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Zuckerberg su Clubhouse: piattaforma in tilt

Anche il numero uno di Facebook ha aperto un profilo sul social del momento. Cosa c’è dietro questa mossa?

Ed ecco anche Mark Zuckerberg su Clubhouse. Nemmeno il fondatore e CEO di Facebook ha saputo resistere alle sirene del social più in voga (e discusso) di questi ultimi mesi.

Zuckerberg si è presentato nella piattaforma col nickname Zuck23. È stato invitato a partecipare al “Good Time Show”, il medesimo appuntamento che qualche giorno fa aveva battezzato l’esordio di Elon Musk su Clubhouse.

Gli esiti, com’era prevedibile, sono stati gli stessi: la stanza virtuale ha subito raggiunto la capienza massima di 5000 utenti, e in pochi istanti si sono create diverse stanza parallele a quella ufficiale. Per la seconda volta, i server della piattaforma sono stati messi a dura prova.

Zuckerberg su Clubhouse: social vicino al tilt

Il patron di Facebook è stato annunciato genericamente come “ospite speciale”. Ma i nomi e i ruoli dei due personaggi che hanno creato la stanza virtuale fanno naturalmente pensare a un evento organizzato nei minimi dettagli. Si tratta infatti di Andrew Bosworth, alla guida di Reality Labs, la divisione sulla realtà virtuale di Facebook, e di Fidji Simo, a capo dell’app di Facebook.

La conversazione è ruotata attorno al tema della realtà virtuale, e quasi subito è stata svelata l’identità di Zuckerberg. Al quale si è presto aggiunto Kim Doctom, fondatore di Megaupload, che ha apertamente invitato i suoi follower a seguirlo.

Il tilt è stato servito: durante l’intervento di Zuckerberg i server del social non hanno retto, molti utenti sono stati espulsi da diverse stanze di Clubhouse e non hanno avuto la possibilità di rientrare.

Clubhouse social

Cosa ha detto Zuckerberg su Clubhouse

Mark Zuckerberg ha dichiarato su Clubhouse che nei prossimi cinque o al massimo dieci anni metà del personale di Facebook potrebbe lavorare da remoto su base permanente, e ciò non dipenderà dall’eventuale perdurare di pandemie globali. Zuckerberg ha in questo senso ricordato l’importanza della realtà aumentata, affermando: “Dovremmo teletrasportarci, non trasportare noi stessi”.

I motivi della comparsa

Ma non sono stati certo i contenuti dell’intervento di Zuckerberg ad attirare l’attenzione della stampa mondiale. La domanda che ci si è posti è stata: per quale motivo il numero uno di un social con quasi tre miliardi di di utenti mensili ha aperto un profilo su Clubhouse, social che ne conta due milioni?

Difficile pensare che il CEO di Facebook abbia fatto la sua apparizione in casa di un competitor per pura vanità, né tanto meno per timore: l’attuale differenza di popolarità tra i due social parla chiaro.

L’ipotesi più accreditata è semmai quella di un possibile interesse di Mark Zuckerberg verso la piattaforma, che oltre a essere in forte espansione spicca per la sua originalità: sarebbe il tassello mancante di un impero digitale.

Clubhouse: i motivi del successo

Nelle ultime settimane la parola Clubhouse è tra le più ricercate su Google, e il relativo hastag è tra i più utilizzati. Ricordiamo che su Clubhouse, a oggi disponibile solo per clienti iOS, si accede (per adesso) unicamente su invito. La sua caratteristica principale, che lo distingue da tutti gli altri social, è quella di basarsi unicamente sull’audio: non si può scrivere né postare foto ma solo inviare note vocali. Ci si riunisce in stanze virtuali a tema, dove gli utenti possono ascoltare esperti di settore e chiedere di intervenire.

Eccoci dunque di fronte a un triplo cambio di paradigma. Il primo riguarda la verticalità: non si tratta più di un social in cui chiunque si senta titolato a intervenire può farlo. C’è uno speaker che parla e ci sono gli ospiti. Gli utenti di ogni stanza, in un numero massimo di 5000, possono ascoltare o al massimo chiedere di esprimere la propria opinione, senza alcuna sicurezza di essere soddisfatti. Per completezza diciamo che se si desidera conversare con un singolo utente è sufficiente creare una stanza apposita.

Il secondo importante mutamento di prospettiva riguarda la velocità: tutto avviene in diretta, senza montaggi o interventi di post-produzione. E, siccome stiamo parlando di solo audio, non si avrà la possibilità di… rileggersi.

Terzo e ultimo passaggio epocale: se le altre piattaforme continuano ad aumentare le opzioni per gli utenti, che possono commentare, postare, registrare, acquistare e quant’altro, Clubhouse propone un curioso (e intelligente) ritorno all’essenzialità.

Sono tre caratteristiche che, se non sono sfuggite a noi, non saranno di certo passate sotto gli occhi di Zuckerberg senza destare il suo interesse. Sarebbe una nuova freccia al suo arco, con peculiarità del tutto differenti da quelle possedute dagli altri social dell’azienda Facebook.

Zuckerberg Clubhouse

Non solo Zuckerberg

L’appeal di Clubhouse e la sua unicità ha già fatto diverse “vittime” illustri: oltre a Mark Zuckerberg ed Elon Musk, hanno un loro profilo Michelle Hunziker, Oprah Winfrey, Drake, Kevin Hart, Chris Rock e Virgil Abloh.

Il social, inoltre, sta spopolando in Cina, soprattutto tra i giovanissimi. E inizia a subire i primi attacchi riguardo la presunta violabilità della privacy degli utenti.

Insomma: Clubhouse sta crescendo. Nei prossimi mesi capiremo cosa vorrà fare da grande, e soprattutto quali saranno i suoi genitori.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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