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Il comune di Boion Polesine nel catalogo di Open to meraviglia. La bufala della settimana

Questa volta si tratta di una spassosa fake news-burla

Oggi, ve lo diciamo subito, ci divertiremo. E ci auguriamo, cari lettori, che voi possiate divertirvi assieme a noi.

Per una volta la nostra rubrica non si occuperà di bufale sgradevoli, volgari, architettate in modo rozzo. E diffuse in rete allo scopo di mettere in cattiva luce qualche personaggio pubblico, per tentare di sostituire le ragioni della scienza con quelle della pseudoscienza, eccetera.

Stavolta vi parleremo di una spassosa burla, che prende di mira una – ahinoi – serissima (almeno nelle intenzioni) campagna pubblicitaria. Che però sembra non stia coprendo di gloria né chi l’ha promossa né chi l’ha approntata. Ne riparleremo.

Andiamo con ordine, partendo dalla burla stessa, per poi scoprire i due protagonisti della medesima. Ovvero un comune (o presunto tale) italiano, e la già citata e ben poco riuscita campagna pubblicitaria, che dovrebbe far conoscere il nostro Paese nel mondo.

Boion Polesine

Boion Polesine nel catalogo di Open to meraviglia

L’immagine parla chiaro. E, per quanto graficamente non faccia urlare al capolavoro, il messaggio arriva preciso.

E ci dice, come si può vedere dal post apparso sulla pagina Facebook del comune in questione, che Boion Polesine fa parte di Open to meraviglia. Ora spiegheremo cosa siano l’uno e l’altro.

Certo, a una seconda occhiata l’immagine ci lascia qualche dubbio in più. Per il paesaggio non certo idilliaco sullo sfondo, e per il curioso tizio in primo piano. Che qualcuno, o più di qualcuno, avrà il sospetto di avere già visto da qualche parte…

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Open to meraviglia

Cosa c’è di male? Un comune italiano fa parte di una campagna pubblicitaria che mira a far conoscere le bellezze nostrane su è giù per il mondo.

Sì, se non fosse che il comune di Boion Polesine, se davvero fosse in Open meraviglia, non dovrebbe forse sbandierarlo con eccessivo orgoglio.

Ci siamo occupati in due articoli della poco fortunata (eufemizziamo) campagna voluta dal nostro ministero del Turismo, e realizzata nientemeno che dal gruppo pubblicitario Armando Testa, tra i più prestigiosi del nostro Paese.

Nel primo articolo abbiamo raccolto alcuni spassosi meme circolati in rete al momento del lancio. Infatti come testimonial della campagna è stata scelta la Venere del Botticelli, trasformata in virtual influencer, o travel blogger che dir si voglia.

Peccato che gli esiti siano stati tutto fuorché sublimi, sia dal punto di vista estetico che simbolico. La Venere influencer che sta per addentare un pezzo di pizza, ad esempio, è quanto di più stereotipato possibile.

Nel secondo e più recente articolo abbiamo riassunto tutte le approssimazioni e le gaffe legate alla campagna. E abbiamo aggiunto che da più parti c’è il sospetto che molti degli account che su Instagram commentano con incontenibile entusiasmo Italia: open to meraviglia (questo il nome completo della campagna) siano fake.

Boion Polesine

E ora passiamo al comune di Boion Polesine.

Il cui nome, già, somiglia – nella prima delle due parole – alla storpiatura di un intercalare non certo diplomatico in uso in quelle zone geografiche.

La pagina Facebook stessa, inoltre, contiene post e immagini diciamo inusuali per un comune italiano. Una vecchia immagine di copertina, ora archiviata, recita ad esempio: “Comune di Boion Polesine. Oltre a nebbia e zanzare c’è molto di più”.

Certo, slogan forse più efficace a livello promozionale di quanto possa esserlo la Venere influencer, tuttavia… un po’ troppo autoironico.

Ma è sfogliando i post che si chiarisce l’inghippo. Negli ultimi giorni, ad esempio, ne è apparso uno dove campeggia un avviso redatto dall’ipotetica parrocchia del comune. Che, “al fine di snellire la pratica delle confessioni”, sancisce che certe espressioni al confine della blasfemia (espressioni che vengono citate in fondo all’avviso) non debbano essere più considerate bestemmie.

Insomma, il comune di Boion Polesine non esiste. È un’invenzione social, che raccoglie alcuni dei luoghi comuni più triti sul nostro Nord-est (l’inclinazione all’alcol, appunto alla blasfemia, eccetera).

E il post con cui si ufficializza il fatto che Boion Polesine farebbe parte di Open to meraviglia, è un’altra indiretta attestazione – in salsa ironica – di una campagna davvero cigolante.

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La cartina di tornasole: Germano Mosconi

Come controprova di ciò, andiamo a riguardare l’immagine con cui si annuncia l’apparizione di Boion Polesine nel catalogo di Open to meraviglia.

Al di là del triste paesaggio paludoso sullo sfondo, a rubare la scena è il signore elegante in primo piano. Trattasi di Germano Mosconi, giornalista veronese che ci ha lasciati nel 2012.

E che, come dire, non è rimasto famoso per le proprie doti professionali. Quanto semmai perché, in numerosissimi fuori onda, è stato sorpreso a profferire terrificanti sequele di improperi e bestemmie.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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