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Gli sforzi di Rai Cinema si concentrano sul Cinema del Reale

Non propriamente documentari, ma espedienti narrativo-cinematografici che puntano a fornire agli spettatori  una maggiore conoscenza del passato, per una migliore comprensione dell’oggi. Questo, e tanto altro, è il Cinema del Reale. Sembra crederci particolarmente Rai Cinema, che ha deciso di concentrare i proprio sforzi proprio su questa forma narrativa, a fronte di una società multiculturale in continua evoluzione.

Quello del Cinema del Reale è un comparto che si è affermato sia in ambito nazionale che internazionale. Un concetto che ha finalmente vede riconosciuta, in primis, la propria dignità artistica, affermandosi finalmente come Cinema. Da questo punto di vista Rai è caratterizzata da una varietà di temi trattati, con approcci sempre diversi, a rimarcare una linea editoriale frutto di attento lavoro e ricerca, come appunto il cinema stesso si proprone di essere.

Rai Cinema e i progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze della realtà

Nel comunicato stampa della società si legge: “Nei dieci anni trascorsi dalla nascita dell’area editoriale dedicata ai documentari, Rai Cinema ha saputo intercettare un fermento creativo e produttivo che coinvolge anche le generazioni più giovani”.

Un impegno che punta a valorizzare i giovani autori e registi di oggi, per scovare i nuovi Gianfranco Rosi e Roberto Minervini, cineasti che hanno incontrato non poche difficoltà per affermarsi nel Belpaese. Lo scopo è quello di supportare quel costante processo di contaminazione tra realtà e drammaturgia, tra documentario e sceneggiatura. Un risultato che sembra in parte raggiunto, dati i successi di giovani come Maria Tilli, Enrico Maisto, Federica Di Giacomo, Leandro Picarella, Michele Pennetta, Beniamino Barrese, Martina Melilli, Valentina Pedicini, Martina Di Tommaso, tanto per fare qualche nome.

Del resto da Sacro Gra, Leone d’oro a Venezia 2013, e Fuocoammare, Orso d’oro a Berlino 2016, entrambi firmati da Gianfranco Rosi, il cinema documentario italiano ha preso il largo. Da fiume carsico che era, con qualche exploit rapsodico, nel giro di pochissimi anni si è imposto all’attenzione nazionale e soprattutto internazionale. Il risultato oggi è pienamente confermato dalla sempre maggior presenza di documentari italiani nei festival internazionali. 

Il futuro sembra radioso per i giovani autori italiani.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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