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La recensione di Gunfire Reborn su Xbox: i roguelite possono ancora stupire

Dopo un’ottima accoglienza su PC e mobile (iOS e Android), in questa recensione vi parleremo di Gunfire Reborn su Xbox, dato che tra pochi giorni avverrà la release proprio per la console dalla grande X. L’approdo ufficiale è previsto per il 27 ottobre, e dal day one sarà disponibile nel catalogo Xbox Game Pass. Ma com’è Gunfire Reborn? Vale la pena di giocarci su console?

Cominciamo col dire che il titolo si presenta in modo semplice. Ed è questa la sua più grande forza. Un roguelite abbastanza standard, con livelli a generazione procedurale e un intelligente sistema di progressione dei personaggi. Nonostante ciò il titolo è ricco di elementi che lo rendono divertente, non banale e con un’ elevata rigiocabilità. A tratti quasi assuefacente, riuscendo a non farci provare la frustrazione per le continue e ripetute morti del personaggio.

La recensione di Gunfire Reborn: cosa c’è da sapere

Gunfire Reborn è sviluppato dalla software house cinese Duoyi Games, e lo stile animato mette in chiaro fin da subito l’origine artistica del titolo. Il gioco sarà ottimizzato per Xbox Series X|S, e catapulterà i giocatori in una campagna formata da 8 livelli, di volta in volta sempre più difficili. Ogni livello è caratterizzato da una propria ambientazione unica, ed è a sua volta suddiviso in varie zone (con la possibilità randomica di sbloccare ulteriori stanze segrete). Una volta completate le aree si accederà alla lotta contro il boss finale, che metterà fine al livello dando accesso al successivo.

Durante i combattimenti si potrà raccogliere rame (valuta di gioco), armi, e punti esperienza. Tuttavia alla morte del personaggio la campagna dovrà essere ricominciata da zero, dalla prima area del primo livello. Nonostante questa meccanica, i punti esperienza accumulati permetteranno di perfezionare le abilità del personaggio, che potrà così progredire pur dovendo ricominciare da zero. Questo aspetto, unito alla totale casualità (ogni partità genererà randomicamente e proceduralmente dinamiche e nemici) rende Gunfire Reborn un gioco tutt’altro che ripetitivo.

I singoli livelli possono essere affrontati da soli (in single player) o in co-op fino a 4 giocatori, grazie al multiplayer online. Una volta completata l’intera campagna si sbloccheranno difficoltà aggiuntive a quella standard, fino ad arrivare alla difficoltà estrema (chiamata Reincarnation).

Le meccaniche di gioco: andiamo a fare fuori i mostri

Il titolo è essenzialmente uno sparatutto in prima persona, con il giocatore che potrà scegliere tra vari personaggi (chiamati eroi) che andranno via via potenziati al termine di ogni partita (alla morte). Inoltre ogni personaggio possiede due abilità uniche (una primaria e una secondaria). Dopo un breve tutorial i giocatori affronteranno il primo livello armati di una semplice pistola. Tuttavia, uccidendo nemici, si raccoglierà rame, che potrà essere speso presso i venditori ambulanti che si trovano nelle varie sottozone. I venditori potranno fornirci armi, munizioni o altri oggetti utili (come le pergamene occulte, di cui parleremo tra poco)

Il personaggio ha una barra per la salute e una per lo scudo. Quest’ultima si ricaricherà automaticamente non subendo danni, mentre quella della salute si potrà rigenerare solo raccogliendo panini (li rilasceranno alcuni nemici uccisi o potranno essere acquistati presso i venditori ambulanti). Alla fine di ogni sottozona si accederà ad uno scrigno che, randomicamente, ci lascerà scegliere uno dei tre potenziamenti proposti. Questi possono riguardare le abilità o le armi. Inoltre sarà possibile raccogliere le pergamene occulte, che garantiranno specifiche abilità passive. Tutti questi potenziamenti saranno validi per la sola campagna in corso. Verranno quindi rimossi alla morte del personaggio.

Niente paura però, perchè ad ogni morte il gioco ci assegnerà dei punti esperienza. Con questi potremo potenziare i talenti del personaggio (attraverso il tipico albero delle abilità). Queste nuove caratteristiche diventeranno quindi parte integrante del nostro eroe, che le conserverà anche dopo la morte.

Tante armi, tanti nemici, pochi dungeon

Ciò che più stupisce di Gunfire Reborn è la sua semplicità. Il gameplay è infatti così banale da risultare vincente: basterà sparare, schivare e trovare il modo di approfittarsi dei punti deboli di ogni nemico. È proprio questa la caratteristiche che rende il gioco incredibilmente coinvolgente: i combattimenti sono tanto basilari quanto divertenti.

La grande varietà di armi (esteticamente gradevoli e interessanti nelle funzionalità) e la caratterizzazione dei singoli nemici, rendono Gunfire Reborn un titolo ricco di sorprese. Ogni partita, come detto, sarà uguale nelle ambientazioni ma assolutamente diversa nell’esperienza di gioco, dato che tutti gli elementi che la compongono saranno generati casualmente. Influiranno poi anche e soprattutto le scelte del giocatore: quale potenziamento sceglierai alla fine di ogni zona? Come si combineranno tra loro? Come li sfrutterai per la prossima sottozona?

Possiamo quindi affermare che ogni partita sarà unica, e raramente si proverà la frustrazione in caso di morte (anche perchè si muore spesso).

Tirando le somme: com’è Gunfire Reborn?

Volendo concludere questa nostra recensione non possiamo che approvare a pieno Gunfire Reborn, un titolo che dal trailer ci aveva convinto poco, ma che invece si è rivelata una piacevolissima sorpresa in fase di gameplay. I combattimenti divertenti, l’interessante sistema di progressione, la varietà di nemici e armi e le infinite possibilità di combinazione dei potenziamenti non fanno che aggiungere interesse per un titolo che, senza pretese, è riuscito a dimostrarci che i roguelite possono ancora stupire.

Non importa quante volte moriremo, ogni partita ci regalerà una sensazione unica. Se poi dovessimo riuscire a terminare una campagna intera (tutti e 8 i livelli senza mai morire), potremo sempre ricominciare da zero con un nuovo livello di difficoltà (o con un nuovo personaggio, del quale non abbiamo ancora sviluppato l’albero abilità).

Insomma Gunfire Reborn è un titolo da provare, ed è il classico esempio del videogioco che non andrebbe giudicato dalla copertina.

PRO

  • Elevata rigiocabilità
  • Tanti nemici e personaggi
  • Su Xbox Game Pass dal day one
  • Buon sistema di progressione
  • Multiplayer
  • Gunplay

CONTRO

  • Manca una vera e propria storia
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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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