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Tariffe telefoniche: cosa potrebbe cambiare da gennaio 2024

Per alcune compagnie possibili ritocchi dei prezzi al rialzo

Abbiamo recentemente riassunto quali bonus e agevolazioni ci faranno compagnia lungo il 2024.

Vorremmo dire lo stesso anche per quanto riguarda le tariffe telefoniche, ma non sarà così. Anzi: per molte compagnie le tariffe potrebbero essere ritoccate al rialzo a partire proprio dal prossimo primo gennaio. E la causa esplicitata dalle aziende è l’inflazione.

Scopriamo perché, e vediamo come potrebbero cambiare alcune tariffe telefoniche delle principali compagnie.

L’inflazione e l’aumento delle tariffe telefoniche

Il vocabolario Treccani ci spiega che l’inflazione è “l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi, o anche diminuzione prolungata del potere d’acquisto (cioè del valore) della moneta.”

Insomma: con l’inflazione le cose, e i servizi, costano di più. Comprese le tariffe telefoniche legate alla telefonia fissa e mobile. L’intervento di Agcom ha solo permesso di posticipare gli aumenti, che per alcune compagnie potrebbero essere effettivi dal primo gennaio 2024.

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Gli utenti saranno avvisati per tempo, con una comunicazione in fattura o sul canale prescelto (mail o smartphone) e avranno un congruo tempo per recedere senza il pagamento di penale.

Ma capiamo, nello specifico, come si comporteranno le principali aziende del settore.

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WindTre

WindTre, nelle clausole contrattuali, specifica l’eventualità di modifiche delle tariffe a seconda di uno specifico indice, su cui torneremo.

Nelle clausole leggiamo: “Da gennaio 2024 in caso di variazione annua positiva dell’indice FOI rilevata da Istat nell’ottobre dell’anno precedente, WindTre ha facoltà di aumentare entro il primo trimestre dell’anno il prezzo mensile del Servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice comunque pari almeno al 5%.

L’adeguamento non costituisce una modifica contrattuale ai sensi dell’articolo 13 delle Condizioni generali di contratto e pertanto non dà diritto al Cliente di recedere senza costi”.

Ricordiamo che l’indice FOI, legato all’inflazione, è l’indice dei prezzi per le famiglie di operai ed impiegati.

Tim

In una comunicazione dello scorso novembre, Tim ha esplicitato che l’aumento delle tariffe telefoniche sarà proporzionale a quello dell’inflazione. Ma si comincerà ad aprile.

“Dal 1/04/2024 il costo mensile dell’offerta sarà incrementato annualmente in misura percentuale pari all’indice di inflazione (IPCA) ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi, più un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. L’incremento complessivo non potrà superare il 10%”.

Ciò significa che se l’inflazione fosse negativa non ci sarà comunque una riduzione delle tariffe. E che il 3,5% andrà aggiunto ai punti dell’inflazione. Un esempio: se l’inflazione fosse del 2%, gli aumenti delle tariffe telefoniche sarebbero del 5,5%.

Fastweb

Fastweb ha reso noto un aumento di diverse tariffe di rete fissa a partire dal primo gennaio 2024. Aumenti che andranno da un minimo di 0,01 euro a un massimo di 4,49 euro al mese.

Il motivo? Mantenere l’equilibro tra innovazione e sostenibilità “richiede risorse e il recente aumento dei costi di energia e materie prime fuori dal nostro controllo ha reso ulteriormente complicato garantirti il miglior servizio possibile”.

Vodafone

Già dallo scorso ottobre Vodafone ha aumentato di 1,99 euro al mese la tariffa per i clienti privati di ricaricabili.

Peraltro, a partire dal 31 gennaio 2024 le fatture da bimestrali diventeranno mensili.

PosteMobile

I clienti PosteMobile che hanno sottoscritto l’offerta PosteMobile Casa Web subiranno un rincaro della bolletta dal 1° gennaio 2024, quando il canone mensile passerà da 19,90 euro a 22,90 euro al mese.

L’azienda ha spiegato il “bisogno di adeguarsi alle esigenze imposte dall’economia nazionale e globale. Il rincaro dell’inflazione e del costo della vita degli ultimi tempi, totalmente imprevedibile da parte di Poste Italiane, ha reso necessario un aumento dei costi dell’intera categoria dei servizi di telecomunicazioni.”

Gli utenti che non accettano le nuove condizioni possono recedere dal contratto senza pagare penali o costi di disattivazione.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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