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TikTok, il “Team di Avengers” potrà fermare il possibile ban?

Un nuovo report di Politico evidenzia gli sforzi di lobby del social cinese. Ma i dubbi geopolitici sembrano più forti

Gli Stati Uniti vogliono bandire TikTok – e l’Unione Europea potrebbe allinearsi presto. Ma TikTok sta investendo molto perché questo non avvenga, anche da prima dell’inizio delle ostilità recenti. Anzi, stando un recente report di Politico, TikTok avrebbe assunto un vero e proprio “Team di Avengers”, fra esperti di Washington per scongiurare un ban – ma sembra che le lobby non possano contrastare gli interessi geopolitici. Per quanto spenda per convincere gli Stati Uniti a evitare un ban, i timori di spionaggio cinese sembrerebbero prevalere. E l’ultima speranza non sono i lobbysti, quanto creator e influencer.

TikTok e il suo “Team di Avengers” di lobby possono superare la geopolitica?

Quando Shou Zi Chew, il CEO di TikTok, si è presentato al Congresso americano, sapeva di dover affrontare un pubblico difficile. Non solo per la retorica sentita negli ultimi mesi. Ma anche perché aveva speso molto tempo e risorse per prepararsi al meglio. Prima di sedersi davanti al Comitato per l’energia e il commercio della Camera dei rappresentanti, Chew ha fatto affidamento su un team di esperti che lo hanno aiutato a studiare le domande e le risposte.

Politico riporta che tra i suoi consulenti c’erano ex membri dello staff del comitato e collaboratori del leader repubblicano Kevin McCarthy e dell’ex speaker democratica Nancy Pelosi, le due figure di maggior spicco al Congresso. Ma ha anche avuto il supporto di Andrew Wright, ex direttore della politica giuridica per la transizione di Biden-Harris e ora socio dello studio legale K&L Gates, molto influente a Washington. Inoltre, ha parlato con diversi ex legislatori.

Non che questo esercito di alleati ben pagati sia bastato a Chew e la sua azienda a evitare le critiche pesanti da parte della commissione congressuale.

L’origine conta più degli alleati (comprati a caro prezzo)?

La lotta per la sopravvivenza di TikTok sta dimostrando due tendenze chiare nella politica americana. Da un lato, mostra come una società straniera ricca possa usare il suo potere economico per creare una rete di influenza apparentemente formidabile. E dall’altro anche dei limiti di ciò che il lobbismo può fare per difendere un’azienda al centro di una crisi geopolitica.

La campagna per salvare TikTok, stando all’analisi di Politico, continua da anni. La società madre, ByteDance, ha iniziato a cercare di influenzare le autorità americane ed europee già dal 2018, molto prima che le preoccupazioni sulla proprietà cinese di TikTok diventassero così acute. Il giornale americano ha ascoltato oltre venti persone, tra cui lobbisti e politici, negli Stati Uniti e in Europa, dove hanno mostrato la struttura di un sistema di lobbisti e legislatori. Svelando una struttura che arriva persino alla Casa Bianca.

TikTok e le lobby: il “Team di Avengers”

tiktok ceo congresso usa ban min

Nel 2019, un rappresentante di TikTok ha detto di voler formare un “Team Avenger” per l’azienda, secondo un lobbista di Washington a cui è stato offerto un lavoro – qualcosa che in molti hanno confermato. Difficile chi fosse il Nick Fury che contattava i lobbysti, ma sembra evidente che nel proprio campo, TikTok abbia cercato davvero i migliori fra gli “eroi” del lobbying.

TikTok ha provato a convincere alcune aziende a collaborare con lei offrendo compensi generosi. La società ha contattato di recente un altro lobbista di Washington che lavora per clienti Big Tech e gli ha chiesto senza mezzi termini: “Quanto vuoi?” Il lobbista ha respinto la proposta. Ma era evidente che i soldi non sarebbero stati un problema.

E infatti questo metodo ha avuto successo con altri a Washington, Londra e Bruxelles.

La Lobby di TikTok, fra USA ed Europa

A Washington, circa 36 persone hanno fatto pressioni sul governo federale per ByteDance e TikTok nell’ultimo trimestre del 2022. Ci sono ex senatori e deputati, tutto documentato regolarmente con i documenti di trasparenza.

In Europa, il team delle relazioni pubbliche di TikTok conta quasi 40 persone in diverse città, tra cui Bruxelles, Londra, Dublino, Parigi e Milano. Per guidare la sua strategia europea, l’azienda ha assunto alla fine del 2019 Theo Bertram, un ex lobbista di alto profilo per Google. Ma anche l’ex consigliere dei primi ministri britannici Tony Blair e Gordon Brown. Nell’autunno del 2020, ha nominato Caroline Greer, una lobbista esperta con esperienza di lobbying per società di telecomunicazioni e la società cloud statunitense Cloudflare, a capo delle sue operazioni a Bruxelles.

alternative tiktok 2023 android min

E a Washington, negli ultimi mesi, l’azienda è riuscita a ingaggiare SKDK, la società di relazioni pubbliche che ha una forte rete di ex democratici, tra cui alcuni membri chiave dell’amministrazione Biden. L’azienda aveva rifiutato un’offerta iniziale da parte loro. Ma i soldi di TikTok si sono dimostrati molto convincenti con l’azienda di lobby.

Per la Casa Bianca l’app social è un rischio – ma anche una possibilità

Elencare l’intero staff al soldo di TikTok diventerebbe molto lungo e tedioso. Più interessante invece valutare come i lobbysti abbiano avuto diverse possibilità per convincere la politica americana dell’utilità dell’app. Soprattutto perché il social è molto usato – anche dai politici.

Nonostante la minaccia di un bando negli Stati Uniti sia sempre più concreta, in America l’app è talmente popolare che la Casa Bianca l’ha riconosciuta più volte come un mezzo di comunicazione politica essenziale.

Prima del discorso sullo stato dell’Unione di Biden a febbraio, Anita Dunn, una consulente senior della Casa Bianca, ha incoraggiato gli alleati a usare l’app come uno strumento di messaggistica efficace, soprattutto per parlare alle donne dell’impegno dell’Amministrazione dopo la decisione della Corte Suprema sulla normativa che riguarda l’aborto. Dunn è una socia fondatrice di SKDK e non può attualmente occuparsi di questioni che riguardano SKDK in base alla politica etica della Casa Bianca. Ma ha detto ai partecipanti che la Casa Bianca voleva che le persone promuovessero i successi dell’amministrazione sui social media, secondo due persone presenti alla telefonata.

Usare TikTok (ma sottovoce)

Ovviamente la Casa Bianca non poteva usare TikTok, ha detto Dunn. Ma ha suggerito che se le persone presenti alla telefonata fossero utenti dell’app, dovrebbero postare parti del discorso del presidente su TikTok.

La Casa Bianca non ha voluto commentare ulteriormente la situazione di TikTok e il suo rapporto con l’amministrazione. Non è chiaro se l’amministrazione sospetti che TikTok stia cercando di influenzare le sue decisioni assumendo consulenti legati alla campagna di Biden, come SKDK, e se Dunn fosse a conoscenza di questo contratto. Greer, un dirigente di TikTok, ha detto di non essere stato informato di alcuna indagine in corso da parte delle autorità americane.

TikTok: non solo lobby – persuasione a tutto tondo

TikTok

TikTok ha dichiarato di essere “impegnata a educare i legislatori e gli stakeholder sulla nostra azienda e sul nostro servizio“. E ha fatto notare che altre società tecnologiche spendono molto più di TikTok per fare lobbying. Ha ragione: nel 2022, TikTok e ByteDance hanno speso solo circa $ 5,9 milioni rispetto a oltre $ 23 milioni per Meta.

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Ma l’azienda social non sta spendendo solamente a Washington e Bruxelles. Per evitare il divieto dell’app negli Stati Uniti, TikTok e ByteDance hanno lanciato una massiccia campagna di comunicazione per persuadere il pubblico che l’app è innocua e benefica. Infatti, hanno cercato di trasmettere un’immagine positiva dell’app attraverso spot televisivi, eventi online, donazioni caritatevoli e collaborazioni con celebrità.

In questo sforzo, l’azienda ha un grande vantaggio: la popolarità del suo prodotto. Più di 150 milioni di utenti negli Stati Uniti adorano TikTok. E molti potrebbero votare nel 2024 quando Biden e i membri del Congresso saranno in lizza per la rielezione.

Differenze ai due lati dell’Atlantico

Sebbene USA e UE si stiano muovendo in maniera coordinata sul mettere sotto torchio la società per questioni geopolitiche, l’approccio verso il social è diverso. Innanzitutto per la maggior collaborazione con le aziende cinesi che in generale adottiamo in Europa. Ma anche perché TikTok ha saputo approfittare della diffidenza che molti europei nutrono verso le grandi aziende tecnologiche americane.

A gennaio, il CEO di TikTok, Chew, ha partecipato al Forum economico mondiale di Davos e ha fatto visita a Bruxelles per incontrare i leader politici europei. In queste occasioni, Chew ha voluto trasmettere un messaggio di tranquillità. Pur essendo sotto il fuoco delle critiche politiche negli Stati Uniti, molti legislatori europei hanno mantenuto un atteggiamento meno conflittuale nei confronti dell’azienda, considerandola come un colosso dei social media che va regolamentato, ma non necessariamente pericoloso.

tiktok commissione europea min

Caroline Greer, responsabile delle relazioni governative e pubbliche di TikTok a Bruxelles, ha detto che la società non ha mai condiviso i dati degli utenti con il governo cinese e che non lo farebbe mai. Ha aggiunto che TikTok ha sempre rispettato il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE. E sembra che la proposta del Project Clover, che vedrebbe TikTok spostare i suoi server per gestire i dati europei in Irlanda, stia accogliendo favore in UE. L’azienda sarebbe persino disposta a mostrare il proprio algoritmo di suggerimento – qualcosa che le altre aziende social americane non hanno mai fatto.

Insomma, sembra che l’UE voglia trattare TikTok come gli altri social, per quanto possibile. Ma l’Alleanza Atlantica ha radice profonde: se dagli USA arrivasse uno strappo, la situazione potrebbe cambiare. E le ultime decisioni (come il ban per i dipendenti UE di TikTok) sembrano dimostrarlo.

Lobby contro geopolitica: riuscirà TikTok ad evitare il ban?

Dal Project Clover in Europa e il Project Texas negli Stati Uniti, passando per rassicurazioni e attività di persuasione. TikTok ha provato di tutto per convincere gli USA e l’UE ad evitare un ban. Ma queste mosse non sembrano aver placato i critici di TikTok.

TikTok spera di convincere i politici americani che l’app è una fonte di intrattenimento e creatività per milioni di utenti, soprattutto i giovani. L’azienda cerca anche di mostrare il suo impegno per la diversità e l’inclusione, sostenendo cause sociali come il movimento Black Lives Matter e la giustizia climatica. E afferma inoltre di promuovere la libertà di espressione e la trasparenza sulla sua piattaforma, contrastando la disinformazione e la censura.

Ma tutte queste argomentazioni impallidiscono di fronte al rischio di spionaggio cinese. Anche se non ci sono prove definitive contro la società, i sospetti in questo momento storico sembrerebbero bastare. Una dimostrazione che la geopolitica potrebbe valere più di tutti i soldi che TikTok mette sul campo – non solo quelle delle lobby, ma anche gli introiti di creatori e aziende che la usano per farsi pubblicità. Quindi è difficile determinare quali concessioni potrebbero permettere a TikTok di restare negli store digitali di America ed Europa. E quali impatti questo scontro economico potrebbe avere a livello internazionale.

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Source
Politico

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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