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L’indie da scoprire – To the moon

Una storia nostalgica, breve ma intensa, che da anni e anni conquista i cuori dei giocatori che vi si approcciano. Uscito per la prima volta nel lontano 1 novembre 2011, a dieci anni precisi ripercorriamo la storia di To The Moon, il titolo del team Freebird Games che ci ha emozionato sin dal primo approccio. Autori anche del più recente Finding Paradise, si tratta di una vicenda toccante, nata dalla commistione di scienza ed emozione, ci tiene appesi a un sottile filo tra la vita e la morte, regalandoci una narrazione che sa toccare le corde del nostro animo. Dopo aver esplorato le sabbie del deserto di Journey e aver perso la testa tra un livello e l’altro di Cuphead, ora è tempo di fare un viaggio nuovo riscoprendo questo titolo nel nostro speciale “L’indie da scoprire”.

To the moon, una storia magica

In una commistione di generi tra avventura e rompicapo, To the Moon narra la storia di due medici, Eva Rosalene e Neil Watts della Sigmund Agency of Life Generation. Si tratta di un’azienda che consente a coloro che sono in fin di vita di poter esaudire un ultimo desiderio. Come? Con l’impianto di ricordi artificiali. I due dottori raggiungono una casa su una scogliera, accanto ad un faro, dove ci sono anche la governante Lily e i due figli. L’anziano Johnny, proprietario della casa e prossimo alla morte, chiede dunque di esaudire il suo ultimo desiderio. Nientemeno che andare sulla Luna. Una richiesta che però non sembra avere spiegazione, inducendo i due medici a esaminare i suoi ricordi e ripercorrere la sua vita. L’obiettivo sarà capire la motivazione che lo induce ad andare proprio lì.

Come è immaginabile, proprio per via di questa richiesta ripercorriamo il viaggio dell’esistenza di questo anziano, che ci porta per mano a fare la conoscenza della moglie, River, e potremo scoprire i segreti più profondi dell’animo di Johnny. Non solo, è possibile risalire anche alla concezione della stessa casa accanto al faro e scavare nelle memorie più buie e a tratti negative dell’uomo. Un’operazione quasi psichiatrica di recupero del suo inconscio, in grado di restituirci le note più dolorose di una vita vissuta intensamente e nel tentativo di dimenticare quanto invece rimane scritto nella storia. Sarà dunque compito dei due dottori far riaffiorare questi anelli mancanti per capire il vissuto del loro paziente e portarlo sulla luna. Un viaggio letteralmente breve, ma intenso, della durata di pochissime ore.

Fly me to the moon, ma in poco tempo

Proprio in virtù di questo viaggio interiore ed emozionale, possiamo percorrere le diverse tappe della vita di Johnny in un tempo relativamente breve. Infatti il titolo ci lascia addosso magia e meraviglia in poche ore. Questo è un titolo dalle note decisamente riflessive, che ci inducono a scoprire sempre di più da far scorrere rapidamente il poco tempo necessario per completarlo. Come possiamo immaginare, essendo un titolo focalizzato sulla narrazione e sul senso di quanto ci vuole essere trasmesso, il gameplay risulta piuttosto basico. Si tratta di una graphic novel in 2D e in single-player, con pochissime azioni da compiere e, essendo disponibile solo su Steam, compiute solo cliccando sullo schermo.

Purtroppo non disponiamo nemmeno di scelte multiple, ma solo di metterci talvolta alla ricerca di oggetti e risoluzione di puzzle per esplorare i vari ricordi. Una semplicità narrativa che si riflette anche nello stile grafico e nel comparto artistico complessivo. Il gioco infatti risulta essere elaborato in stile pixel art, con ambientazioni ritagliate sullo schermo e dalle piccole dimensioni, mentre la colonna sonora è una componente imprescindibile. Con le sue note malinconiche, dolci e struggenti, ci arriva dritti al cuore con la sua melodia, composta dallo stesso Kan Gao.

Perché giocare a To the moon ancora oggi

Riuscire a valutare in maniera oggettiva la storia di questo titolo risulta un’impresa difficile ancora oggi. Agli occhi di ciascun giocatore infatti riesce a suscitare emozioni forti, inducendoci a empatizzare con la vicenda legata a Johnny. Si tratta di un videogioco davvero unico, che in principio può essere appetibile per gli amanti della pixel art, ma non solo. To the moon è un gioco che si presta non solo agli amanti degli amarcord e dei rompicapo, sarebbe un giudizio decisamente limitato e limitante. L’opera di Freebird Games è qualcosa di unico, quasi un libro in formato videoludico che si squaderna di fronte a noi, rivelandoci eventi della vita umana talvolta difficili da accettare. Lo ammettiamo, niente di troppo forte o sconvolgente, nessun plot twist troppo imprevedibile, ma sicuramente una delicatezza nella scelta dei temi e delle esperienze di vita che ci toccano nel profondo. Un “must” da riscoprire nella produzione indipendente videoludica che non merita in alcun modo di essere messa in un angolo.

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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