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Women for Security fotografa la cybersecurity al femminile in Italia

Laureata e con una formazione specifica, tra i 26 e i 55 anni; a lei è affidata prevalentemente una mansione “tecnica” nella cybersecurity: è questo l’identikit delle professioniste della sicurezza informatica in Italia ricostruito da Women for Security, la Community al femminile che mira a coinvolgere le professioniste italiane del settore.

Women for Security: l’identikit delle professioniste della sicurezza informatica

WOMEN FOR security tech princess
Cinzia Ercolano

La fotografia delle donne impegnate nell’ambito della cybersecurity viene presentata a seguito di un’indagine avviata dieci mesi fa. L’obiettivo dell’indagine era quello di possedere un’immagine chiara di ciò che accade nel nostro Paese. Il campione è costituito da 222 professioniste, quasi totalmente di nazionalità italiana (98%) e di età compresa tra i 26 e i 65 anni.

L’indagine si propone di avere valenza di monitoraggio attraverso il Women for Security Lab, il laboratorio di ricerca permanente della Community che seguirà trend ed evoluzione del settore al femminile. Cinzia Ercolano, fondatrice di Women for Security, ha dichiarato:

Mentre in altri paesi anche a noi vicini viene costantemente monitorata l’evoluzione delle professionalità femminili nelle cosiddette materie ‘STEM’ e in maniera puntuale anche nella cybersecurity, mancava una delle Cyber Ladies italiane.

Pensiamo sia fondamentale conoscere le caratteristiche delle figure professionali presenti nel nostro Paese, prima di tutto per poter fornire loro un supporto efficace, anche attraverso le attività di formazione e sensibilizzazione sulla cultura della sicurezza informatica proposte dalla nostra Community.

In secondo luogo, auspichiamo che il nostro lavoro possa essere un punto di partenza per istituzioni e imprese che vogliano valorizzare le figure femminili che hanno acume, competenze e passione per il loro lavoro, ma che ancora oggi faticano ad emergere, in un momento in cui le figure professionali nella cyber security risultano tra le più richieste in assoluto.

I dati dell’indagine delle Women for Security

Secondo le risposte fornite alla survey, le cyber ladies italiane sono nel 55% dei casi laureate; quasi un terzo (31%) ha conseguito una specifica formazione post-laurea, che nel 37% dei casi è stata spesata dal datore di lavoro e autofinanziata nel 32% dei casi.

I tempi dell’impiego nella sicurezza informatica sono molto vari: il 26% lavora in questo ambito da 1-3 anni, mentre il 17% se ne occupa da oltre 10 anni.

La maggior parte (44%) lavora nell’ambito tecnico della Cyber Security. Il resto è diviso tra marketing (10%); funzioni commerciali (7%); amministrazione di sistema (7%); ricerca (5%); ambito legale (5%); project management (4%); divulgazione (3%) e infine amministrazione (2%) e comunicazione (2%).

Alla domanda relativa al salario, il 39% ha risposto di ricevere una retribuzione pari rispetto a quella dei colleghi uomini. Tuttavia il 30% non si è dichiarata in grado di rispondere e di fare confronti.

Inoltre, per quanto riguarda l’ambiente di lavoro prettamente maschile, sembra che le candidate non si siano spaventate. Ad esempio, il 92% delle interpellate ha dichiarato di non aver riscontrato alcuna criticità nel contesto lavorativo. Nello specifico, il 51% è rimasta indifferente all’ambiente di lavoro prevalentemente maschile; il 23% ha accettato la situazione come una sfida; il 18% l’ha trovato addirittura stimolante.

Lavorare con colleghe donne sembra molto soddisfacente per le professioniste della cyber security: i rapporti con le colleghe sono infatti ottimi. Quasi la metà (46%) ritiene di avere con loro lo stesso rapporto che ha con i colleghi uomini; nel 28% dei casi c’è complicità e nel 18% solidarietà.

L’equilibrio lavoro – famiglia è, tuttavia, il tema più sentito per le professioniste italiane della cyber security. Per il 48% delle rispondenti la situazione è più problematica rispetto ai colleghi uomini.

Idee per migliorare

All’interno dell’indagine, le Women for Security hanno chiesto alle candidate di suggerire possibili interventi per migliorare la parità di genere negli ambienti di lavoro tecnici.

Sono state apprezzate le opzioni che prevedono campagne di sensibilizzazione da parte del Ministero delle Pari Opportunità o di “ambasciatrici” del settore. Oltretutto, tra le azioni indicate per incoraggiare le donne a lavorare nel campo della Cyber Security e riuscire nel tempo a colmare il gender gap, sono state indicate campagne di sensibilizzazione sull’impatto della Cyber Security.

Nei confronti delle giovani professioniste, si è parlato di attività di mentoring da parte di professioniste esperte e azioni di promozione da parte delle Università.

Per ulteriori informazioni potete consultare il sito ufficiale.

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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