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Google spiega i problemi del sensore delle impronte di Pixel 6

Secondo Big G impiega più tempo per utilizzare "algoritmi di sicurezza avanzati"

I nuovi Pixel 6 e 6 Pro di Google stanno stupendo gli utenti in moltissimi aspetti, ma non per come gestiscono il sensore delle impronte. Negli Stati Uniti, dove il dispositivo è già disponibile, molti acquirenti hanno lamentato una scarsa sensibilità biometrica. Secondo Google, il motivo per cui il sensore sembra poco responsivo sta nel fatto che utilizza “algoritmi di sicurezza avanzati“.

Google spiega i problemi del sensore d’impronte di Pixel 6

Rispondendo su Twitter a un utente che lamentava come “troppo spesso tocco il sensore 6 o 7 volte prima che mi chieda di inserire il PIN”, Google ha spiegato la situazione come un problema software. “Ci dispiace per le difficoltà. I sensori per le impronte dei Pixel 6 utilizzano algoritmi di sicurezza avanzati. In alcuni casi, queste protezioni extra richiedono più tempo per verificare o necessitano un contatto più diretto con il sensore”. Gli esperti di Google rimandano poi a una pagina sul sito per provare a risolvere il problema.

Ma molti utenti hanno lamentato che la pagina non fa altro che assicurarsi di utilizzare un impronta registrata e aumentare la superficie di contatto con il sensore. Non quello che cercavano.

Altri acquirenti dei Pixel 6 hanno suggerito che possa trattarsi di un problema hardware. Il Pixel 6 utilizza degli scanner ottici sotto lo schermo, che non sarebbero affidabili come quelli ultrasonici utilizzati per esempio nei Galaxy S21 di Samsung. Tuttavia, il sensore funziona in maniera analoga agli ultimi smartphone di OnePlus, che non presentano di questi problemi. La questione quindi sembra effettivamente software.

google pixel 6 caricabatterie

Ci si aspetta quindi che nel prossimo futuro Google rilasci un aggiornamento che possa risolvere una volta per tutti questo problema. Anche perché al momento l’unica l’alternativa è quella di inserire un PIN, che non è necessariamente meno sicuro dell’impronta ma non è altrettanto comodo. Vi terremo aggiornati in caso di novità.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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