La seconda stagione di Vita da Carlo è approdata su Paramount + il 15 settembre (co-diretta da Carlo Verdone e Valerio Vestoso), e non ha deluso fan e appassionati del suo cinema, come noi, che abbiamo amato la prima stagione e che con questa seconda prova ha confermato la sua forza.
Dopo l’ottima prima serie ideata, scritta e diretta da Carlo Verdone, e targata Prime Video, non era semplice da replicare, la verve, le gag, la mitomania delle persone che abitano da sempre la sua vita e da cui ha poi preso a piene mani per tessere le vite e le smorfie e i tic dei suoi personaggi storici.
Ma se la prima stagione Vita Carlo terminava con un atto di (ir)realtà, ovvero la sua presunta candidatura a sindaco di Roma, e c’è chi gliel’ha davvero proposta negli anni – non fatichiamo a immaginare chi – in questa seconda stagione Carlo Verdone si misura con la sua vena felliniana, con il racconto di un autore, di un regista consolidato e conosciuto che prova a realizzare un film crepuscolare, su una parte del suo passato (tratta dal capitolo delle sue memorie, che racconta l’incontro con una prostituta, “Maria F.”) assolutamente non comico e con una sceneggiatura poetica, forse possibilmente anche “verbosa” come amava riferirgli il suo storico produttore Cecchi Gori.
Vita da Carlo 2: recensione della serie Paramount +
Ovviamente è sempre Carlo Verdone, che parla di sé, che si specchia nel suo desiderio di impegnarsi in un film autoriale che non riesce a terminare, che non sa come condurre, è preda di sogni che lo scuotono, e ad un certo punto sogni e realtà, pur essendo ben distinti, sembrano essere l’uno il risvolto dell’altro. Certo che è impossibile non pensare a Otto e mezzo, non pensare a un autore che tenta di finire un film, che vuole realizzarlo, eppure, forse, deve solo risolversi e confrontarsi con il suo passato; è Verdone che ancora una volta, con il suo sguardo analitico e anche spietato, si guarda allo specchio e torna a se stesso con tutte le sue fragilità, mostrandosi senza paura.
Carlo Verdone si racconta attraverso le piccole e grandi gioie della sua vita, e si riprende anche delle piccole soddisfazioni, portando in scena personaggi e amici che compongono la sua carriera, come Christian De Sica, Claudia Gerini e Fabio Traversa. Non a caso il secondo episodio di questa seconda stagione si chiama proprio Compagni di scuola. Non mancano le guest star, da Zlatan Ibrahimović a Maria De Filippi, che fanno da cornice emotiva alla sua quotidianità, fatta di attori in crisi e ospitate televisive.
Carlo Verdone racconta le sue fragilità e le piccole grandi gioie della vita
Ma è il momento in cui De Sica appare sullo schermo a regalarci una delle scene non solo più riuscite, ma anche una delle più divertenti. Rivederli insieme sullo schermo non ha eguali, assieme riescono ad essere ancora l’uno la spalla comica dell’altro, e in un attimo il mitico balletto di Borotalco riprende vita ed è come se non fosse passato tutto il tempo trascorso.
Ma come dicevamo poc’anzi, questa serie non è solo l’ennesima prova del talento autoriale di Verdone, che è innegabile: ciò che ci ricorda la frase, anzi, l’affermazione di Marco Ferreri che asseriva che i comici sono spesso i migliori interpreti di film drammatici. E osservando Vita da Carlo questa è la prova che questa sua convinzione è vera. Carlo Verdone fa quello che non tutti sono capaci di fare: vestirti di se stesso, avendo anche il coraggio di creare uno spazio di manovra che lo rende capace di sfuggirsi quando c’è qualcosa che non torna, quando c’è qualcosa che va risolto.
Ed è una presa di coscienza e un talento che non tutti hanno: interpretare se stessi è il ruolo più ostico e ostile che esista, perché è un canovaccio in continua scrittura, perché è un fiume in piena, un vortice di possibilità, emotive ed espressive, ed è anche una rifrazione attoriale, perché in quel personaggio abitano allo stesso tempo tutti i suoi personaggi della sua vita, e non stiamo parlando dei personaggi storici, come Ivano, Mimmo o Sergio Benvenuti, ma proprio delle persone che lui ha amato, le sue compagne di vita, i suoi figli, amori del passato, amici e familiari che rievocano ognuno una parte di se stesso che prende vita in questo diorama televisivo che è Vita da Carlo.
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