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La musica si reinventa grazie alla tecnologia per sopravvivere

In un periodo in cui i concerti dal vivo non sono più ammessi, la tecnologia viene in soccorso: ologrammi, videogiochi e altre realtà digitali permettono ai musicisti di lavorare.

La chiusura di locali e l’annullamento di concerti ha portato gli artisti a domandarsi cosa ne sarà della loro musica. Oggi i musicisti devono fare i conti con la realtà pandemica che li circonda, reinventando il modo di diffondere la propria arte. In Italia, e nel resto del mondo, tutti gli spettacoli live sono stati annullati o rimandati. C’è chi in passato si è esibito tramite gli ologrammi, chi attraverso i videogiochi e chi sfruttando le app e i social network. Andando di questo passo, la domanda sorge spontanea: la musica del futuro sarà completamente dipendente dal mondo digitale  e dalla tecnologia o tutto ritornerà com’era prima?

Musica e ologrammi: l’esibizione di Gianna Nannini e di Tha Supreme

Era il 2019 quando la cantante Gianna Nannini si è esibita sul palco di XFactor, in diretta dal suo concerto a Berlino attraverso la tecnologia che crea gli ologrammi. Sullo stesso palco, ma in un’altra puntata, il produttore musicale e rapper Tha Supreme ha cantato sotto forma di ologramma. Non ha mostrato il suo vero corpo, bensì quello di un personaggio in stop motion che lo rappresenta pubblicamente.

musica tecnologia Tha Supreme

Dove è nata questa tecnologia utilizzata sui palchi musicali? Certamente in America. Nel 2012, durante uno dei festival musicali più famosi al mondo, il Coachella, è apparso il rapper Tupac “risorto” in ologramma. Anche la band Gorillaz è diventata famosa grazie alle sue esibizioni live fuori dal comune: è stata tra i primi a portare l’ologramma nei concerti live.

Musica e tecnologia: i concerti virtuali di Marshmello, Trevis Scott e Ava Max nei videogiochi

Come l’ologramma, anche il lancio di brani e album musicali nei videogames ha creato molto scalpore. Ha aperto un mondo completamente nuovo per lo spettacolo. L’idea parte dall’iniziativa di utilizzare Fortnite come piattaforma per far esibire artisti in alcuni luoghi della mappa del video gioco. Il primo che lo ha fatto è stato Marshmello, dj e producer col volto sempre coperto e a forma di marshmellow. Ha dato il via a una vera a propria rivoluzione della performance musicale.

Il DJ set virtuale di Marshmello è durato circa dieci minuti e si è tenuto nel cosiddetto Plesant Park. Migliaia di server lo hanno trasmesso a febbraio del 2019, intrattenendo 10 milioni di giocatori. Per questo evento, gli organizzatori hanno disabilitato le armi in modo che i giocatori potessero concentrarsi sulla musica. La scenografia riprodotta era esattamente quella di un palco vero e proprio, che accoglieva il DJ con la sua consolle. Alle sue spalle, uno schermo che proiettava immagini psichedeliche. Ai suoi piedi, invece, il pubblico di videogiocatori in visibilio.

musica Marshmello

Altrettanto psichedelico e con una performance mai vista prima è stato il concerto virtuale “Astronomical” del rapper statunitense Travis Scott. È stato organizzato su Fortnite e precisamente presso le Sabbie Sudate. Erano ben 12,3 milioni di video giocatori collegati, più tutti coloro che hanno assistito live su TwitchDurante il concerto, il rapper ha presentato il suo nuovo singolo, “The Scotts”. Il live digitale è stato trasmesso sul gioco firmato Epic Games dal 24 al 26 aprile di quest’anno. Ha inoltre approfittato della realtà storica difficile che il mondo dello spettacolo è costretto a vivere oggi.

musica Trevis Scott

Lo stesso tipo di evento è stato organizzato dalla cantante pop Ava Max. Nel popolare gioco del mondo virtuale Roblox, la cantante ha lanciato il suo album di debutto “Heaven & Hell” il 25 settembre. Ava ha anche interagito con i fan prima della performance virtuale.

musica Ava Max

Queste idee sono nate da una necessità di voler esprimere la propria arte e il proprio modo di fare musica, ma anche per motivi strategici di marketing. È indubbio il fatto che i videogiocatori  siano attratti da un evento  diverso dal solito organizzato su Fortnite o su Roblox, perché hanno la possibilità di assistere a qualcosa di fuori dal comune e straordinario. I numeri di coloro che vi hanno preso parte parlano chiaro.

Musica e tecnologia: l’app “Mr. Fini – The experience”

Tornando in Italia, durante il lockdown della primavera scorsa, tantissimi artisti si sono adoperati affinché la loro musica e la loro arte venga diffusa in qualche modo. E ancora dopo mesi da allora e in attesa delle prossime disposizioni da parte del Governo, gli artisti continuano a essere sempre più creativi e a cercare di utilizzare ogni mezzo possibile. Il fermento infatti c’è e i risultati si sono visti.

musica Mr Fini
Photo Credit: Another Reality

Un esempio unico nel contesto italiano è l’app in realtà aumentata che il rapper milanese Guè Pequeno, in collaborazione con Spotify, ha realizzato. L’app ha anticipato l’uscita del suo ultimo album “Mr. Fini” avvenuta il 26 giugno 2020. Il nome è “Mr. Fini – The Experience” ed è un software realizzato da AnotheReality che ha trasportato gli ascoltatori in una stanza d’albergo. Qui possono scoprire contenuti inediti e vari spoiler del nuovo album del rapper, tra cui alcuni brani e la visione di parte di un videoclip. Muovendo il telefono, è possibile “camminare” nella stanza virtuale.

Musica e social network: “My love lockdown” di Sina

musica My love lockdown

Altro rapper che ha fatto ricorso all’uso del digitale e dei social network è stato Sina. Il suo album “My love lockdown (Midnight Sun)” è uscito a settembre 2020 ed è frutto del lavoro concepito durante il lockdown. Per farsi ascoltare e conoscere, il rapper ha iniziato a condividere la propria musica su Instagram e Telegram durante il lockdown nazionale. Il motivo, afferma, è che «mi sono reso conto che la mia musica così come stava aiutando me durante la quarantena, aveva avuto un impatto positivo anche sulle vostre vite». I brani erano accompagnati da alcuni visual presi in prestito agli anime del regista giapponese Miyazaki. Questo ha reso più profonda e onirica la musica di Sina.

Musica e streaming: i concerti da casa

Molti musicisti hanno avuto la possibilità di esibirsi live in streaming, ognuno da casa propria. Uno dei concerti più importanti è stato il “One World: together at home”. È un evento globale che ha raccolto tutti gli artisti internazionali più importanti. Promosso da Global Citizen e dalla popstar Lady Gaga, il concerto è stato organizzato per sostenere tutti gli operatori sanitari che hanno lottato  in prima linea contro il covid19. Tra coloro che si sono esibiti, troviamo: Rolling Stones, Andrea Bocelli, Elton John, Billie Eilish, Zucchero e molti altri.

musica One world together

Anche in Italia è stato organizzato un concerto in streaming durante il lockdown dal titolo “Musica che unisce”. Molti cantanti e personaggi dello sport e della tv si sono riuniti virtualmente. Lo hanno fatto per raccogliere fondi da destinare alla Protezione civile nella battaglia contro il coronavirus. Tra di essi si sono esibiti Andrea Bocelli, Cesare Cremonini, Diodato, Fedez, Levante, Gazzelle e tanti altri.

Musica e tecnologia: il concerto “Studio 2054” di Dua Lipa

Dai suoi canali social, Dua Lipa ha annunciato che si esibirà in un concerto in streaming il 27 novembre. Chiamato “Studio 2054”, il digital live è una performance musicale definita come una “notte di musica, divertimento e danza”. Oltre all’esibizione della popstar britannica, prenderanno parte anche ospiti speciali a sorpresa. Sono disponibili sia i ticket standard, sia quelli speciali che danno l’accesso a filmati esclusivi riguardanti il backstage.

musica Dua Lipa

Musica e tecnologia: cosa ci riserva il futuro?

Dunque, cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? Quanto ancora gli artisti baseranno la propria musica sulle esperienze digitali e tecnologiche? A tal proposito, è interessante citare due ricerche di questa estate sulla fruizione di eventi culturali post-covid19.

Una è quella di Music Innovation Hub, società internazionale che promuove l’innovazione nell’industria della musica. L’altra è Ergo Research, società di ricerca demoscopica specializzata nei consumi culturali. Da esse è emerso che i consumatori di musica dal vivo preferiscono piccoli eventi all’aria aperta, integrati con il live streaming. In particolare, il 74% del campione composto da frequentatori di concerti e club milanesi afferma di aver apprezzato gli eventi in streaming durante il lockdown. Però, solo il 25% di essi è disposto ad accettare che i concerti siano sempre e solo in streaming anche dopo le restrizioni.

Da quello che emerge sembra che i consumatori italiani di musica live preferiscano i concerti dal vivo. Invece, la visione in streaming è vista come un momento di passaggio fino a quando l’emergenza non sia terminata. Anche perché è impossibile sostituire un concerto dal vivo con uno visto da uno schermo. È pur vero che quando si tratta del proprio artista preferito, si è disposti a vederlo ovunque, che sia dal vivo o su una piattaforma digitale. Ma nulla eguaglia i brividi e l’emozione di averlo di fronte ai propri occhi.

I musicisti abituati a suonare dal vivo si sentono persi e vuoti senza la possibilità di esercitare il proprio mestiere. Ma anche dimenticati da chi dovrebbe invece tutelarli. Nessuno ha ancora capito cosa succederà nel futuro prossimo, né quando riprenderanno i live. Chi è già famoso parte avvantaggiato. Chi si stava facendo strada proprio poco prima dello scoppio della pandemia, ha trovato tanti ostacoli da superare.

In molti non possono più contare sulle proprie forze. Sono quindi costretti a ripiegare su altri lavori. Chissà quanti strumenti rimarranno posti in un angolo e non più toccati. O, ancora peggio, chissà quanti musicisti alle prime armi decideranno di abbandonare il loro sogno perché sanno già che non c’è più posto per loro.

Tra gli ipotetici scenari del futuro si spera che il governo italiano presti più attenzione e tuteli maggiormente gli artisti in difficoltà. Tutto lo scenario musicale e non solo deve essere rivisto, ma anche reinventato. Sicuramente la gente continuerà a preferire i piccoli e medi eventi svolti all’aperto.

Però, con l’arrivo dell’inverno, sarà sempre più difficile. I concerti in streaming saranno probabilmente più gettonati. Anche la tecnologia verrà sfruttata di più e verranno a galla nuove idee. Altro scenario possibile è che le piattaforme di musica streaming come Spotify, Apple Music, Amazon Video e YouTube Music incrementino la loro funzionalità. Come ad esempio l’introduzione dei videoclip in streaming oltre che della musica.

Purtroppo non si sa per quanto questa situazione che va stretta a tutti continuerà ancora. Tutta la filiera musicale dovrà quindi farsi trovare pronta. Perché, come abbiamo già visto, tecnologie come la realtà virtuale, quella aumentata e le piattaforme digitali di qualsiasi tipo hanno un ruolo principe. Se sfruttate al meglio, daranno spazio agli artisti di esibirsi. È importante che tutti i musicisti, da quelli più conosciuti a quelli meno famosi, abbiano la possibilità di esprimere la propria arte. Infine, uno sforzo deve venire anche dal pubblico. Deve essere disposto a pagare il biglietto anche se i concerti non sono più dal vivo, ma in digitale. In questo modo, sarà in grado di supportare il lavoro che c’è dietro.

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Autore

  • Roberta Maglie

    Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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