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12 aprile 1961: Yuri Gagarin è il primo uomo nello spazio

Oggi si ricorda l'anniversario del lancio del primo uomo nello spazio: era il 12 aprile 1961 e il protagonista fu il russo Yuri Gagarin.

Sono passati ben sessant’anni da quel 12 aprile 1961, data storica indelebile. Il cosmonauta Yuri Gagarin fu il primo uomo ad aver viaggiato nello spazio, provando per primo l’assenza di gravità, a bordo della navicella spaziale Vostok 1. Oggi è doveroso commemorare questo evento storico reso possibile grazie a un uomo impavido che ha affrontato un viaggio potenzialmente senza ritorno di tale portata e per giunta da solo.

Yuri Gagarin e il viaggio nello spazio

Yuri Gagarin spazio foto colori

Alle 9.07 del 12 aprile 1961 il razzo R-7 contenente la navicella spaziale Vostok 1 portò nello spazio il cosmonauta Yuri Gagarin. Nessuno sapeva di preciso gli effetti dell’assenza di gravità sul corpo umano, descritta da lui stesso “come essere sospesi con una cinghia in posizione orizzontale”.

Nel caso in cui un guasto ai motori avesse vanificato il rientro atmosferico nei tempi previsti, il pilota avrebbe avuto rifornimenti di cibo per circa dieci giorni. Sessant’anni fa avveniva uno degli eventi di cui l’uomo può andare più fiero in assoluto: nel corso dei 108 minuti totali di durata della missione, Vostok 1 completò un’orbita terrestre raggiungendo un’altitudine di 327 km.

«Come è bella la Terra vista da quassù»

Yuri Gagarin fu cosciente durante tutto il tempo del viaggio spaziale, sebbene ci fosse la possibilità della perdita dei sensi dato lo sbalzo della forza di gravità. «Come è bella la Terra vista da quassù»: sono le prime parole di Gagarin alla vista ben chiara del globo terrestre. Descrive quello che vede: le catene montuose, i fiumi, le foreste e le isole. E ancora, descrive il colore del cielo che cambia tonalità di blu, viola e infine nero.

Il burrascoso rientro di Gagarin sulla Terra

navicella spaziale

Il rientro della navicella contenente il pilota Gagarin fu più burrascoso del previsto. Quando vennero accesi i razzi per rallentare la navicella, una perdita di carburante fece sì che la spinta fosse minore del previsto. In questo modo la velocità orbitale venne ridotta solo di 132 metri al secondo invece dei previsti 136. Il rientro nell’atmosfera avvenne con un angolo più piatto del previsto e la navicella iniziò a ruotare su se stessa molto velocemente.

Il rallentamento a quel punto era fortissimo. Gli strumenti diventarono confusi alla vista di Gagarin, tutto traballava e il pilota stesso stava per svenire. Alla fine si lanciò fuori dalla navetta con il paracadute e atterrò a 180 chilometri dal punto previsto. Non finì nel fiume Volga, come egli temeva, ma in una campagna aperta e soccorso poi da alcuni contadini.

Le tempistiche del rientro della navicella

Il rientro di Gagarin cominciò nelle tempistiche previste, ma Vostok 1 non montava razzi frenanti o paracadute per rallentare il rientro. Quindi, a circa 7 km dalla superficie terrestre, Gagarin fu espulso dal veicolo spaziale per essere paracadutato a terra.

I leader dell’Unione Sovietica mantennero segreto questo dettaglio fino al 1971. Questo perché il regolamento della FAI (Fédération Aéronautique Internationale) aveva stabilito che per convalidare il primato di volo di un uomo nello spazio, l’atterraggio sarebbe dovuto avvenire assieme alla navicella. Ma questo era solo un cavillo che non compromise il primato di Gagarin di primo uomo nello spazio.

L’Urss batte sul tempo gli Stati Uniti

Unione sovietica

È risaputa oramai la battaglia per il primato militare e tecnologico, in piena Guerra Fredda degli anni Sessanta, tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Senza contare, oltretutto, le divergenze ideologiche e politiche tipiche delle due potenze.

Gli Stati Uniti avevano già pronto un loro astronauta che un mese dopo avrebbe dovuto decollare per il primo volo spaziale umano. Alan Shepard si staccò da Terra il 5 maggio del 1961 a bordo del Freedom 7, ma l’Unione Sovietica riuscì a battere gli USA sul tempo.

Il caso del primo satellite artificiale Sputnik-1

L’Urss era già in vantaggio sugli Stati Uniti in campo tecnologico anche per via del caso del primo satellite artificiale costruito dall’uomo, lo Sputnik-1. Nell’ottobre del 1957 i russi lanciarono lo Sputnik-1 che funzionò per 3 settimane fino all’esaurimento delle batterie e si consumò con il rientro atmosferico dopo 2 mesi passati in orbita.

Questo piccolo satellite dal diametro di 58 centimetri era dotato di 4 antenne per la trasmissione di segnali radio e venne facilmente individuato dai radioamatori di molti paesi, compresi quelli statunitensi. Questo li spaventò molto perché considerato come un potenziale sistema di spionaggio in mano ai russi, gli acerrimi nemici. La voglia di battere i sovietici in campo tecnologico, oltre che militare, diede l’input per la creazione della NASA.

Chi era Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio

Yuri Gagarin spazio divisa

Yuri Alekseyevich Gagarin nacque il 9 marzo 1934 a Klušino, un piccolo villaggio a meno di 200 km da Mosca. Il villaggio verrà poi ribattezzato Gagarin in suo onore. Appassionato di aeronautica fin da giovane, si iscrisse alla scuola di volo. in pochi anni fece carriera. Nel 1959 decise di diventare cosmonauta e presenta la richiesta ufficiale presso l’esercito.

Tra 200 cosmonauti fu scelto Gagarin

Erano oltre 200 i candidati cosmonauti selezionati tra i piloti dell’aeronautica militare. La figura richiesta doveva essere preparata ad essere esposta alle intense forze di accelerazione che un lancio orbitale avrebbe causato e a gestire uno stress psicologico di quel genere.

Nel 1960 vennero selezionati 20 candidati per il programma spaziale sovietico, tra i quali c’era anche Yuri Gagarin. Era considerato un tenente ormai anziano, aveva 27 anni, ma riuscì a farsi strada nella scrematura arrivando a far parte di un’élite di 6 aspiranti cosmonauti che avrebbero preso parte al processo di preparazione al futuro volo orbitale. Alla fine fu scelto: sarebbe stato lui il protagonista della missione Vostok 1. 

Post viaggio nello spazio e la tragica morte

Yuri Gagarin non volò più nello spazio. All’inizio impegnato in un giro trionfale del mondo, venne poi per molto tempo tenuto sotto una campana di vetro dai dirigenti sovietici, prima Krusciov e poi Brezhnev, che non volevano correre il rischio di perderlo in un incidente spaziale.

Il 27 marzo del 1968 Gagarin era a bordo di un Mig (aereo da caccia) assieme a un altro pilota, Vladimir Seregin. Un aereo Sukhoi 15 che era sceso troppo in basso, nel risalire passò troppo vicino al Mig. Una manovra errata e spericolata che fece entrare l’aereo di Gagarin in un avvitamento fuori controllo a una velocità di 750 chilometri l’ora. Il Mig precipitò a terra ed entrambi i piloti morirono sul colpo. Il primo uomo nello spazio, Gagarin, aveva appena compiuto 34 anni

SpaceX, il primo viaggio nello spazio per i civili

SpaceX

SpaceX, la società fondata dall’imprenditore Elon Musk, ha annunciato il primo viaggio nello spazio con civili a bordo: la missione si chiama Inspiration4 e porterà quattro privati cittadini in orbita a bordo della capsula Dragon.  La missione prende il nome dall’iniziativa nata per raccogliere fondi per il St.Jude Children’s Hospital; uno dei posti liberi sarà assegnato a un ambassador della struttura medica, mentre gli altri due posti verranno estratti a sorte. Per partecipare basta effettuare una donazione – tramite il sito dedicato alla missione – oppure utilizzare il servizio Shift4Shop.

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Roberta Maglie

Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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