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Il test per il Covid si farà tramite smartphone

È stato messo a punto al MIT

Che il Covid non riempia più le prime pagine dei giornali e che non si guadagni più i servizi di apertura dei tiggì non significa che sia scomparso.

Di tanto in tanto torna a far parlare di sé. Come in queste ore, per il probabile (ma non imminente) arrivo di un nuovo vaccino contro le ultime varianti del virus. Oppure, come nei giorni scorsi, per polemiche un po’ pretestuose. Come quella secondo cui il concerto dei Maneskin al Circo Massimo dello scorso 9 luglio avrebbe senza dubbio coinciso con un nuovo focolaio.

Di certo, il virus circola ancora, ed è buona norma mantenere le consuete profilassi. D’altro canto, si cercano modi sempre più smart per fornire ai cittadini la possibilità di effettuare autotest rapidi e attendibili.

Quale miglior alleato, poi, dello smartphone, lo strumento che oggi – col continuo proliferare di nuove applicazioni della più svariata natura – dà davvero l’impressione di poter fare tutto?

covid

Il test del Covid tramite smartphone

Tutti questi aspetti sembrano felicemente coniugati nello sviluppo di un nuovo test sierologico per il Covid, che chiede aiuto proprio agli smartphone.

Si tratta del risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori del Koch Institute for Integrative Cancer Research del MIT, il Massachusetts Institute of Technology. La ricerca è stata pubblicata giovedì 4 agosto su Cell Reports Methods.

Il test

Il test sviluppato dal MIT è di tipo sierologico, ma più complesso dei tamponi nasali che molti di noi si sono ritrovati a fare in questi mesi.

Di comune, l’uno e gli altri hanno il carattere fai da te, cioè la superfluità della presenza di un’altra persona per il suo svolgimento.

Il test verifica il livello di protezione dal Coronavirus dato dagli anticorpi presenti nel sangue. Interessante, e inedito, il suo funzionamento.

Come funziona

Il salto di qualità rispetto agli autotest precedenti è dato dal fatto che in questo caso occorre estrarre una goccia di sangue. Operazione resa semplicissima dalla presenza di un pungidito nel kit.

Il resto del processo è del tutto simile a quello del tampone fai da te nasale, e il sangue in questo caso sostituisce il campione di muco.

Il risultato, anche qui, si ottiene aggiungendo al campione ematico un reagente, e bagnando poi con qualche goccia della soluzione la cartina. Ci sono tre linee: una attira le proteine del virus, l’altra quelle attaccate dagli anticorpi nel campione di sangue. La terza linea, di controllo, indica solo se il reagente ha bagnato correttamente la cartina.

Il test fai da te taglia notevolmente i tempi del prelievo e delle analisi del sangue effettuate in laboratorio.

Il ruolo dello smartphone

Ma in questo test per il Covid qual è il ruolo dello smartphone?

È presto detto: i ricercatori del MIT hanno anche sviluppato un’applicazione che funziona in modo semplicissimo. L’app fotografa il risultato del test e, valutando lo spessore delle linee presenti nella cartina, dà una stima precisa del livello degli anticorpi.

A cosa serve? A una cosa molto importante: a dire a chi si sottopone al test se sia arrivato o meno il momento di farsi somministrare una dose addizionale di vaccino.

Strumento ulteriore: cambiando il mix di proteine del virus del reagente, il test è adattabile alle diverse varianti del Coronavirus.

Un nuovo test salivare

Negli stessi giorni in cui è stata resa pubblica la notizia di un test ematico per il Covid in cui lo smartphone ha un ruolo non secondario, è arrivata un’altra buona notizia.

Per la precisione, lunedì 8 agosto lo studio è apparso su Nature Biomedical Engineering. In questo caso, gli autori sono un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard. Il team ha messo a punto un precisissimo test salivare per il Covid, che agisce con grande rapidità e – anche stavolta – senza bisogno di attendere le risposte in laboratorio. Il nuovo dispositivo, ancora un prototipo, rileva dalla saliva la presenza sia di Rna virale che di anticorpi contro il Sars-Cov-2.

Le dichiarazioni

Devora Najjar, coautrice dell’articolo apparso su Nature e ricercatrice al MIT Media Lab e il Wyss Institute di Harward, ha commentato il prototipo di test.

Najjar ha detto: “Questa diagnostica può consentire un monitoraggio più sostenibile dell’infezione e dell’immunità nelle popolazioni nel tempo, a livelli di accuratezza paragonabili ai costosi test di laboratorio.

Un tale approccio potrebbe migliorare notevolmente la risposta globale alle future pandemie e anche fornire informazioni sul trattamento più adatto.”

Il test nasce dalla collaborazione tra i laboratori delle due tecnologie eRapid e Sherlock.

Helena de Puig, prima autrice dell’articolo, ha spiegato: “All’inizio, tutti stavamo lavorando allo sviluppo di una diagnostica in grado di rilevare il virus Sars-CoV-2 o gli anticorpi contro di esso, ma non entrambi. Sapevamo di poter rilevare con successo la presenza di molecole di Dna e Rna elettrochimicamente, grazie al nostro lavoro sulla malattia di Lyme.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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