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Meta, l’organismo di vigilanza indaga sulla disinformazione durante la pandemia

Un rapporto di Meta Oversight Board, l’organismo di vigilanza di Meta, ha condotto un’indagine sul ruolo dei social riguardo la disinformazione durante la pandemia. Inoltre, chiede nuove misure per migliorare la trasparenza delle piattaforme.

Meta, indagine indipendente sulla disinformazione nella pandemia

L’Oversight Board è un gruppo indipendente scelto dal colosso dei social media per esaminare le sue decisioni sui contenuti. E ha approvato le misure di moderazione dei contenuti adottate da Meta durante il picco della pandemia di covid. Il rapporto suggerisce anche una serie di cambiamenti alla sua politica di disinformazione, evidenziando la mancanza di capacità dell’azienda di misurare l’impatto che le sue piattaforme di social media hanno avuto sulla salute pubblica e sui diritti umani.

L’organismo di vigilanza ha chiesto a Meta di commissionare una valutazione dell’impatto, focalizzata su come gli algoritmi di raccomandazione del feed di notizie di Facebook possano diffondere la pericolosa disinformazione sanitaria. Ciò implica anche la pubblicazione di qualsiasi ricerca precedente che l’azienda ha fatto su questo tema.

Meta indagata

Durante il picco della pandemia di Covid nel 2021, la Casa Bianca aveva criticato Meta per aver permesso la circolazione della disinformazione sui vaccini, incolpando l’algoritmo della piattaforma di promuovere le informazioni false rispetto a contenuti veritieri.

Il gruppo suggerisce anche a Meta di conservare la sua attuale politica di contrasto alla disinformazione sul Covid. Ma dovrebbe rendere più chiaro il motivo dell’eliminazione di contenuti sulle sue piattaforme. All’interno del rapporto, l’Organismo di Vigilanza raccomanda a Meta di rendere note le richieste del governo di revisionare i contenuti riguardanti le emergenze sanitarie pubbliche. Perché potrebbero “erodere i principi della democrazia”.

La Board, oltre a consigliare di tenere attive le policy anti-disinformazione e aumentare la trasparenza sugli interventi governativi, chiede più supporto alle ricerche indipendenti sulle piattaforme social.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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