Un viaggio in VR nella storia di Triennale Milano, che l’anno prossimo compie cento anni. L’esperienza virtuale 1923: Past Futures, che abbiamo provato mettendoci un visore VR in testa questa mattina, permette di immergersi in alcuni momenti della storia dell’istituzione. Interagendo dal vivo: aprendo vecchi archivi virtuali, lanciando gavettoni di vernice insieme ai protestanti del ’68 e conoscendo il pensiero dei grandi artisti e curatori del passato e del presente.
Triennale Milano in VR, l’esperienza virtuale 1923: Past Futures
Triennale Milano presenta 1923: Past Futures insieme a VIVE Arts. Al progetto hanno lavorato Matteo Lonardi come regista, insieme alla casa di produzione milanese Reframe Productions. I creativi dietro questa opera ci hanno raccontato che il progetto nasce in vista del centenario di Triennale, con l’obiettivo di ricostruire il passato dell’istituzione. Ed è parte della 23esima Esposizione Internazionale “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries””.
Lo spunto iniziale era quello di ricreare tutte le passate edizioni delle esposizioni, ma con un lavoro di selezione attenta e moltissima ricerca negli archivi storici di Triennale, solo alcuni momenti fondamentali sono arrivati in VR. Un modo per far rivivere le idee dietro ai progetti mentre si ammira in VR la loro esecuzione, con una narrazione che cuce i punti in maniera interessante e mai pedante. Con il visore sul volto, ci siamo persi nelle parole e nella visione di curatori e artisti, da Munzio a Fontana. Un viaggio davvero unico.
L’esperienza immersiva dura meno di un quarto d’ora e potete provarla da oggi 20 settembre fino all’11 dicembre 2022, in uno spazio dedicato accanto a quello delle partecipazioni internazionali. Un’opera in sei capitoli con cui interagirete voi, direttamente.
Dal 22 settembre inoltre l’esperienza sarà accessibile anche sulla piattaforma VIVEPORT. Mentre il 26 settembre potete vivere l’evento pubblico dedicato al progetto, che ne racconta anche la genesi.
Un percorso nelle Esposizioni del passato, in realtà virtuale
Una volta posizionato il visore sulla testa, ci siamo trovati davanti a una versione disegnata dell’edificio di Triennale. Dal cielo cadevano delle “particelle” particolari: le parole prese dai cartigli dell’architetto Munzio. Ed è così che torniamo al 1933, andando a visitare l’Impluvium che ha costruito alla prima Triennale fatta nella sede attuale.
Da qui abbiamo dapprima potuto vedere la collocazione originaria della starua di Mario Sironi, mentre esploravamo le idee degli artisti e le opinioni dei curatori. Ma l’Impluvium fa da vera e propria macchina del tempo, permettendo di passare da un periodo storico all’altra.
Interagendo con il controller che avevamo in mano siamo passati alla Room of Change della scorsa esposizione, Broken Nature (2019), che mostra come il mondo stia cambiando di continuo aiutati dalle parole della curatrice Paola Antonelli e dallo studio Accurat.
Entrando negli archivi di Triennale, abbiamo potuto interagire con l’ambiente fino a svelare l’installazione Zenobia di Giuliano Mauri, che intreccia quattromila rami di castagno per Le Città Invisibili del 2003. E poi abbiamo aperto il cassetto che mostra Caleidoscopio di Vittorio Gregoretti, per l’esposizione Tempo Libero del 1964. Nell’ultimo cassetto abbiamo trovato la bolla che ci ha portato nell’atrio del Palazzo dell’Arte nel 1951, ascoltando Lucio Fontana che ci spiega Struttura al Neon.
La storia di Triennale Milano in VR
Ma oltre a raccontare le passate esposizioni, il viaggio in VR racconta anche il rapporto di Triennale Milano con la storia del Novecento. Vediamo le immagini delle tre edizioni che si svolsero durante il Ventennio fascista, esploriamo la ricostruzione del bombardamento subito dall’edificio subito durante la guerra.
In 1923: Past Futures, non siamo solo spettatori: partecipiamo alla storia dell’istituzione. Quindi quanto ci troviamo davanti al Palazzo dell’Arte nel 1968, con la struttura occupata per protesta, possiamo lanciare bolle di vernice sulla facciata protestando con gli altri.
E l’utimo passo, dopo aver zigzagato per la storia di questo posto e di questa istituzione artistica, ci riporta al 2022. La voce di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, dell’astrofisica Ersilia Vaudo e di Joseph Grima, fondatore dello studio Space Caviar, ci mettono davanti agli occhi i temi di Unknown Uknowns. An Introduction to Mysteries.
Un viaggio che dura al tempo stesso tredici minuti e cento anni, che ci fa letteralmente ruotare in tondo su uno sgabello eppure ci porta a esplorare la mente di grandi artisti. 1923: Past Futures sa usare la realtà virtuale per elevare passato e presente, unendoli in un solo movimento che fa apprezzare la storia in continua evoluzione di Triennale. Vi consigliamo di andare a indossare il visore come abbiamo fatto noi: avete tempo fino a dicembre per farlo al Palazzo dell’Arte.
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