Dopo essere stati in orbita per sei mesi, i quattro astronauti a bordo della Crew Dragon 2 di SpaceX, l’azienda aerospaziale di proprietà di Elon Musk, sono rientrati sulla terra.
SpaceX è ammarata senza problemi al largo nel Golfo del Messico, al largo della Florida. Dopo che, in verità, il rientro dalla Stazione spaziale internazionale era stato posticipato di un giorno a causa del protrarsi dei forti venti.
I quattro astronauti erano partiti il 23 aprile scorso alle 11.49 (ora italiana), dalla piattaforma 39/A di Cape Canaveral, in Florida, alla volta della Stazione spaziale internale. E sempre al largo della Florida sono rientrati nella notte di martedì 9 novembre.
Termina così la seconda missione della navetta, che in modo un po’ spericolato è stata chiamata Endeavour (tentativo). La navetta aveva infatti già raggiunto la Stazione spaziale internazionale alle 14.17 del 31 maggio del 2020.
Scopriamo qualcosa in più sul viaggio spaziale della Crew Dragon di SpaceX da poco ammarata in Florida, e vediamo com’è andato il ritorno dei quattro astronauti della Nasa.
SpaceX ammarata: il ritorno dei quattro astronauti
La capsula Crew 2 di SpaceX è dunque ammarata nel Golfo del Messico vicino a Pensacola, in Florida alle 4.33 (ora italiana) di martedì 9 novembre. Gli astronauti di Stati Uniti, Francia e Giappone sono partiti dalla stazione spaziale internazionale otto ore prima. I quattro della NASA sarebbero dovuti rientrare nella mattina di lunedì 8 novembre, ma il continuo vento forte nella zona di recupero ha ritardato di un giorno le operazioni.
Prima di lasciare la missione, gli astronauti hanno fatto un giro intorno alla stazione spaziale, scattando foto. È stata la loro ultima azione dopo 200, anzi 199, giorni nello spazio.
I quattro coinvolti nella missione sono Shane Kimbrough e Megan McArthur della NASA, il giapponese Akihiko Hoshide e Thomas Pesquet dell’Agenzia Spaziale Europea.
Ammaraggio perfetto
La navetta di SpaceX è ammarata perfettamente nonostante l’atterraggio si sia svolto di notte.
Dopo essere stata frenata dall’atmosfera terrestre, la Crew Dragon 2 ha ulteriormente decelerato grazie a quattro enormi paracadute. Un ulteriore freno alla discesa è stato fornito dallo scudo termico.
In seguito all’ammarraggio nel Golfo del Messico, la capsula è stata recuperata da una nave. Una volta aperto il portello della Crew Dragon, i quattro dell’equipaggio sono stati portati sulla terraferma in elicottero.
Subito un’altra missione
Una navetta di SpaceX è appena ammarata e un’altra ripartirà subito. Non paga dei due voli spaziali consecutivi, con la nuova missione Crew 3 l’azienda di Elon Musk invierà alla Stazione spaziale internazionale altri quattro astronauti, che dovrebbero decollare la sera di mercoledì 10 novembre dal Kennedy Space Center in Florida su un razzo SpaceX Falcon 9.
A bordo della Crew 3 ci saranno il comandante Raja Chari, il pilota Tom Marshburn, lo specialista di missione della Nasa Kayla Barron e lo scienziato tedesco dell’Esa Matthias Maurer. Anche per loro la permanenza nello spazio sarà di sei mesi.
Crew 3 sarà la terza delle sei missioni con equipaggio per la Stazione spaziale internazionale perviste dal contratto tra la Nasa e SpaceX. Le missioni spaziali con l’invio di astronauti dal suolo statunitense erano state interrotte dalla fine del programma Shuttle, nel 2011.
Dai problemi a bordo al trionfo finale
SpaceX è perfettamente ammarata. E questo ha fatto finire in gloria una missione che, a dire il vero, nei giorni scorsi aveva fatto parlare di sé per alcuni problemi.
La navetta Endeavour aveva già dovuto fare i conti col protrarsi del maltempo, che ha fatto prendere alla Nasa la decisione di rinviare di un giorno il rientro dell’equipaggio.
Nelle ultime ore, poi, la Crew 2 era balzata agli onori delle cronache per un disguido più imbarazzante che grave. Un guasto al gabinetto del mezzo aveva costretto i quattro astronauti a indossare un pannolone in previsione del rientro sulla Terra.
- Prophet, Chris (Autore)
SpaceX tra turismo spaziale e missioni
Prosegue così a gonfie vele il doppio sforzo di SpaceX nei confronti dei viaggi nello spazio.
Da un lato, con la missione Insipration4 dello scorso 15 settembre (composta da soli non professionisti), Musk ha simbolicamente inaugurato l’era del turismo spaziale.
Dall’altro, dopo che Blue Origin ha clamorosamente perso la causa contro la NASA per l’assegnazione del contratto per il lander lunare, il rapporto tra SpaceX e l’agenzia aerospaziale degli Usa sembra sempre più saldo. E la sospensione del contratto da 2,9 miliardi di dollari, che risale allo scorso maggio, è ormai solo un brutto ricordo.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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