Square Enix guarda agli NFT e al metaverso: dobbiamo preoccuparci?

Come abbiamo visto durante gli scorsi mesi, non senza qualche preoccupazioni, i concetti di NFT, metaverso e Blockchain stanno diventando una tendenza anche in ambito videoludico e quanto pare Square Enix sta guardando con interesse in quella direzione. A parlarne è stato proprio il presidente della compagnia Yosuke Matsuda, in una lettera aperta per l’inizio dell’anno.

Square Enix vuole investire nel metaverso e negli NFT

Nella sua lettera, volta ad augurare un buon inizio anno a dirigenti, sviluppatori e utenti, Matsuda non ha nascosto il suo interesse verso il concetto di metaverso, parlando di come Facebook abbia sdoganato un nuovo modo di intendere le esperienze digitali.

“Facebook ha cambiato il suo nome in ottobre in Meta, mostrando come il metaverso sia qui per restare – scrive Matsuda – Attribuisco questa crescita di interesse soprattutto grazie alle nuove tecnologie, come cloud e 5G, oltre che l’evoluzione della blockchain”. Dopo questa presa di posizione, in cui si evidenzia la volontà del presidente di seguire l’esempio di Meta, il dirigente è entrato un po’ più nel merito dei piani di Square Enix.

“La nostra strategia a medio termine che abbiamo svelato a maggio del 2020 identifica nell’Intelligenza artificiale, il cloud e i giochi basati sulla blockchain come un nuovo standard” spiega Matsuda, non lasciando spazi a dubbi per quanto riguarda il futuro della software house; delle prospettive che però stanno già facendo alzare un sopracciglio a molti fan, che guardano con preoccupazione a questa tendenza.

Non è un segreto infatti che gli NFT siano attualmente al centro di molte critiche per via del modello di business predatorio adottato da praticamente ogni realtà che ne fa uso (basti pensare al modello Ubisoft, praticamente boicottato sul nascere dai fan), e ad onor del vero questo Square Enix lo sa molto bene, dato che Matsuda lo menziona nella lettera, spiegando anche di aspettarsi un cambiamento nel prossimo futuro.

Gli NFT non piacciono ai giocatori

Uno dei passaggi che ha fatto più scalpore della lettere di Mastuda tuttavia è un altro. Il presidente infatti ha spiegato di essere consapevole che molte persone potrebbero non essere contente di vedere introdotte nei giochi della compagnia delle piccole e persistenti microtransazioni come parte integrante dell’esperienza ludica, per ovvie ragioni. Utenti che il presidente definisce coloro che “giocano per divertirsi”.

Tuttavia Matsuda sembra convinto che tutti coloro che invece giocano per dare un contributo, qualsiasi cosa questo voglia dire dato che Square Enix non è una società no profit, troveranno gli NFT e il metaverso davvero utili alla loro causa. Questo proprio perché li metterà in condizione di rendere il gioco più interessante in prima persona, una presa di posizione che suona quanto meno strana, e che fatica a nascondere la volontà della compagnia di voler monetizzare ulteriormente sui propri prodotti più che quella di voler offrire un servizio migliore agli utenti.

Non a caso i giocatori che “giocano per divertirsi” sono la maggioranza, dato che è proprio questo lo scopo principale di un media di intrattenimento come il videogioco, e sentirsi dire dal presidente di una software house celebre come Squre Enix che ora gli universi da sempre amati dai fan potrebbero diventare una sorta di grande mondo digitale con le sue logiche economiche a cui è impossibile sottrarsi non è una prospettiva allettante, anzi è l’esatto contrario.

Senza contare l’impatto ambientale che l’implementazione di queste tecnologie comporta, in diretta contrapposizione con i temi devi videogiochi creati dalla compagnia (vedi FF VII). Al momento della stesura di questo articolo i giocatori di Final Fantasy XIV stanno già inondando Square Enix di tornare sui propri passi, ma la compagnia non ha ancora pubblicato comunicato ufficiali in merito al backlash che sta ricevendo.

La speranza, ovviamente, è che le voci dei fan non vengano ignorate.

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