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Twitter rivela l’aumento di richieste dei governi sui dati degli account

Ecco cosa ci dice il 20esimo rapporto sulla trasparenza della società

L’App di Twitter ha pubblicato il suo 20esimo rapporto sulla trasparenza, e i risultati non sembrano essere poi così rassicuranti per chi teme gli abusi di informazioni personali. A quanto pare, il social network ha registrato “massimi record” nel numero di richieste di dati sugli account nel periodo di Luglio/Dicembre 2021, con ben 47572 richieste legali su 198931 account. Nel mirino sono stati soprattutto i media, sui quali le richieste legali da parte dei governi sono aumentate del 103% rispetto alla prima metà dell’anno. Ma cerchiamo di fare chiarezza sulla questione.

Twitter: App rivela l’aumento delle richieste di dati sugli account da parte dei governi

Secondo l’ultimo rapporto sulla trasparenza dell’App di Twitter, i governi hanno effettuato moltissime richieste sui dati degli account della piattaforma. Soprattutto per quanto riguarda i media. In questo caso, la fetta più consistente di richieste è arrivata dall’India (114), seguita dalla Turchia (78) e dalla Russia (55). In generale, invece, gli Stati Uniti confermano un primato importante, dato che hanno rappresentato il 20% di tutte le richieste di informazioni sugli account in tutto il mondo. Al secondo posto di questa classifica generale, che include non solo i media, c’è la Russia, con il 18% del volume delle richieste fatte. Anche se queste sembrano essere diminuite del 20% negli ultimi sei mesi.

In ogni caso, l’App di Twitter ha dichiarato che ha cercato di limitare o negare l’accesso alle informazioni quando possibile. Più nel dettaglio, ha negato il 31% delle richieste di dati statunitensi e ha ristretto o chiuso il 60% delle richieste globali. E si è opposto a 29 tentativi civili di identificare utenti statunitensi anonimi, citando il Primo Emendamento come motivazione. Anzi, ha portato in tribunale due casi di questi, e per il momento è riuscito a vincere una causa. In ogni caso, quello che importa alla società è che le richieste di dati sono aumentate a partire dall’inizio del 2020, e questo ultimo rapporto sulla trasparenza indica che stanno solo continuando a crescere.

In fondo non è certo un segreto che la società veda i tentativi di prendere di mira i giornalisti come una minaccia crescente alla libertà di stampa. E la situazione potrà solo peggiorare, se consideriamo il conflitto Russia-Ucraina. Una cosa è evidente, quindi: il prossimo rapporto sulla trasparenza potrebbe portare alla luce dati ancora peggiori. E questo non ci stupirebbe affatto.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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