fbpx
AttualitàCultura

Russia: i dissidenti sfuggono alla censura con le emoji

Ecco come si organizzano i manifestanti

A voler essere ottimisti, potremmo dire che – oltre alle tante atrocità che la guerra tra Russia e Ucraina sta portando con sé – tra le maglie del conflitto si intravede anche un risvolto positivo. Proprio come è accaduto per la pandemia, che durante il primo e più duro lockdown ci ha insegnato a utilizzare meglio la tecnologia. E oggi anche i meno avvezzi al tech saprebbero fare la spesa con pochi clic od organizzare una videochat con gli amici.

Ebbene, da qualche giorno il mondo si è accorto che smartphone e social media non sono solo passatempi per giovani o per adulti immaturi (o con tanto tempo da perdere).

Abbiamo visto che Telegram è usato dalla popolazione ucraina per organizzare la propria quotidianità e inviare messaggi fondamentali per la sicurezza e la resistenza.

Altrettanto prezioso si sta rivelando TikTok. Sì, proprio la piattaforma social all’apparenza più smart e leggera sta diventando un formidabile megafono. Che non solo sta dando la possibilità alla popolazione assediata di dar voce (e immagini) alla propria condizione, ma probabilmente sta anche cambiando il modo di fare informazione.

Libertà e censura

Proprio per le enormi potenzialità comunicative delle piattaforme social, il governo di Mosca sta intervenendo in due modi distinti. Da una parte, bloccando o limitando l’accesso ai social più utilizzati. Inoltre (ma questo sta accadendo anche sulla sponda ucraina), “inquinando” con fake news l’imponente mole di notizie che a getto continuo, e in presa diretta, ci arrivano da Instagram, TikTok e affini.

Paradossalmente, poi, proprio Mosca ha varato in tempi record una severissima legge contro le fake news, che prevede sino a 15 anni di reclusione per i trasgressori. Per questo motivo, TikTok si è trovata costretta a chiudere momentaneamente le dirette nel territorio russo.

nuove emoji 2022

La Russia, le emoji e la censura aggirata

I riflettori dei media sono giustamente puntati sull’escalation bellica dell’esercito russo e sulle minacce di Putin. Oppure sulla popolazione ucraina: quella rimasta in patria, quella che cerca di varcare i confini e quella già residente in altri Paesi.

Tuttavia, non bisogna mai generalizzare, e istituire un troppo frettoloso parallelismo tra Vladimir Putin e la Russia. Nel senso che anche all’interno della propria nazione, il governo di Mosca deve vedersela con una nutrita e agguerrita opposizione. Il fatto che l’informazione globale ne parli davvero poco, è un segno indiretto di come le ragioni di chi si oppone al governo vengano represse o quanto meno tacitate.

La censura a Mosca è invadente, ma chi manifesta contro le scellerate mosse di Putin è capace di organizzarsi aguzzando l’ingegno. E ancora una volta grazie al sostegno dei social, o meglio delle immagini usate nelle comunicazioni via social. Sì: la Russia ha trovato nelle emoji un formidabile alleato per aggirare la censura. In che modo?

L’opposizione in Russia e le emoji in codice

I lettori di Techprincess che amano i romanzi di Ian Fleming o John Le Carré andranno in brodo di giuggiole.

I codici, ovvero sequenze di simboli che hanno un significato leggibile solo a chi capisce come interpretarli, esistono da sempre. E rinnovano la loro efficacia ogni volta che qualcuno si trova nella necessità di comunicare con altri senza che terzi scoprano i contenuti del dialogo. Proprio per questo, si è sempre fatto largo uso di codici durante le guerre, per dare informazioni senza che il nemico possa comprenderle. Oppure, appunto, per fuggire a un regime autoritario e censorio.

Un tempo, certo, per diffondere messaggi cifrati si adoperavano li fogli di carta, o al limite la radio o il telegrafo. Oggi, per fortuna, ci sono gli smartphone. E perché servirsi dell’alfabeto, che più facilmente farebbe pensare a un linguaggio nascosto, quando si hanno a disposizione le immagini?

Per questo, in Russia, le emoji sono diventate un prezioso alleato dell’opposizione. Che utilizzandole in forma di codice organizza incontri e manifestazioni, o dialoga su argomenti che – se scritti in modo esplicito – metterebbero seriamente nei guai mittente e ricevente.

Un esempio di codice con emoji

Le sequenze di emoji usate in Russia per comunicare senza essere intercettati sono svariate.

Una è arrivata sino a noi. E mostra una stringa di emoji con un uomo che cammina, tra le quali compaiono un busto del poeta Aleksandr Sergeevič Puškin e un numero 7.

Il significato è semplice: in questo modo si è organizzata una manifestazione in piazza Puškin alle ore 7 del giorno prestabilito.

La censura in Russia

Ricordiamo che in Russia non solo è da poco in vigore una legge che punisce con la reclusione sino a 15 anni chiunque sostenga l’Ucraina o critichi l’invasione dell’esercito di Mosca.

Dal 2014 le manifestazioni non autorizzate dalla polizia sono punite con 15 giorni di prigione (che tocca anche a chi si limita a pronunciare una frase contro il governo). Ma i 15 giorni possono aumentare sino a 5 anni in caso di seconda detenzione.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🍎Nuovi iPad e accessori: cosa aspettarsi dall’evento Apple del 7 maggio
🛒 Le migliori offerte della Amazon Gaming Week
🎮
L’emulatore Nintendo Delta sta per arrivare su iPad
🪪Social card “Dedicata a te”:cos’è e come si potrà utilizzare il bonus da 460 euro
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button