Dopo una lunga attesa, abbiamo finalmente messo le mani sul primo episodio di Life is Strange 2, disponibile dal 27 settembre per Xbox One, PlayStation 4 e PC. Avrà superato la prova e retto il confronto con il suo brillante predecessore? Scopritelo nella nostra recensione.
A volte fa bene rischiare
Annunciare e dare vita ad un sequel, che si tratti di un film, una serie tv o un videogioco, è sempre estremamente rischioso. Se poi si parla di qualcosa che ha conquistato nel profondo il pubblico, la posta in gioco è ancora più alta. È il caso di Life is Strange che con i suoi cinque ed intensi episodi ha catturato l’attenzione del pubblico e fatto breccia nel loro cuore attraverso Max Caulfield e Chloe Price.
Con Before the Storm la situazione non era poi così complicata, perché dal momento in cui annunciarono che il titolo sarebbe stato incentrato interamente su Chloe e Rachel, abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo: poi, grazie all’episodio bonus, avremmo rivisto anche Max e questo ci rese ancora più felici. Poi è stata la volta di Captain Spirit e del piccolo Chris Eriksen: nonostante si trattasse di un personaggio sbucato quasi dal nulla, è stato accolto a braccia aperte grazie alla sua fervida fantasia e al suo spirito.
Quello che però non sapevamo ancora è che il piccolo Chris sarebbe stato il filo conduttore che ci avrebbe introdotto nel mondo di Life is Strange 2. All’inizio tutti noi speravamo di rivedere Chloe e Max e le domande che ci ponevamo erano semplici: “seguiranno la storia precedente? Creeranno due inizi differenti, a seconda del finale preso in LIS?”. Non sapevamo nulla, potevamo solo immaginare.
Alla frase “nuova ambientazione, nuova storia e nuovi personaggi”, probabilmente molti di voi hanno storto il naso o si sono sentiti in qualche modo in ansia, minacciati. Io stessa era indecisa e non sapevo come prendere questo annuncio: decisi, però, di fidarmi. Dopo aver giocato il primo episodio di Life is Strange 2, posso dire che la fiducia è stata ben riposta.
Un nuovo inizio, una nuova avventura
Fin dalla prima schermata sappiamo di essere tornati nel nostro piccolo mondo: un lieve suono di chitarra ci trasporta nella schermata iniziale in cui veniamo accolti da un nuovo sfondo. Scegliamo lo slot di salvataggio e via, inizia la nostra avventura. Dove ci porterà? Chi incontreremo?
Questa avventura inizia con i nostri nuovi protagonisti: Sean e Daniel Diaz, fratelli di 16 e 9 anni che vivono nella città di Seattle, a Washington. I due, in seguito ad un tragico evento, sono costretti a scappare da Seattle e dalle forze dell’ordine che minacciano di separarli: questo spingerà Sean e il suo fratellino verso Puerto Lobos, la loro città natale messicana.
Questo viaggio on the road sarà tutto fuorché semplice: numerosi saranno gli ostacoli da superare e nei panni di Sean saremo costretti, come lo eravamo con Max, a prendere decisioni estremamente difficili che potranno alterare il corso della trama.
Inoltre, le scelte che prenderemo non solo influenzeranno il carattere di Sean ma anche e specialmente quello del piccolo Daniel, che dovremo educare al meglio.
Stessa atmosfera ma nuova grafica
Ciò che è possibile notare fin da subito è il notevole miglioramento del motore grafico: questo titolo ha infatti abbandonato l’effetto grezzo per far spazio ad una grafica nettamente superiore, caratterizzata da colori più accesi e vibranti, volti più definiti ed espressioni facciali leggermente più marcate.
L’atmosfera che si respira nella prima mezz’ora di gioco è rilassante e tipica di Life is Strange, ci sembra davvero di essere tornati a casa: possiamo chiamarla “la quiete prima della tempesta” (capito la battuta?). Ovviamente si tratta sempre di Dontnod Entertainment e i colpi di scena non tarderanno ad arrivare: in Chrysalis il colpo di scena più intenso è stato scoprire il potere di Max e l’arrivo della famigerata tempesta. In Roads, invece, avremo colpi di scena più tragici e, rispetto al suo predecessore, dovremo attendere prima di scoprire l’elemento soprannaturale che caratterizza questo nuovo titolo.
Un’altra similitudine che possiamo notare è l’inventario, che ovviamente è diverso e presenta alcune novità: innanzitutto ci troviamo a giocare con un personaggio di sesso maschile quindi rispetto al vibrante diario di Max e le sue foto, troveremo una schermata caratterizzata da colori più neutri e scuri. Troveremo sempre presente il mitico cellulare per ricevere e mandare messaggi: inoltre è stato aggiunto uno sketch book in cui il nostro Sean, di tanto in tanto, disegnerà qualche schizzo e scriverà i suoi pensieri, molto diverso però dal diario personale di Max.
Una cosa che ho davvero apprezzato è la possibilità di poter disegnare assieme a Sean in determinati momenti dell’episodio e di poter rivedere i propri disegni nello sketch book del ragazzo.
Abbiamo capito ormai che Dontnod Entertainment ha un debole per l’arte in generale: Max e le sue fotografie, Chris con i suoi schizzi e la sua fervida fantasia (con la madre fumettista) e il nostro Sean, con i suoi disegni.
Anche i collezionabili sono diversi: se con Max potevamo guadagnare dei trofei attraverso la realizzazione di determinate fotografie, con Sean dobbiamo semplicemente raccogliere degli oggetti che troveremo nel corso del nostro cammino. Inoltre, piccola novità: nel nostro inventario, sulla sinistra, avremo un piccolo riquadro in cui saranno segnati i nostri obiettivi, nel caso in cui dovessimo perderci qualche dettaglio per strada.
Max e Sean: qual è la differenza?
L’elemento che segna la differenza fondamentale tra i due episodi, è sicuramente il comparto musicale. Dopo la tempesta, il risveglio in classe e Max che non sa rispondere alla domanda del professor Jefferson, l’inizio della nostra avventura è stato segnato dal brano “To All of You” di Syd Matters. Ricordo ancora il verso di stupore che feci dinnanzi a quell’inizio strabiliante.
Possiamo dire che in Roads il comparto musicale è meno influente e presente: all’inizio questa cosa mi ha disturbata però capirete, come è successo a me, che questo primo episodio necessitava di più silenzio che musica. I lunghi silenzi che avvolgono i fratelli durante il loro viaggio, valgono più di una colonna sonora. Con questo non sto dicendo che il comparto musicale sia assente, semplicemente è stato riservato per pochi ed intensi momenti.
Cambiamo pagina e parliamo di un argomento che probabilmente vi incuriosisce. Com’è giocare con un personaggio di sesso maschile? Posso affermarvi che la differenza c’è, si sente e si vede: non tanto nel personaggio stesso ma più nel contesto generale in cui esso si trova. Mi spiego meglio.
Max e Sean, dal mio punto di vista, sono molto simili per quanto riguarda la personalità e il carattere: ovviamente gli ambienti in cui si trovano sono differenti. Un esempio sciocco ma che ho trovato interessante è stata la loro camera da letto: se ben ricordiamo quella di Max era molto colorata, in ordine e, insomma, era la tipica camera da ragazza. Piena di peluche, foto, luci da muro, la sua inseparabile chitarra e molto altro. Quella di Sean, invece, è più disordinata, grezza, possiede colori leggermente più scuri ed è la tipica camera da ragazzo.
Ciò che in realtà distingue questi due personaggi principali è un semplice particolare che però, in questo sequel, ha un peso rilevante. Sean è un ragazzo di origini messicane e, considerando il periodo in cui sono ambientate queste vicende, viene visto in malo modo non solo dai suoi coetanei ma anche da persone adulte che, teoricamente, dovrebbero essere superiori a certe cose.
L’elemento della discriminazione, almeno in questo primo episodio, viene messo parecchio in evidenza e avrete modo di capire perché: non proseguo oltre perché non voglio spoilerarvi nulla. Sostanzialmente possiamo dire che l’elemento “politica” è molto più presente rispetto a LIS.
Tutto scorre
Anche in Roads sono presenti numerosi dialoghi che ci permetteranno di conoscere al meglio il tipo di relazione che lega i personaggi presenti nel titolo: del resto questo episodio ha una durata di quattro ore, due in più rispetto a Chrysalis ma non allarmatevi. Avremo molte occasioni, forse di più rispetto al primo titolo, per interagire con l’ambiente che ci circonda.
Le differenze con Life is Strange, del resto non si poteva fare tutto uguale. Nonostante ciò, Roads è un inizio promettente di questa nuova avventura. Personalmente ho sentito la mancanza delle mie due eroine preferite e la mancanza di una canzone o melodia che mi facesse battere il cuore, ma allo stesso tempo ho avuto modo di affezionarmi intensamente a Sean e Daniel e sì, sono anche riuscita ad apprezzare i lunghi silenzi.
La storia scorre senza intoppi nonostante la durata, è interessante e si comporta come una serie tv: ci tiene incollati al joystick e lo schermo. Arriveremo alla fine senza nemmeno rendercene conto per quanto verremo trasportati all’interno del gioco. Inoltre ogni personaggio è stato creato secondo un profilo dettagliato ed interessante. La grafica, come detto in precedenza, fa la sua figura: gli ambienti e i paesaggi sono mozzafiato, realizzati così dettagliatamente che sembrano reali.
L’unico difetto sta nel gameplay: con Max avevamo la possibilità di riavvolgere il tempo e cambiare alcune risposte, alterando ulteriormente lo svolgimento della storia.
In Before the Storm, Chloe non ha nessun potere se non il suo caratteraccio: grazie a questo, durante i dialoghi, avevamo la possibilità di intimidire il nostro avversario e dare inizio ad una gara di insulti. In Captain Spirit, invece, non potevamo insultare nessuno né riavvolgere il tempo: però, grazie alla fantasia di Chris, potevamo “dar vita” ai suoi nemici e ai suoi poteri.
In Life is Strange 2 non c’è nulla che rende, almeno per ora, il gameplay particolare. Speriamo che i prossimi episodi, da questo punto di vista, segnino una svolta.
In conclusione
Possiamo concludere affermando che l’idea di un sequel, nonostante fosse estremamente rischiosa, è stata realizzata quasi alla perfezione. È tutto nuovo: ambientazione, personaggi, storia ma questo non significa che non ci siano piccoli riferimenti al passato. Dontnod Entertainment, con questo primo episodio, ci ha fatti sentire a casa nonostante la presenza di persone estranee.
Ovviamente si tratta solo del primo episodio e non sappiamo minimamente che piega prenderà la storia, ma personalmente mi sento fiduciosa e credo che da Life is Strange 2 possano davvero uscire cose grandiose.
Pro
- Grafica migliorata
- Personaggi interessanti e nuovi
- Trama che scorre
Contro
- Bug durante il caricamento
- Gameplay ancora anonimo
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