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I robot di Google capiscono il linguaggio umano. E “ragionano” da soli

Si aprono nuove frontiere

Poche ore fa abbiamo dato la notizia della nascita di Brillo, il barista che tutti sognano: riconosce il cliente, prepara il suo cocktail preferito e si intrattiene intavolando discorsi sugli argomenti più cari all’avventore. Ah, dimenticavamo: Brillo è un robot.

E adesso veniamo a scoprire che anche gli ultimi robot di Google sono assai sofisticati, capiscono il linguaggio umano e sanno comporre un “ragionamento” (meglio usare le virgolette prudenziali, tra poco vedremo perché) per portare a termine il compito assegnatogli.

Peraltro, questi nuovi e avanzatissimi robot di Google si collocano in un periodo particolarmente denso di notizie contrastanti sull’intelligenza artificiale e i chatbot, che proviamo a riassumere brevemente.

Google

L’intelligenza artificiale tra nuovi approdi e polemiche

Dicevamo di aver adoperato le virgolette prudenziali per parlare di “ragionamento” delle macchine.

Perché il fatto che un’AI possa o meno essere senziente, ha scatenato di recente una grossa polemica proprio nell’azienda con sede a Mountain View. Polemica culminata con il licenziamento di Black Lamoine, (ex) ingegnere di Google che ha reso pubblico integralmente il suo dialogo con LaMBDA, un’intelligenza artificiale. Alla quale è stata attribuita un’intelligenza autonoma valutabile – almeno secondo l’ingegnere – come quella di un bambino di 7-8 anni.

C’è poi BlenderBot 3, un chatbot lanciato da Meta che – durante la presentazione – ha fatto un po’ di confusione. E soprattutto non ha usato parole troppo tenere né verso il proprio capo, Mark Zuckerberg (che tra le altre cose ha definito “strano e manipolatorio”) né verso la stessa Meta (“La sua azienda sfrutta le persone per soldi e a lui non importa. Deve fermarsi!”).

D’altro canto, è sempre recentissima – per guardare anche agli aspetti positivi dell’intelligenza artificiale – la notizia di un robot in grado di diventare “consapevole” del proprio corpo dopo un allenamento di sole tre ore.

Il robot di Google

In questi giorni in cui l’intelligenza artificiale sta facendo parlare di sé con diversi toni, dunque, arrivano nuove notizie da Mountain View.

Si tratta di un robot in cui Google ha implementato le funzionalità di un chatbot, e che è in piena via di sperimentazione.

Impressionante è sembrata non tanto la comprensione del linguaggio umano, quanto la sua capacità di elaborare una serie di azioni complesse che hanno portato al risultato richiesto. Come se, per raggiungere l’obiettivo, il robot di Google avesse prodotto un ragionamento. Vediamo meglio cosa è accaduto.

“Preparami uno spuntino”

Uno scienziato ha chiesto al robot di Google di preparargli uno spuntino. Una richiesta vaga, senza ulteriori specificazioni.

Ecco allora che la macchina ha elaborato la richiesta, analizzandola prima e poi suddividendola in tutti i passaggi necessari a soddisfarla. In concreto, poi, il robot di Google si è dato da fare, preparando un panino. Ha cioè preparato le due fette di pane, cotto la carne, sistemata nel panino, aggiunto il ketchup (ceffando clamorosamente le dosi) e una foglia di insalata.

Riparare all’errore

Forse sarebbero stati felici alcuni ghiottoni poco attenti alla qualità del cibo, ma il robot di Google ha decisamente abbondato col ketchup, versando quasi un intero tubetto.

Tuttavia, mostrando grande capacità di adattamento e versatilità, non appena gli è stato chiesto di pulire il tavolo dalla salsa fuoriuscita, la macchina ha preso detersivo e spugna e ha provveduto immediatamente.

La dimostrazione è poi proseguita col robot che ha versato una bibita in lattina allo scienziato che ha detto di avere sete. E ha servito un pacchetto di patatine alla richiesta di uno snack.

L’integrazione chatbot-robot

La peculiarità di questo robot di Google è la sua integrazione con un avanzatissimo chatbot.

Un chatbot è un software utilizzato di solito per simulare una conversazione con un essere umano.

In questo caso, invece, il software riconosce il nostro linguaggio e lo trasforma in azioni eseguite dalla piattaforma robotica.

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Come si addestrano i robot di Google

Il chatbot-robot di Google è stato sottoposto a ore ed ore di lettura di pagine di Wikipedia, social e siti di informazione.

La società ha dichiarato che l’incorporazione di un linguaggio più complesso nell’intelligenza artificiale ha fatto salire la percentuale di esperimenti superati con successo dal 61 al 74%. Mentre la percentuale di risposte corrette è stata dell’84%.

Everyday Robots, sussidiaria di Alphabet che sta progettando le macchine, ha fatto sapere che per adesso i robot di Google si limiteranno a servire gli spuntini dei dipendenti.

“Ci vorrà del tempo prima di poter comprendere appieno l’impatto commerciale diretto”, ha dichiarato Vincent Vanhoek, direttore senior della ricerca robotica di Google.

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