid workplace richiede ovviamente all’azienda di effettuare una rivoluzione totale degli spazi per rendere l’ufficio completamente digitale, investendo massicciamente nella tecnologia e nella sua relativa sicurezza, permettendo così anche a chi è a distanza di poter vivere il mondo lavorativo quasi come se fosse lì in carne e ossa.

Come? Esistono diverse piattaforme, alcune a pagamento, altre gratuite, che permettono di poter lavorare in presenza e a distanza. Pensiamo a Microsoft 365, alla Workstation di Amazon o ai cloud storage che consentono di condividere informazioni in tempo reale. E ancora, Skype, Zoom, Teams, che permettono una  perfetta comunicazione sincrona.

È un sistema rivoluzionario, che consente non solo di poter mantenere il passo coi colleghi, ma anche di mantenere alta la barra della socializzazione. Parliamo del cosiddetto phygital, ovvero una nuova realtà nata per rendere il contatto sociale disponibile anche nelle occasioni in cui sembra non esserlo.

Perché l’hybrid workplace è importante?

hybrid workplace - perché è importante

Perché non solo l’azienda può vantarsi di essere al passo coi tempi e più competitiva sul mercato, ma favorisce anche la “Employee Experience”.

In pratica vede crescere la produttività dei dipendenti (che si traduce in un guadagno economico per l’impresa), la socialità con la phygital e la creatività tramite lo scambio di opinioni e di idee.

Ma non solo: è importante buttare un occhio anche sul cosiddetto engagement dei lavoratori, vale a dire sul legame che si instaura tra dipendente e azienda che, tramite l’hybrid workplace, può crescere notevolmente, consentendo all’impresa di mantenere i propri talenti e non vederli migrare verso altre spiagge.

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Maria Stella Rossi

Mangiatrice seriale di biscotti e ghiotta di pizza, adoro scrivere da sempre, ancor prima di imparare a tenere per bene una penna fra le dita. Sono una grande appassionata di libri, telefilm, film, videogiochi e cucina, mentre il mio sogno nel cassetto è quello di riuscire a catturare ed addomesticare una Furia Buia. Ma anche continuare a scrivere non è poi così male come desiderio.

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