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Predator Hunting Grounds recensione: l’importante è essere belli dentro

Predator Hunting Grounds è il titolo videoludico legato alla famosa serie di film Predator. Tra amici vi divertirete, ma da soli potrebbe essere difficile giustificarne l'acquisto.

Predator Hunting Grounds recensione

Predator Hunting Grounds è il nuovo titolo videoludico basato sul famoso franchise cinematografico “Predator”. Si presenta come un multiplayer online d’azione, in cui i protagonisti potranno vestire a turno i panni dei cacciatori o dell’alieno. Il tutto all’interno di ambientazioni nelle quali darsi battaglia.

Predator Hunting Grounds una storia… Leggera?

Dal punto di vista della trama il gioco si basa su un principio lineare: un commando militare si trova ad affrontare missioni per raccogliere informazioni, recuperare manufatti o eliminare signori della droga. Durante gli incarichi il commando si troverà ad affrontare l’alieno Predator e potrà scegliere se fuggire e sopravvivere oppure provare a cacciarlo.

Come avrete capito la storia è praticamente inesistente, anche se di contorno. Il contesto in cui viene racchiusa la sfida principale risulta scarno e poco caratteristico.
C’è da sottolineare che spesso e volentieri questo genere di titoli non presenta una struttura narrativa complessa o impegnata, tuttavia un po’ più di contesto avrebbe aggiunto spessore senza rovinare l’esperienza di gioco.

predator-hunting-grounds-trailer

Solo una spuntatina, grazie

I predator, temibili alieni umanoidi con tecnologia avanzatissima, sono soggetti come tutti noi ad una sana passione per trucchi e parrucchi. All’interno del menù principale c’è la possibilità di personalizzare i nostri avatar, che siano militari o predator. Niente di complesso però: possiamo definire il genere, cambiare maschera all’alieno o colore dei capelli ai militari. Niente di più. La modifica quindi non è troppo soddisfacente e soprattutto non risulta evidente durante le partite.

Offerta
Predator Hunting Grounds
  • Un videogioco basato sulla franchise Horror di successo arriva su PS4
  • Un Online Multiplayer Competitivo per sfidare gli amici in una caccia all’ultimo sangue
  • Gran numero di armi ed elementi di personalizzazione

La personalizzazione di eroi e predator in realtà è una necessità, una presenza indispensabile a giustificare i lootbox, ossia le scatole di contenuti extra che possiamo sbloccare nel gioco. Grazie ai crediti acquisiti durante le varie partite, il giocatore può così acquistare dei pacchetti di contenuti aggiuntivi di vario genere. Tutte specifiche estetiche e poco utili, a cui si alternano una serie di piccoli vantaggi da sfruttare in battaglia, come ad esempio abilità passive o upgrade delle armi. Niente che altri titoli abbiano già sviluppato in modo migliore.

Predator Hunting Grounds recensione: meccaniche di gioco semplici

Le basi di questo titoli sono solidamente ancorate ad una meccanica classica: indiani e cowboy. Un giocatore vestirà i panni del predator, gli altri formeranno il commando dedito a fuggire o cercare di catturarlo. Nulla di più.

I militari

Essere nel gruppo dei militari significa, di fatto, temporeggiare fino a che il predator non viene a ravvivare la festa. Molte delle missioni che fanno da sfondo alle varie ambientazioni sono ripetitive, utili solo ad accumulare crediti spendibili in game, e prive di qualsiasi aspetto peculiare. Ogni sessione di gioco avrà il solito filmato introduttivo indipendentemente dalla mappa scelta o dal punto di inizio partita, l’obiettivo sarà andare da un punto A ad un punto B in terreni piuttosto limitati per estensione e per spunti tattici. I compiti prefissati sono esigui, dal raccogliere informazioni, distruggere prove, collezionare risorse, uccidere determinati bersagli ecc., ecc. Effettivamente una personalizzazione sulle armi è possibile, così come specificare la classe del proprio personaggio, tuttavia dopo diverse ore di gioco, affermare che il risultato cambi a seconda della classe utilizzata, è piuttosto difficile.

Il predator

Il gioco si chiama Predator: Hunting Grounds. Seppure con “terreni di caccia” intenda descrivere la caccia ambivalente sia dell’alieno che dei militari, è palese che l’attenzione del titolo sia ampiamente spostata sul Predator. Impersonificare questa macchina da guerra è una delle poche soddisfazioni di questa battuta di caccia sui generis. L’alieno è veloce, scattante, si mimetizza, riesce a fare balzi enormi, camminare sugli alberi e sparare laser esplosivi. Se per i militari le strategie tattiche non hanno un effettivo riscontro in game, con il Predator invece potrete togliervi delle soddisfazioni. Sono molte le scelte con cui potete giocare per eseguire delle belle uccisioni. Potrete sfruttare le capacità di mimetismo e di corsa sugli alberi per spostarvi velocemente e non visti da una parte all’altra della mappa, oppure caricare a corsa qualsiasi cosa vi si ponga davanti, puntando tutto sulla coriacità del personaggio e sui danni estremamente alti dei suoi attacchi. Diciamocelo, si presta a delle mattanze cruente che prendono a piene mani spunto da Mortal Kombat ed ai suoi sbudellamenti senza alcun ritegno: gustoso.

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    Una grafica obsoleta e poco rifinita

    Partendo dal presupposto che l’utente finale sia completamente a digiuno di videogames, è comunque difficile difendere uno stile grafico indietro di almeno 5 anni, per essere gentili, rispetto alle soluzioni attuali. I modelli dei personaggi sono anonimi, inespressivi, senza una varietà ed una rifinitura grezza. Le ambientazioni sono praticamente tutte uguali, durante una partita di redazione ci siamo addirittura chiesti se la mappa fosse sempre uguale e cambiassero solamente I punti da dove iniziavamo la partita. Le animazioni sono a malapena all’altezza del loro nome per non parlare dei video introduttivi pre-partita. Durante un caricamento abbiamo assistito ad un effetto “motion blur” durante la transizione da una immagine ad un’altra. Le texture sono poco rifinite ed oltretutto caricano lentamente. L’unico aspetto grafico che si salva indiscutibilmente, ed è meritevole di una menzione d’onore, è il Predator. Il modello è eccezionale, la rifinitura dello stesso sbalorditiva, fedelissimo in ogni movimento e muscolatura tanto da rasentare il realismo, sempre che un alieno del genere possa essere realistico. Lo stesso dicasi per l’armatura, le armi e il casco a sua disposizione, ineccepibili sotto ogni aspetto. Un contrasto purtroppo che rende ancor più evidenti le pecche del resto.

    predator-huting-ground-gameplay
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      Predator Hunting… Bug

      Nemmeno a farlo apposta, passando sopra a tutte le problematiche riscontrate fino ad ora, ecco che non appena avviamo il gioco gli errori intervengono prontamente come studenti il primo giorno di scuola. Dalla pagina di caricamento che si blocca facendo rivedere la solita immagine più volte, ad un net code instabile, a collisioni fantasiose. I caricamenti sono davvero lenti ed in alcune occasioni ci siamo trovati a sperare che venissero mantenute le impostazioni della partita, pena il fatto di essere buttati fuori, costringendo tutto il team a ricaricare. Proprio durante la nostra prova è capitato di bloccarsi completamente senza poter fare nulla se non pregare il Predator di trucidarci velocemente per terminare il gioco.

      predator-hunting-grounds-gameplay-bug
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        Un comparto sonoro inesistente

        In un gioco del genere le meccaniche sonore sicuramente fanno da contorno nella maggior parte dei casi, eccetto il fatto che in fase di studio e ricerca dei bersagli è importante capire da dove proviene il suono. Tutto sommato dopo una fase iniziale di smarrimento si percepiscono I rumori necessari ad immaginare cosa sta per succedere, ma il resto del comparto audio non si salva. Le armi hanno la stessa animazione e lo stesso suono per quando parte il colpo, l’audio ambientale è privo di profondità e di qualsiasi effetto. Giocare con audio del monitor è come farlo con le casse mutate, in cuffia si salvano alcuni aspetti ma a tratti rischia di non fare alcuna differenza.

        Offerta
        Predator Hunting Grounds
        • Un videogioco basato sulla franchise Horror di successo arriva su PS4
        • Un Online Multiplayer Competitivo per sfidare gli amici in una caccia all’ultimo sangue
        • Gran numero di armi ed elementi di personalizzazione

        Però è simpatico

        Come nelle più celebri delle fiabe, dove l’importante è “essere belli dentro” (pena il fatto poi che tutte le protagoniste erano delle gran belle ragazze), Predator Hunting Grounds risulta il tipo simpatico della festa. Sbaglia sotto tanti aspetti videoludici, quasi tutti, l’impressione generale è che sia stato destinato troppo budget per l’ottenimento delle licenze di utilizzo del brand. Di conseguenza sono stati obbligati a rispettare alti standard per quanto riguarda il Predator, destinando un budget ridotto a tutto il resto del gioco. Nonostante ciò, è possibile creare una ricetta ugualmente ricca di gusto se accompagnato con amici online e tanta ironia. Giocato in compagnia, regala alcune ore di intrattenimento e divertimento. Un’occasione completamente mancata, in presenza di una cura maggiore della grafica, più varietà di gameplay ed una leggera rifinitura alla profondità del contesto, lo avrebbero reso senza ombra di dubbio degno di appartenere al franchise. Dal momento che risulta essere così poco caratteristico, il vantaggio è che può essere risolto tutto con un paio di aggiornamenti corposi. Speranzosi di ciò, torniamo a cospargerci il corpo di fango per non essere rilevati dalla vista termica del Pr.. Ah no, accidenti!

        Predator Hunting Grounds

        Pro Pros Icon
        • Il predator è fatto bene
        • Le mancanze sono risolvibili con delle patch
        • Con amici è divertente
        Contro Cons Icon
        • Grafica inadeguata
        • Meccaniche scarne e già riviste
        • Nessuna profondità di gioco

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        Alessandro Santucci

        Videogiocatore nato, perito informatico, lettore, nerd, imprenditore digitale.. Mi piace definirmi "Apprendista": un apprendista multidisciplinare, essere apprendisti è uno stile di vita, non si smette mai di imparare.

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