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Bumble: potere alle donne?

Pochi giorni fa stavamo raccogliendo le idee su Hinge con l’intento di raccontarvi la nostra diretta esperienza e di provare a capire se e per chi abbia senso.
Poi ci siamo bloccati.
Non perché non sapessimo cosa dirvi – anzi, “stay tuned” – ma perchè sul web ha iniziato a diffondersi una notizia: Giorgia Soleri, ex fidanzata di Damiano David, leader dei Maneskin, si è iscritta a Bumble.

Ora, non siamo certi del perché questo fatto debba essere considerato una notizia rilevante, però ha portato al centro dell’attenzione l’app di dating creata della cofondatrice di Tinder.
Quindi, forti della nostra pluri-settimanale esperienza su Bumble, abbiamo deciso di spiegarvi com’è e come funziona questa piattaforma che – in teoria – dovrebbe mettere finalmente il potere nelle mani delle donne.

Come siamo arrivati a Bumble?

A fine maggio è stato annunciato l’arrivo in Italia di Bumble ma, a dire il vero, erano mesi che sentivamo parlare di quest’app.
Frotte di amiche si sono affrettate a consigliarcela perché “la donna fa la prima mossa” ma fino a quattro settimane fa non avevamo ceduto alla pressione.
Poi la curiosità e lo sbarco ufficiale nel Bel Paese ci hanno convinti a provarla e capirla. In fondo ne avevamo già sperimentate diverse e volevamo comprendere cos’avesse di diverso.

Non una, ma tre modalità

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C’è una cosa fondamentale che dovete sapere di Bumble prima di approcciarla: non c’è una sola modalità, ce ne sono ben 3.
C’è “Date” per chi vuole un appuntamento, “BFF” per trovare nuovi amici e “Bizz” per coloro che vogliono allargare la propria rete professionale in modo divertente.
È un approccio nuovo e classico allo stesso tempo.
Nuovo perché nessuna delle altre app di dating prevede una divisione così netta e un cambio di funzionalità e interfaccia a seconda del proprio obiettivo; classico perché in fondo tutte le altre app che abbiamo provato hanno una qualche voce che vi aiuta a specificare cosa state cercando, qualora ovviamente voleste farlo.
Per semplificare: anche Tinder è piena di persone che cercano nuovi amici ma l’app rimane sempre uguale per tutti.

Bumble: come funziona?

Supponiamo ora che stiate cercando l’amore.
L’app è piuttosto intuitiva da usare.
Il primo tab vi permette di modificare il vostro profilo: potete caricare foto e video, indicare gli interessi, inserire informazioni per rompere il ghiaccio, scrivere una bio e dare info di base che vanno dall’altezza al vostro attuale impiego.
Sempre qui potete verificare il profilo – così date alle persone la certezza di essere voi quello/a nelle foto – ed eventualmente sottoscrivere un abbonamento, Boost o Premium.

La seconda scheda è quella dei Best Bees ed è l’elemento che sparisce quando optate per una modalità diversa da Date.
Perché? Beh, perché qui ogni giorno trovate 4 profili che, secondo gli algoritmi di Bumble, sono super compatibili con voi.
Sottolineiamo “secondo gli algoritmi” perché, ad oggi, non abbiamo mai trovato spunti particolarmente interessanti quindi o noi siamo difficili da decifrare o l’app ha ancora bisogno di essere affinata.

Il terzo tab è tradizionale: qui ci sono i profili da consultare e con i classici swipe a destra o a sinistra manifestate il vostro interesse.
Tre cose importanti da sapere:

  • i profili si scorrono verticalmente, con foto e informazioni disposte in maniera alternata per spingervi ad arrivare fino in fondo;
  • esistono i complimenti, quindi potete commentare foto e spunti di conversazione anche senza aver già matchato,
  • potete usare i SuperSwipe, che però si pagano nel caso non abbiate sottoscritto un abbonamento.

Abbiamo poi una sezione dedicata ai like, così sapete quanti Mi piace avete preso ma senza sapere da chi – salvo attivazione dell’abbonamento Premium – e infine la scheda dei messaggi con le conversazioni sostenute, o mancate.

Cosa significa che “la donna fa la prima mossa”?

Bumble modalita

Mancate” significa che avete matchato con qualcuno – quindi manifestato entrambi interesse – ma poi non avete avviato una conversazione.
Ed è qui che entra in gioco il famoso “la donna fa la prima mossa”. Perché, se il match è tra un uomo e una donna, solo quest’ultima può iniziare a chattare.
Se questo non avviene entro le 24 ore, allora il match viene annullato.

E se invece non sono due persone di genere differente? Se sono due donne? O due uomini?
Beh, la palla passa alla prima persona che ha messo il Mi piace.
Facciamo un esempio banale: io metto like a te, tu lo metti a me dopo N ore/giorni/settimane. Scopriamo entrambi di aver matchato, nello stesso momento, ma il compito di iniziare la conversazione spetta a me.

Ridurre tutto a questo però sarebbe sbagliato.
Whitney Wolfe Herd ha voluto creare un’app di dating che fosse un posto sicuro a 360°, un posto dove le donne potessero vivere più serenamente il rapporto con l’altro. Farsi avanti è solo un tassello del puzzle. Ad esempio, la verifica delle foto permette di limitare tentativi di catfishing, ossia persone che si spacciano per qualcun’altro. La chat video all’interno dell’app è utilissima per approfondire la conoscenza prima di spostarsi su WhatsApp, Telegram o di vedersi nel mondo reale. O, per continuare, troviamo l’intelligenza artificiale che controlla le immagini e una specifica attenzione alla salute mentale.

L’esperienza cambia davvero?

Bumble come si usa

Nel corso di queste settimane ci siamo convinti che la risposta a questa domanda sia molto soggettiva.

Noi apparteniamo ad una categoria che potremmo definire “utenti consapevoli”.
Consapevoli di come funziona il web, consapevoli di come funzionino le app di dating, consapevoli dei pericoli della rete, consapevoli di noi stessi.
Cosa significa tutto questo? In primis che andiamo con i piedi di piombo sempre, perché non possiamo mai sapere chi abbiamo davanti e – ricordatevelo – la sicurezza viene prima di tutto. In secondo luogo vuol dire che siamo soliti (o forse qui dovremmo dire SOLITE) fare il primo passo a prescindere dall’app su cui ci troviamo. Aspettare che sia lui – o l’altro in generale – a fare la prima mossa è un atteggiamento poco produttivo e forse poco moderno. Non abbiamo quindi bisogno che sia Bumble a darci una spinta: ce la diamo da sole, ovunque.

Non è per tutti e tutte così.
C’è chi necessita di un incoraggiamento, chi ha bisogno di sentirsi in un posto sicuro, chi non ha la medesima esperienza con il web. E qui entra in gioco Bumble con le sue funzionalità e il suo approccio women-first (prima le donne).

Non aspettatevi un’esperienza d’uso rivoluzionaria ma perché non dargli una chance? Magari è l’app di dating che fa per voi. Anche perché, alla fine, non ce n’è una migliore delle altre ma sicuramente ce n’è una che può adattarsi meglio a voi e a quelle che cercate.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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