Si è soliti dire (non senza una quota di verità) che il mondo degli accademici si divide in due categorie. Da una parte ci sono severissimi studiosi dalle bibliografie sterminate e fondamentali. Che però, se sono chiamati a parlare a un pubblico di non addetti ai lavori, fanno invariabilmente addormentare dopo dieci minuti.
Al polo opposto stanno i divulgatori, dalla parlantina scioltissima, capaci di intrattenere migliaia di persone ai vari festival. Tuttavia, se si citano costoro agli accademici della prima categoria, i loro nomi suonano come mai sentiti prima.
Per fortuna ci sono liete eccezioni: studiosi di chiara fama, che tuttavia possiedono una verve e un’istintiva simpatia tali da risultare graditissimi anche al cosiddetto grande pubblico.
Di questa terza e rara categoria faceva parte Margherita Hack, l’astrofisica che ci ha lasciati il 29 giugno del 2013. Dunque esattamente dieci anni fa.
Una personalità sfaccettata. Anzi, una toscanaccia
Sarà pure un luogo comune, ma ci pare proprio che i vari aspetti della sfaccettata personalità di Margherita Hack possano essere riassumibili con un dato geografico: l’astrofisica era toscana, anzi toscanaccia.
Nata a Firenze il 12 giugno del 1922, Hack è stata donna – e scienziata – tenacissima e determinatissima, diretta e schietta sino alla ruvidezza, senza mai curarsi delle conseguenze della propria coerenza e onestà.
È quanto emerge dall’ottimo podcast Marga, prodotto da Chora Media e ascoltabile nelle maggiori piattaforme di streaming audio.
A dieci anni dalla morte di Margherita Hack, il nostro ricordo partirà da qualche dato biografico essenziale, per poi arrivare al suo lavoro di astrofisica. E concluderemo citando almeno alcuni degli altri ambiti in cui è stata impegnata.
Margherita Hack
Margherita Hack, dicevamo, nasce a Firenze il 12 giugno 1922.
Figlia di genitori seguaci della teosofia, simpatizza per il fascismo sino alla promulgazione delle leggi razziali. Dopo di che, ne riparleremo, assumerà posizioni di sinistra radicale.
Convintamente atea, nel 1944 si sposa con rito religioso per far contento il marito (lo racconta lei stessa, ridendo, nel già citato podcast). Marito con cui resterà sino agli ultimi giorni di vita.
Da giovane è stata un’eccellente atleta, specializzata nel salto in alto.
L’astrofisica
Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, Margherita Hack ottiene la cattedra di astronomia all’Università di Trieste nel 1964, e la manterrà sino al 1992.
Prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste, ne accrescerà la fama organizzando convegni di respiro internazionale.
Spettroscopista stellare, ha curato lavori importanti in particolare sulle stelle binarie, ambito per cui già negli anni Cinquanta del Novecento ha avuto intuizioni poi confermate dal satellite International ultraviolet explorer.
Celebre la sua dichiarazione “Siamo tutti figli delle stelle”, a voler intendere che durante il Big Bang si sono formati solo gli elementi leggeri: idrogeno ed elio. Mentre tutti gli altri elementi chimici presenti nel nostro organismo, dal ferro al calcio all’ossigeno, sono stati creati dalla contrazione delle stelle, che – raggiungendo temperature di miliardi di gradi kelvin – genera reazioni di fusione in cui i nuclei più leggeri si fondono per crearne uno più pesante.
La divulgatrice
Margherita Hack è nota, specie negli ultimi decenni della sua vita, per la sua infaticabile opera di divulgatrice, complice un’impareggiabile parlantina e la capacità di rendere chiari concetti assai complessi senza tuttavia banalizzarli. Sempre nella fase ultima della sua vita, Margherita Hack ha raccontato sempre con grande gusto e ironia le sue battaglie per imporsi, lei donna, nel mondo accademico, soprattutto nei primi anni della carriera.
E non lo ha mai fatto per narcisismo, ma semmai per incentivare le giovani donne di scienza a essere sempre tenaci, propositive e fiduciose nelle proprie capacità. Anche se quello della scienza è uno dei tanti ambiti in cui la parità di genere è ancora lungi dall’essere conquistata.
Non solo scienza
Margherita Hack è anche stata un’attivista che, con la sua irresistibile sfrontatezza, si è sempre battuta per una quantità di cause.
Di estrema sinistra (e con qualche incursione nella politica attiva), ha spesso e volentieri messo alla berlina un certo uso volgare del linguaggio, specie da parte dei suoi avversari politici. Celebre la sua definizione… colorita di Berlusconi, dopo che l’ex leader di Forza Italia aveva usato parole becere nei confronti di Rosy Bindi.
Hack è stata anche vegetariana e animalista convinta, strenua sostenitrice dei diritti civili e severa con le ingerenze del mondo cattolico nella sfera politica e in quella, appunto, civile.
Insomma: una figura limpida, incapace di scendere a compromessi, acuta e autoironica.
Quando le è stato chiesto a chi si sente simile, Margherita Hack ha risposto: “A una scimmia evoluta. Ma nemmeno tanto evoluta”.
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