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Elon Musk ha preso l’account @X al proprietario originale. E non l’ha pagato

Elon Musk ha trasformato Twitter in X, quella che vuole trasformare in una “Everything App”: non solo social, ma anche pagamenti, messaggi – non proprio tutto, ma qualcosa di più. Ma la novità arriva con più di qualche intoppo. Non solo la polizia ha bloccato gli operai che stavano cambiando il nome di Twitter in X sull’edificio a San Francisco. Ma sembra che Elon Musk e il suo team abbiano modificato in tutta fretta – e senza chiedere permesso – anche l’account della società sullo stesso social. L’handle di @Twitter è stato ufficialmente modificato in @X, ma il proprietario originale lo ha saputo a cose quasi già fatte. E non l’hanno pagato nemmeno un dollaro.

Elon Musk si è preso l’account @X senza pagare il proprietario

Come riporta Mashable, che ha avuto l’opportunità di intervistare l’ex proprietario dell’account @X, l’ex Twitter ha fatto le cose in maniera perentoria e sbrigativa. Gene X. Hwang, co-fondatore della società di fotografia di eventi Orange Photography, ha registrato l’handle @x sulla piattaforma più di 16 anni fa, lo stesso giorno in cui Twitter è stato lanciato. Era l’iniziale del suo secondo nome. E all’epoca del lancio, i migliori nomi (senza numeri aggiuntivi o simboli) erano ancora tutti disponibili.

Da quando Elon Musk aveva iniziato a rinominare diverse sue proprietà con la lettera dell’alfabeto, alcuni cronisti avevano contattato Hwang per capire se il magnate l’avesse contattato per comprare il suo account. Hwang aveva dichiarato di non aver ancora ricevuto alcuna notizia. Ma sperava che avrebbero trovato una soluzione: il nome gli piaceva, ma non voleva attaccarsi alla ‘X’ in maniera irragionevole.

Ma Musk non ha chiesto nulla. L’account @X se l’è preso.

Musk ha preso l’account, senza pagarlo e senza ringraziare

Twitter, ora noto come X, ha preso l’handle direttamente da Hwang, senza alcun negoziato. Hwang ha condiviso con Mashable che ha ricevuto una semplice e-mail dalla società, nella quale gli veniva comunicato che l’handle @x lo avrebbero preso loro.

Nonostante Hwang avesse precedentemente espresso la sua disponibilità a risolvere la questione, X (Twitter) l’ha superata in maniera unilaterale. La comunicazione giungeva da un indirizzo e-mail generico, support@twitter.com. La firma di Musk (anche posta realisticamente da un suo dipendente) avrebbe reso la transazione più personale. Ma non era una richiesta, invece era solo una semplice comunicazione.

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La società, ora ribattezzata X, ha offerto a Hwang “una gestione alternativa con la cronologia dell’account @x”, in modo che il suo account originale, completo di post e follower, potesse continuare ad esistere. Il nuovo nome utente scelto dalla compagnia di Musk per sostituire l’handle di Hwang è @x12345678998765. Breve e accattivante.

Hwang spiega di aver ricevuto anche l’opzione di scegliere un nuovo handle di sua scelta, purché fosse disponibile. Ma al momento non ha ancora fatto una scelta in merito. Dopo che X ha preso il controllo dell’handle @x, Hwang ha effettivamente twittato dal suo nuovo nome utente.

Nemmeno un dollaro. O un grazie.

Nell’intervista ha Mashable, Hwang spiega che X (Twitter) ha offerto del merchandise, senza spiegare bene quali oggetti avrebbe regalato a Hwang. E ha offerto la possibilità di conoscere “la dirigenza”, cosa che Hwang ha dichiarato che difficilmente accetterà.

Difficile capire quale “premio” avrebbe meritato Hwang: di solito i social media non cambiano nome dopo 16 anni. Di solito non vengono nemmeno comprati da miliardari che vogliono trasformarli in app per i pagamenti, a dire il vero. Ma in passato, quando un utente aveva comprato il dominio “google.com”, che Google aveva per errore fatto scadere, l’azienda lo aveva ricompensato. Un po’ tutti, al posto di Hwang, ci saremmo aspettati qualcosa di più di una stretta di mano promessa in un futuro incerto. O almeno una richiesta e un grazie.

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Secondo quanto dichiarato da Hwang, la società di Elon Musk ha pieno diritto di prendere il suo nome utente. Infatti, la maggior parte delle piattaforme di social media, compresa quella precedentemente conosciuta come Twitter, stabilisce nei propri termini di servizio che gli utenti non possiedono diritti esclusivi su handle specifici, a meno che non sussistano problemi legati ai marchi. Ma se un domani Musk, come aveva ipotizzato, dovesse vendere handle personalizzati, questa decisione non giocherà di certo a favore della fiducia nel sistema.

X non sembra partita con il piede giusto. Fra dispute per il marchio, registrato da centinaia di società diverse fra cui la rivale Meta e Microsoft, e il fatto che per capire di cosa si sta parlando tutti continuino a dire ‘Twitter’, sembra che il rebranding sarà più difficile di quello di Meta (l’ex Facebook, per capirci).

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Source
Mashable

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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