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L’intelligenza artificiale può prevedere il rischio infarto 10 anni nel futuro?

Uno studio condotto dall’Università di Oxford potrebbe radicalmente trasformare l’approccio alla diagnosi e cura delle malattie cardiache. Gli studiosi hanno sviluppato un sistema di intelligenza artificiale capace di analizzare scansioni cardiache e predire il rischio di infarto fino a 10 anni nel futuro.

L’intelligenza artificiale prevede il rischio di infarto 10 anni prima

Come riporta The Guardian (tramite Hardware Upgrade), i risultati sono sorprendenti. L’IA ha dimostrato di identificare con precisione pazienti a rischio, anche in assenza di segni evidenti di malattia coronarica. Nei primi test clinici, questa tecnologia ha portato a modifiche nei piani di trattamento per quasi il 45% dei pazienti.

Secondo lo studio, questo strumento potrebbe salvare migliaia di vite umane. Molte persone, dopo scansioni TC, vengono dimesse in quanto non mostrano ostruzioni significative delle arterie. Tuttavia, anche piccoli restringimenti infiammati possono portare a infarti letali in futuro, una situazione non rilevabile fino ad ora. L’IA di Oxford, invece, è in grado di rilevare segnali di infiammazione anche minimi, fornendo una stima precisa del rischio futuro di infarto.

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Il team di ricerca ha analizzato i dati di oltre 40.000 pazienti sottoposti a scansioni TC in diversi ospedali del Regno Unito. L’IA è stata addestrata per riconoscere i cambiamenti del grasso intorno alle arterie infiammate, un indicatore cruciale di rischio. In una sperimentazione su quasi 3400 pazienti, ha dimostrato di prevedere eventi cardiaci avversi in modo indipendente. Sorprendentemente, tra coloro senza ostruzioni arteriose, il rischio di morte cardiaca risultava 10 volte maggiore per chi aveva alti livelli di infiammazione.

I ricercatori suggeriscono che l’implementazione di questa tecnologia nel sistema sanitario nazionale britannico potrebbe prevenire migliaia di infarti e morti cardiache ogni anno. Ma, come tutti gli studi clinici, serviranno ulteriore conforme e studi per poter verificare l’efficacia e migliorare l’utilizzo di questo IA.

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Via
Hardware Hupgrade
Source
The Guardian

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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