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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

Il concerto dei Maneskin, il Covid, lo psicodramma e la realtà

Tutti concentrati sul concerto del 9 luglio. Ma il vero problema non sta lì

Ci risiamo.

Vi ricordate il trionfo sportivo della Nazionale guidata da Roberto Mancini a Euro 2020?

E vi ricordate anche l’epilogo? Ve lo abbiamo brevemente raccontato in un altro articolo. Era la sera di lunedì 12 luglio 2021. Una volta lasciato il Quirinale, dove sono stati ricevuti dalle più alte cariche dello Stato, gli azzurri hanno sfilato per le vie di Roma. Come? Sul tetto scoperto del pullman, tra due ali di tifosi festanti, pochissimi dei quali indossavano la mascherina.

Apriti cielo. Come se quello fosse stato il più terribile focolaio di quei mesi. In molti avevano dato per certa una pronta impennata dei casi.

Ma questa notizia vecchia di un anno cosa c’entra col presente? C’entra eccome: perché il 9 luglio al Circo Massimo di Roma si terrà il concerto dei Maneskin, e nel frattempo il Covid sta – purtroppo – mostrando numeri in aumento.

Ecco dunque che si sta ripetendo lo stesso meccanismo psicologico, con una dilagante accusa per così dire ad personam (benché in entrambi i casi si tratti di gruppi). Capiamo meglio cosa sta succedendo in queste ore. E soprattutto vediamo perché, se il Covid sta rialzando la testa, i Maneskin non sono certo i primi responsabili.

covid

Il curioso legame tra il concerto dei Maneskin e il Covid

Dunque. Sabato 9 giugno, al Circo Massimo di Roma, ci sarà il concerto dei Maneskin. Ovvero la rock band del momento, tra giovani (e meno giovani) che li osannano e colleghi che hanno pensato bene di far sapere quanto trovino “terribile” la loro musica.

E il gruppo rock del momento, così come l’anno scorso gli azzurri di Mancini erano gli sportivi del momento, va da sé che diventi un simbolo. O un capro espiatorio.

Qual è il problema? È che ci sono numerosi e accorati appelli affinché il concerto venga posticipato. O si faccia, ma con massiccio uso di mascherine da parte del pubblico.

Insomma: come nella primavera del 2020 i responsabili della diffusione del virus sono stati i poveri podisti, così adesso è stato individuato un legame indissolubile tra i Maneskin e il Covid.

Quante incongruenze, tutte in una volta.

Le incongruenze

La prima incongruenza deriva dal ragionamento grossolano di personalizzare un problema. Come se nelle settimane precedenti, da quando gli eventi sono fruibili senza protezione individuale, non ci siano stati concerti dal vivo.

Ma, come per le più tenaci fake news, qualcuno ha diffuso l’idea che solo il concerto dei Maneskin potesse essere un focolaio del Covid, la notizia è dilagata senza essere stata vagliata dal buon senso, e ora chi la ferma più?

Seconda incongruenza: pensiamo alla sostanza. Non a un concerto, ma al fatto che eventi in cui un nutrito numero di persone si ritrovano a stretto contatto si verificano ogni giorno. Sui mezzi di trasporto, in negozi e supermercati. Con l’aggravante, dunque, che tutti questi sono esempi di luoghi al chiuso.

Il Governo ha fatto una scelta coraggiosa: quella di trattarci come cittadini adulti. Lasciando cioè alla responsabilità individuale la decisione su quando usare o meno la mascherina (e tutti gli altri strumenti di protezione per sé e per gli altri).

Sarebbe meglio badare a quello, cioè ad autoregolarci con coscienziosità, piuttosto che fare la morale su un singolo e circoscritto evento.

Intanto il Covid…

Intanto il Coronavirus, a prescindere dai Maneskin, ha rialzato la testa.

Lo dicono i numeri. Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio i casi di Covid sono stati 595.349, con un aumento del 55% rispetto alla settimana precedente. Il 6 e 7 luglio si sono abbondantemente superati i 100.000 nuovi casi, con una percentuale di positivi intorno al 28%. In risalita i ricoveri ordinari e le terapie intensive.

La quarta dose

Più che concentrarci sui Maneskin, per rintuzzare il Covid bisognerebbe – ad esempio – accogliere con meno scetticismo l’idea di una quarta dose.

Che, disponibile dal primo marzo per gli immunodepressi, con una circolare dello scorso 8 aprile è stata estesa agli over 80, agli ospiti delle Rsa e agli over 60 fragili. Tuttavia, a oggi, solo il 28% di questa platea ha ricevuto la quarta dose.

La campagna vaccinale per la quarta dose inizierà in autunno, ma intanto il ministro della Salute Roberto Speranza sta valutando di allargare le maglie, e concedere la quarta somministrazione già in estate a tutte le persone con più di 60 anni.

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Il nuovo test rapido

Infine, un gruppo di ricercatori dell’UT Southwestern Medical Center di Dallas (Texas) ha annunciato lo sviluppo di un nuovo test rapido.

Il suo nome è CoVarScan, ed è in grado in sole 4 ore non solo di dire se un soggetto sia o meno positivo al virus. Ma, in caso di positività, da quale variante sia affetto. Fattore importantissimo, perché ci sono varianti che rispondono in modo diverso a ogni singolo trattamento.

Il costo di un test si aggirerà intorno ai 100 euro, tuttavia non è ancora chiaro quando il CoVarScan sarà disponibile in Italia.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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