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Hit Man: com’è il film di Richard Linklater

Hit Man arriverà prossimamente nelle sale Italiane, distribuito da BIM.

A un anno di distanza dallo splendido Apollo 10 e mezzo, Richard Linklater scalda ancora gli animi dei cinefili con Hit Man, presentato fuori concorso a Venezia 80. Il 63enne regista statunitense aggiunge un’altra gemma alla sua splendida e variegata carriera, realizzando una commedia spassosa e ottimamente scritta e recitata, lanciando al tempo stesso qualche decisa critica alla società americana. Una nuova incantevole dimostrazione di talento da parte di un autore capace di farci innamorare con la Before Trilogy, di commuoverci con Last Flag Flying, di fare grande cinema per ragazzi con School of Rock, di spostare i confini della narrazione con A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare, di raccontarci la vita mentre si svolge con Boyhood o la giovinezza con La vita è un sogno e Tutti vogliono qualcosa.

La base di Hit Man viene da un omonimo articolo del Texas Monthly, dedicato alla storia vera di Gary Johnson, professore di filosofia e psicologia che per una bizzarra catena di eventi si trasforma in un finto assassino a pagamento, assunto dalla polizia per incastrare malintenzionati. A dare volto e corpo all’uomo è Glen Powell, che non regala solo una performance di altissimo livello dopo quelle nel già citato Tutti vogliono qualcosa e in Top Gun: Maverick, ma si rivela anche un prezioso supporto allo stesso Richard Linklater, in quanto accreditato come co-sceneggiatore di Hit Man. La doppia (o tripla) vita di Gary cambia quando convince Maddy Masters (Adria Arjona) a non uccidere il marito, intraprendendo una relazione sentimentale con lei. In un esilarante vortice di identità nascoste e casi umani, Gary si interfaccia con un lato inedito e appagante di sé, mettendo però a rischio la sua vita.

Hit Man: Richard Linklater firma una delle migliori commedie degli ultimi anni

In un mondo perfetto, Hit Man non sarebbe solo in concorso a Venezia 80 (con buone possibilità di andare a premio), ma diventerebbe anche istantaneamente un classico della commedia statunitense. Nel nuovo lavoro di Richard Linklater c’è infatti tutto quello che spesso manca nei recenti esponenti di questo nobile genere, a partire da una scrittura da manuale, capace di tratteggiare personaggi con poche semplici pennellate e di dare vita a formidabili gag attraverso i dialoghi, e da due attori in stato di grazia come Glen Powell e Adria Arjona, in grado di riversare sullo schermo una chimica impressionante e di destreggiarsi con naturalezza fra il registro romantico e quello brillante, fra i toni del thriller e l’erotismo, con sfumature noir.

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Apparentemente, Gary Johnson non è lontano dai tanti nerd che hanno popolato la recente comicità statunitense, come quello di Steve Carell in 40 anni vergine. Ha un ottimo rapporto con la ex moglie incinta, vive in compagnia dei suoi gatti in una casa dal mobilio estremamente minimale e si destreggia fra lezioni su Freud e una collaborazione part-time con la polizia come tecnico informatico. A causa di uno scivolone etico del collega Jasper (Austin Amelio), viene però costretto a interpretare la parte del seducente e sicuro di sé Ron, attirando nella sua tela numerosi potenziali clienti di assassini a pagamento.

Quello che segue è il passaggio più raffinato dal punto di vista cinefilo, con Linklater che mette in scena un formidabile montaggio della figura del killer a pagamento dei classici americani, negando al tempo stesso che questa figura sia mai esistita. Al tempo stesso, Powell dà il suo meglio interpretando varie tipologie di killer, dimostrando una straordinaria mimica facciale e notevoli doti di trasformismo.

Fra filosofia e critica sociale

Hit Man Linklater

Con le lezioni di Gary su Es, Io e Super-io a fare da sfondo, da semplice commedia a sfondo poliziesco Hit Man si trasforma in un racconto cangiante, con il protagonista coinvolto in un chiaro parallelo con il mestiere dell’attore e con la possibilità di cambiare continuamente personaggio e personalità. A vincere sulle altre versioni di Gary è però il tenebroso Ron, che non è solo quella preferita da Maddy ma anche quella che fa sentire finalmente vivo il protagonista. Peccato però che stavolta il morto ci scappi per davvero, costringendo Gary a una continua altalena emotiva fra la sua ritrovata gioia sentimentale basata sulla finzione e la sua più modesta ma reale attività lavorativa.

Grazie a tempi comici perfetti e a dialoghi scritti con cura e intelligenza, Hit Man riesce a mantenere sempre altissimo il ritmo, rivelandosi semplicemente una delle migliori commedie degli ultimi anni. Fra i tanti passaggi entusiasmanti, merita sicuramente una menzione il momento in cui Gary deve contemporaneamente farsi intercettare dai colleghi poliziotti e mettere in guardia Maddy: qui Glen Powell si supera, con una performance tutta basata sulla voce e sull’espressività, che attinge addirittura al grande cinema muto.

Fra le pieghe della sceneggiatura di Hit Man, emerge inoltre una pungente critica di Linklater alla società della finzione e della continua messa in mostra di sé, nonché al controverso rapporto degli Stati Uniti con le armi, diventate ormai una vera e propria emergenza sociale.

Hit Man: non solo risate per Richard Linklater

Hit Man Linklater

In molti aspettavano Venezia 80 anche per The Killer di David Fincher, nuovo lavoro del regista statunitense in cui Michael Fassbender interpreta proprio un assassino a pagamento. Grazie al genio di Linklater e alla bravura del suo cast, il sicario che resterà nel nostro cuore e nella nostra memoria al termine della Mostra è invece quello di Hit Man, che con leggerezza ma senza banalità ci regala generose risate con la sua storia “quasi vera” e contemporaneamente riesce a farci riflettere sul nostro rapporto con la società dell’immagine e del personal branding.

Hit Man arriverà prossimamente nelle sale Italiane, distribuito da BIM.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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